Re: Il futuro del nucleare, non solo in Italia

From: Alessandro <miaposta_33_at_virgilio.it>
Date: Sun, 11 Jul 2010 11:37:59 +0200

"Soviet_Mario" <Soviet.Mario_at_CCCP.MIR> ha scritto nel messaggio
news:4c379953$0$31380$4fafbaef_at_reader1.news.tin.it...
> Il 08/07/2010 18:57, Alessandro ha scritto:
>> "John Travolta Sardus"<pireddag_at_hotmail.com> ha scritto nel messaggio
>
> Bellissimo post, come ho pi� volte apprezzato anche su ISC
>
> Circa le riserve di torio e la loro durata, mi pare che esso sia circa 5
> volte superiore all'uranio 238 (nella crosta), con solo il problema della
> diluizione (in gran parte e per lungo tempo gi� alleviato dalle "mine
> tailing" esistenti e dalle riserve di ceneri di carbone, se non gi� usate
> nel calcestruzzo o altrove).
> Del resto son miliardi di anni che questo radioisotopo rende fuso il
> mantello della terra, per cui nessun dubbio sulla sua potenza/abbondanza
> n� sulla durata.


Non ho capito se intendi uranio 235 o 238... se intendi U-238 allora il tuo
discorso va benissimo per� faccio notare che sia l' U-238 che il torio (al
100% nell' isotopo 232), che non sono propriamente "combustibili nucleari"
ovvero materiali fissili, ma materiali "fertili" (cio� che per cattura
neutronica possono trasformarsi in fissili, ovvero uranio 233 e plutonio
239), sono entrambi ognuno di essi perfettamente illimitati su scala umana
*se* sfruttati in un ciclo autofertilizzante, per cui di per s� in questo
non ci sarebbe nessuna "superiorit�" del torio sull' uranio naturale come
combustibile nucleare (un grammo di fissile prodotto dal torio o dall' U-238
produce cmq un MWgiorno = 24 mila kWh di calore ed abbiamo gi� milioni di
tonn di uranio depleto stoccati nei depositi di scorie o come "code" dei
processi di arricchimento)

I vantaggi del torio ci sono invece quando si considera che: primo, con esso
� possibile l' autofertilizzazione (quindi lo sfruttamento del 100% della
risorsa naturale
contro < 1% negli attuali reattori all' uranio *non veloci*) in campo
termico, quindi anche con l' attuale tecnologia nucleare, come gi�
dimostrato
in passato nel reattore di shippingport
http://www.atomicinsights.com/oct95/LWBR_oct95.html
per quanto l' approccio dei reattori a combustibile liquido � enormemente
pi� semplice ed efficiente, e quindi molto probabilmente molto meno costoso;
secondo, non � praticamente possibile (o cmq estremamente costoso/complesso)
produrre dal torio materiale per fini bellici, in quanto l' uranio 233
prodotto dal Th-232 � sempre "sporcato" dal U-232, forte emittitore gamma
che ne rende semplice l' eventuale individuazione e difficile il trattamento
(al contrario il Plutonio 239 producibile dall' uranio 238 � facilmente
seprabile per via chimica dall' uranio e produce solo deboli radiazioni
alfa, facilmente schermabili), per inciso, � questo il motivo per cui agli
albori del nucleare quando le argomentazioni militari erano superiori a
quelle civili, il torio fu scartato anche per le applicazioni civili,
inutile aggiungere che oggi le priorit� sono totalmente capovolte; terzo ed
ultimo, il torio essendo molto pi� leggero dell' uranio (massa 232 vs 238)
produce molto meno plutonio 239 e transuranici + pesanti, quindi gli
elementi
radioattivi a lunga vita, che un ciclo del combustibile basato sull' uranio


> Mi spiace per� una cosa : spesso si parla del nucleare come fonte a zero
> emissioni, cos� come pure delle colture energetiche come a emissione zero
> e cos� via.

B�, le colture energetiche ed il nucleare sono due fonti energetiche dalla
compattezza totalmente diversa, non le metterei sullo stesso piano. Il
nucleare � direi pi� esattamente una fonte a zero emissioni "nette", ovvero
se
escludi quelle per la costruzione da zero delle infrastrutture e dei
materiali occorrenti, che per� sono necessari per qualsiasi tipo di fonte
energetica, anche rinnovabile, e addirittura in quantit� molto pi� elevate
(per es. un reattore nucleare necessita solo
di una frazione dell' acciaio o del calcestruzzo di una pala eolica e cmq
molto meno che una centrale termoelettrica a vapore e 10-20 mila volte meno
del combustibile da movimentare che una equivalente
centrale a carbone).

Ho invece molte riserve sull' uso dei biocombustibili, almeno come oggi
vengono prodotti, a parte l' impatto di tipo alimentare e quindi etico, ho
dei seri
dubbi che almeno l' etanolo da mais abbia un reale ritorno energetico (e
quindi una reale riduzione dei gas serra)

> None. C'� un problema di fondo dovuto al mancato computo di combustibili
> per le lavorazioni meccaniche (spese di trasporto e di miniera).
> Ora sarebbe nel 2010 bello cominciare a vedere qualche stima che metta
> dentro tutto.

Ce ne sono diverse, per es. una svedese che calcola in < 10 grammi per kWh
le emissioni di CO2, anche nel caso di sfruttare la meno concentrata miniera
di uranio nel mondo (quella di Rossing in Namibia a 350 ppm), o la stessa
IPCC che la stima tra in < 40 gr/kWh,
http://www.theoildrum.com/story/2006/8/7/195721/3132
http://www.ipcc.ch/pdf/assessment-report/ar4/wg3/ar4-wg3-chapter4.pdf
la cmq piccola differenza dell' intervallo praticamente � quasi totalmente
dovuta all' elettricit� consumata nel processo di arricchimento dell' U (o
la produzione di acqua pesante per i reattori ad uranio non arricchito) che
in molti Paesi come sappiamo � ancora carbone (1000 MWe di nucleare
necessitano di 150-200 mila unit� di lavoro separativo, ULS, con un ULS che
necessita di 60 kWh nel processo di centrifugazione, oggi il pi� usato, e
2400 kWh in quello pi� vecchio ed inefficiente di diffusione, in via di
superamento ma ancora molto usato in Usa e Francia)
Received on Sun Jul 11 2010 - 11:37:59 CEST

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