Elio Fabri <fabri_at_df.unipi.it> wrote in message
news:3A6FF998.BBAF36A_at_df.unipi.it...
> Suggerisco di dare un'occhiata a
> http://astrpi.difi.unipi.it/~elio/divulgazione/relgem/relgem1.htm
> La questione e' stravecchia, ripetutamente discussa in questo NG.
Ho letto questo link.
Fabri conclude che il paradosso viene risolto dalla R.R. usando il concetto
di "tempo proprio". Questa soluzione mi sembra parziale.
Infatti se mi metto nel sistema di riferimento del gemello B (quello che
viaggia),
potrei definire un tempo proprio del gemello A, che risulterebbe contratto,
esattamente come e' contratto il tempo di B nel sistema di A.
E' vero che il sistema del gemello B non e' inerziale, ma solo
per periodi brevi. Dunque il gemello B potrebbe calcolarsi il tempo del
gemello A durante le fasi costanti del suo moto, dedurre che il tempo di A
e'
contratto, per poi scoprire al suo arrivo che e' tutto sbagliato a causa
delle brevi
fasi di accelerazione.
Di fatto B vedrebbe il tempo di A accelerare moltissimo durante le sue brevi
fasi di non-inerzialita'. In pochi minuti di B, passerebbero molti anni di
A.
Il povero B concluderebbe che non e' il moto relativo a causare la
differenza di tempi, ma le brevi fasi di accelerazione.
La RR descrive le cose nel sistema di A, ma da risultati strani
nel sistema di B. Per trattare quello che succede nel sistema B
bisogna usare, necessariamente, la RG.
Justinian
Received on Thu Jan 25 2001 - 13:53:58 CET