(unknown charset) Re: Esperimento di Firenze

From: (unknown charset) Elio Fabri <fabri_at_df.unipi.it>
Date: Wed, 28 Feb 2001 11:22:09 +0100

"Osservatore" ha scritto:
>> Poco oltre:
>> "E' possibile sostenere che, poiche' il pacchetto non si deforma [il che
>> e' falso, E.F.] come avverrebbe se il mezzo fosse dispersivo, l'energia
> Perche e' falso? Per mezzo dispersivo non si intende che varia la velocita'
> di propagazione a seconda della frequenza?
> Se la v e' sempre la stessa al variare della frequenza, l'insieme del
> segnale (Somma di sinusoidi a differenti frequenze) non subisce distorsioni.
Anche a te, scusa per il ritardo (ma credo che chi conversa con me
sappia che
non rispondo quasi mai a tamburo battent, ma solo quando mi riesce).

Il fatto e' che abbiamo una propagazione in tre dimensioni, non in una
sola.
Quello che dici sarebbe vero in una dimensione; ma se sovrapponi onde
piane di
diverse frequenze *e direzioni*, il pacchetto risultante si deforma e
come,
anche in un mezzo non dispersivo!
Del resto, la prova sta nel fatto che gli autori stessi affermano dinon
aver
potuto distanziato di piu' il rivelatore, perche' l'onda non era piu'
ricevibile.

> Infatti se si legge l'esposizione dell'esperimento, esegue solo una misura
> di fase.
> Ovvero effettua una misura dei ritardi sul fronte di salita dell'impulso del
> segnale ricevuto.
Attento: questa non e' affatto un misura di fase!
Quello che si misura e' il momento in cui l'inviluppo dell'onda assume
un
certo valore. Il rivelatore non misura la fase, ma solo l'intensita'
dell'onda, quindi appunto l'inviluppo.
-- 
Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
Sez. Astronomia e Astrofisica
Received on Wed Feb 28 2001 - 11:22:09 CET

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