Il 15/12/22 19:42, Christian Corda ha scritto:
> Io invece volevo ricordare alcune regole unanimemente riconosciute dalla Comunità Scientifica:
>
>
> 1) Il contenuto di un articolo di ricerca pubblicato su un giornale Q1 a revisione paritaria ad alto fattore d'impatto può essere smentito soltanto da un altro articolo di ricerca pubblicato su un giornale a revisione paritaria altrettanto prestigioso.
Visto che il NG non è frequentato solo da fisici di professione, mi
sembra utile commentare queste affermazioni generali.
Questa "regola" n.1 mi suona nuova. Frequentiamo evidentemente diverse
comunità scientifiche. Se fosse così non si capisce come mai ci sono
tanti articoli "ritirati" su riviste ad alto impatto etc. pur in assenza
di critiche direttamente pubblicate su riviste altrettanto prestigiose.
Nella comunità scientifica si riconosce apertamente da anni che il
sistema della revisione paritaria non è esente da problemi, anche se
viene considerato migliore delle alternative.
Va poi tenuto conto che un articolo di commento che dimostri l'errore in
un altro articolo a volte vede la luce dopo anni. Nel frattempo gli
addetti ai lavori possono aver già da un pezzo concordato sulla presenza
di gravi imprecisioni. Quindi l'assenza di un articolo che smentisca il
contenuto di un altro non è condizione sufficiente oer garantire
l'inattaccabilità di conclusioni scientifiche.
....
>
> 2) Esiste una consuetudine immemorabile nella Comunità Scientifica Internazionale, che viene pressoché considerata un autentico principio giuridico, secondo qui i giudizi di merito scientifico di chi sta più in alto nella piramide scientifica internazionale di un certo ramo di ricerca sono insindacabili da chi sta più in basso. ....
Questa poi collide con il principio di base della scienza occidentale da
almeno 400 anni, secondo cui non esiste il "principio di autorità"
(l'ipse dixit).
Anche un Nobel deve sottostare alla regola per cui se non si hanno
argomenti validi, anche la più sfavillante serie di successi scientifici
non trasforma una ca...ta in oro.
Ti assicuro che funziona così. Mi è capitato di dover stroncare, come
revisore, un paio di articoli di persone in odore di Nobel, senza che
nessuno (rivista e diretti interessati) si stracciassero le vesti per
"lesa maestà" o invocassero un inesistente principio giuridico. Se gli
argomenti razionali sono deboli, restano deboli indipendentemente dal
numero di pubblicazioni o dalle metriche bibliografiche.
Questo, per quel che riguarda le regole del gioco in ambito strettamente
scientifico.
Poi, ricordo che qui non stiamo né nel comitato editoriale di una
rivista scientifica, né nell' aula seminari di un dipartimento di fisica
ma in un NG frequentato da numerosi non-addetti-ai-lavori. Quindi le
regole si riducono a quelle del manifesto e del comportamento civile
nelle discussioni. Pertanto, purché fatto con argomenti e in modo
civile, chiunque qui può mettere in dubbio anche le affermazioni di un
Nobel, anche in assenza di un pedigree scientifico appropriato. La
valutazione delle affermazioni è sempre lasciata a chi legge e nessuno
rilascia "bollini di validità".
Sul merito della discussione non entro in quanto dovrei ripetere cose
già scritte in passato.
Giorgio
Received on Fri Dec 16 2022 - 09:46:51 CET
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