Elio Proietti ha scritto:
> La quantita' di moto <p e' definita implicitamente
> dal postulato di conservazione e dal parallelismo con la velocita' della
> particella <u(espresso formalmente dalla scrittura <p = m <u con m scalare).
> Con decine di varianti formali, si dimostra che affinche' la legge di
> conservazione sussista (e rispetti quindi il principio di relativita'
> speciale) e' necessario che m/gamma(u) sia un invariante, ovviamente
> identificabile con la massa a riposo della particella:
> m = m(u) = m(0)*gamma(u)
> Da quasi un secolo questa funzione della velocita' u viene chiamata massa
> inerziale (o relativistica).
Tutto dipende dal fatto che a te piace tanto dire che la q. di moto va
scritta p=mu, con m funzione di u. Io invece dico: p = una diversa
funzione di u, che a piccole velocita' si deve ridurre a p=mu (essendo m
la solita massa misurata in quiete). Dopo di che si dimostra, in uno dei
mille modi che sai, che p = m/sqrt(...).
Dal punto di vista logico non c'e' proprio nessuna differenza.
Corrado Massa ha scritto:
> ... Col fatto che i vecchi fisici sono
> arterioscleroticamente attaccati alla vecchia definizione
> (che fino a pochi anni fa andava bene a tutti, chissa' perche')
Precisiamo: per es. a me (che non sono nessuno, s'intende) non e' mai
andata bene. Te lo potrei dimostrare ripescando gli appunti del corso di
Fisica Superiore che tenevo nel lontanissimo 1955-56 (e che era
frequentato, tra gli altri, da un certo Carlo Rubbia). Da allora fino al
presente ho avuto innumerevoli occasioni d'insegnare relativita', ai
piu' diversi livelli. Non ho *mai* usato la m. relativistica.
> Basta dare un'occhiata a numerosi thread degli ultimi mesi
> su questo NG per capire quale tremenda confusione di idee
> porti la nuova definizione di massa nei principianti che si
> accostano alla RR per la prima volta.
Scusa, ma visto che ti scaldi alquanto, ribatto che secondo me la
confusione e' tua, se credi che la causa della confusione d'idee dei
principianti sia quella.
> Dalla affermazione "il fotone e' senza massa" tirano fuori (con logica
> ferrea) le conseguenze piu' allucinanti. E ogni malinteso sarebbe
> immediatamente risolto, anzi, non nascerebbe neppure, se si avesse la
> cortesia di aggiungere le due semplici parole "di quiete" che chissa'
> perche' sono diventate uno spauracchio generale.
Primo: la confusione e' causata dal mescolare "il fotone e' senza massa"
con E=mc^2, la formula piu' conosciuta e meno capita di tutta la fisica.
Secondo: non c'e' affatto questo spauracchio generale: i libri (di ogni
livello) ne sono pieni, come pure sono pieni di m. relativistica. Il
problema e' che (quando va bene) della seconda non si fa nessun uso;
quando va male, se ne fa un uso errato.
> ... solo non riesco a capire l' accanimento con cui si propone, anzi,
> si impone, la definizione nuova
Ovviamente per auanto mi riguarda non intendo imporre nulla (come
potrei?).
Pero' sono fermamente convinto che parlare di m.r. sia un errore
didattico.
> quando poi non si batte ciglio davanti a cose di questo tipo:
> in RG la gravita' non e' una forza, eppure chiunque puo' dire e scrivere
> impunemente "forza di gravita'".
Chiunque? Dipende dal contesto. Che argomento e'?
> Sappiamo che lo spaziotempo "curvo" e' in realta' uno spaziotempo
> con metrica non lorentziana, e che non esiste nessuna "curvatura"
> in qualche iperspazio esterno; eppure tutti dicono e scrivono "spazio
> curvo" e " spaziotempo curvo".
Certo tu non ignori la differenza fra "curvatura intrinseca" e
"curvatura estrinseca"; dunque anche qui porti un argomento incosistente
a solo scopo polemico. Lo spazio tempo *e'* curvo in senso intrinseco.
La curvatura e' misurata dal tensore di Riemann. Sai bene che
l'invariante R si chiama correntemente "curvatura scalare".
> Sappiamo che non c'e' stata nessuna "esplosione" a dare inizio
> all'espansione dell'universo, eppure tutti, scienziati e non, parlano
> e scrivono di un "big bang".
Va bene, sarebbe meglio non parlarne. E allora? Che cosa c'entra?
> Si parla di "teoria della relativita'" quando si potrebbe chiamarla
> altrettanto legittimamente "teoria dell'assolutezza" visto il ruolo
> fondamentale che vi giocano gli invarianti.
Giusto. Ma con questo?
Non stiamo parlando di cambiare nome a qualcosa che ha un nome poco
felice: l'idea e' di abolire un concetto inutile e dannoso. Mi pare
diverso.
> Per non parlare della corrente di spostamento di Maxwell, termine che aveva
> senso solo quando si credeva nell'etere. E le persone che parlano
> tranquillamente di spin, non sono le stesse che sostengono con dotti
> argomenti che l'immagine mentale della particella - trottola e' puerile e
> fuorviante?
Come sopra. Quanto al parlare o no di spin, il problema e' insegnare che
il linguaggio scientifico ha le sue regole e definizioni.
Non ho niente in contrario a parlare di spin, come termine tecnico, di
cui conosciamo (io, te e diversi altri ;-) ) l'esatto significato.
> E i fisici non dicono e scrivono comunemente "spin del fotone" quando
> sarebbe piu' corretto dire "elicita'" se e' vero che il fotone e' senza
> massa (di quiete)?
A parte che a essere pignoli elicita' non e' la stessa cosa, perche'
puo' avere un segno. per quanto mi riguarda io dico sempre - anche a
lezione - che si dice *impropriamente* spin a proposito di fotoni,
gravitoni, ecc.
Percio' mi ritengo immune dalle tue critiche, ma ripeto che il discorso
sulla m.r. e' diverso, e lo riprendero' in un altro post.
--
Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
Sez. Astronomia e Astrofisica
Received on Tue Aug 08 2000 - 00:00:00 CEST