Re: prima dell' esame di istituzioni...
[Ulrich Laverdure:]
>Questo mi sembra un uso un po' troppo disinvolto del rasoio. Nello stesso
>modo in cui lo usi tu potrebbero usarlo altri per tagliare via la
>proliferazione degli "universi". Insomma, non mi sembra che la teoria di
>Everett, se pure la si voglia considerare una teoria, risponda a criteri di
>"economicit�" � la Occam.
Me ne rendo conto, infatti ho gia` scritto che dipende da
come uno vuole intendere il rasoio: entia non sunt
moltiplicanda etc., ma che vuol dire entia? Leggi fisiche o
oggetti fisici, qualora sia necessario fare una scelta? Nel
caso degli oggetti fisici avresti senz'altro ragione tu.
Tuttavia, non posso fare a meno di notare che mai, nella
storia della fisica, si e` scelto di dare la precedenza alla
minimizzazione degli oggetti rispetto alla semplificazione
delle leggi (particelle virtuali, teorie di campo, materia
oscura...). Stando alle cromodinamica quantistica, c'e` tanta
di quella roba in un protone da non riuscire neppure a
calcolarne decentemente le proprieta`.
Ora, se improvvisamente si decide di fare marcia indietro e
minimizzare la roba anziche' le leggi, okay, ognuno puo`
pensarla come vuole, pero` a questo punto mi viene il
sospetto che la ragione di questa inversione sia psicologica
e non di metodo. In fondo che ce ne importa se lo spazio
brulica di particelle virtuali? Ma la teoria di Everett fa
asserzioni piuttosto pesanti su noi esseri umani. Se di Paolo
Russo ce n'e` uno o ce ne sono miliardi di sottilmente
diversi, per il metodo scientifico non ha importanza, ma c'e`
quella vocina interiore che subito grida "no che sciocchezza
e' ovvio che sono unico, la mia identita` e` la prima di
tutte le mie certezze". E di ragioni psicologiche per
rigettare la visione many-worlds ce ne sono anche altre su
cui non mi soffermo.
Comunque vorrei chiarire ancora un punto, sul quale forse non
sono stato abbastanza chiaro. La teoria di Everett non si
inventa gli universi paralleli. Non li crea. Emergono da soli
dallo studio dell'evoluzione temporale della funzione d'onda
di QUALUNQUE sistema entangled. Questa e` semplice MQ,
nessuno mette in dubbio che, a livello microscopico, le cose
funzionino a quel modo, che esistano le combinazioni lineari
di stati entangled diversi. Solo che l'interpretazione di
Copenaghen aggiunge parecchia logica (e neppure ben definita)
per asserire che le leggi fisiche che sappiamo essere valide
a livello microscopico, chissa` come, oltre un certo livello
non sono piu' valide. Questa logica aggiuntiva e' stata
originariamente introdotta perche' si credeva erroneamente
che fosse necessaria a spiegare gli esiti sperimentali, ma da
Everett in poi, come spero d'aver definitivamente chiarito,
e` ormai evidente che la presenza o assenza di quella logica
non fa alcuna differenza osservabile (attualmente nota).
Quella logica ormai serve solo a rendere la teoria
quantistica piu' accettabile alla psiche umana. Non ho niente
in contrario, pero` gradirei che lo si riconoscesse
onestamente e non si scambiasse un'esigenza psicologica per
una necessita` scientifica.
Ciao
Paolo Russo
Received on Fri Jun 15 2001 - 00:34:03 CEST
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