Angelo Dinelli <angelodinelli_at_interfree.it> wrote in message
397b5fec.0_at_news.dada.it...
>
> Purtroppo la spiegazione non torna.
> La legge di Einstein dice chiaramente che il tempo si dilata
[...]
> In mancanza di un sistema di riferimento ASSOLUTO
> non pu� esserci risposta.
Si capisce bene che ragioni facendo uso del concetto
di tempo assoluto (ne postuli l'esistenza).
Una delle conquiste della relativita' e' proprio che il
tempo assoluto, buono per tutti gli osservatori in
qualsiasi sistema di riferimento, non esiste.
Si capisce che tu non hai capito in cosa consiste
la non esistenza del tempo assoluto.
Usi formulette estrapolandole a sproposito
credendo di individuarne una carenza logica
della relativita'.
In un qualsiasi testo di fisica troverai (se avrai
la costanza e l'umilta' di cercare) le risposte ad
ognuna delle tue, peraltro non originalissime,
critiche. Le troverai anche in innumerevoli post
che in passato (sia io che altri) abbiamo spedito
su questo argomento (su queste stesse critiche).
Io credo che le centinaia di post sempre su questo
argomento si potrebbero forse placare un attimino
se si acquisisse coscienza che in realta' il paradosso
dei gemelli riguarda la matematica, non la fisica.
Osservarne una incongruenza logica sarebbe come
dimostrare che e' assurdo che il cubo di 2 sia 8.
Io se trovassi una dimostrazione del genere,
prima di sbandierarla ai quattro venti cercherei
di capire dove ho sbagliato (poi tutto puo' essere,
ma in prima istanza penserei di aver sbagliato
qualcosa).
Ad ogni modo, il paradosso dei gemelli consiste in:
Tau = integrale (fra 0 e T) di (1-(v(t)/c)^2)^0.5 dt
dove T e' il tempo trascorso per il gemello "fermo" G,
Tau il tempo trascorso per il gemello G' che ha subito accelerazioni,
v(t) e' la legge oraria della velocita' di G' vista nel sistema di G.
Si puo' dimostrare che l'integrale di cui sopra (per l'appunto
e' una questione di matematica pura, non di fisica), per leggi
orarie x(t) tali che x(0)=x(T)=0 (la v(t) che compare nell'integrale
e' la derivata della x(t) ), vale sempre meno di T, cioe' si ha
sempre, nelle ipotesi suddette (o anche in ipotesi meno
restrittive, ma non ci interessa questo ora), che tau e' minore di T.
Punto e basta.
Qui si chiude il paradosso dei gemelli e si chiude con
tutte le critiche del tipo di quelle fatte da te.
Non pretendo di convincerti.
Io se fossi nei tuoi panni rimarrei della mia idea,
ammetterei anche di non averci capito un'acca del
discorso fatto sopra e cioe' direi "E che c'entra tutta
questa storia di integrali con il paradosso dei gemelli?".
Poi se qualcuno che sembra un pochino piu' ferrato di me
mi rispondesse
"C'entra c'entra, anzi e' tutto li' il paradosso dei gemelli.
Dicendo che non capisci cosa c'entra stai dicendo che
non hai capito in cosa consiste il paradosso in questione"
allora mi metterei a studiare un pochino la questione per
cercare di capire questa storia del rapporto fra il paradosso
dei gemelli e quello strano integrale.
Nel frattempo rimarrei sotto sotto della mia idea, pero'
sospenderei il giudizio, penserei
"non sara' mica che queste mie critiche al paradosso dei
gemelli, che mi sembrano cosi' evidentemente fondate,
nascondano veramente qualche errore da qualche parte.
Prima mi studio un po' la questione, cerco di capire che
roba e' quell'integrale, e poi, eventualmente, ripropongo
le mie idee"
> Ciao
> Angelo Dinelli
>
Ciao, e, qualora tu avessi voglia di capire questa
storia dell'integrale, un ottimo riferimento potrebbe
essere Landau-Lifsits "Teoria dei campi", bastano
le pagine 1 - 42.
--
Bruno Cocciaro
email:nospamb.cocciaro_at_leonet.it togliere "nospam" per avere il
corretto indirizzo.
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Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
Li spingemmo oltre il bordo. E volarono.
---------------------------------------------- (G. Apollinaire)
Received on Thu Jul 27 2000 - 00:00:00 CEST