In article <38C36DCA.A27423A8_at_science.unitn.it>,
moretti_at_science.unitn.it wrote:
>In questo caso le cariche di polarizzazione
> formano un secondo condensatore interno al primo per cui il campo
> esterno da esse generato sulle piastre (esterne) e' nullo...
> (perche' le due piastre di cariche di polarizzazione formano un
> condensatore
> interno a quello vero il cui campo esterno e' nullo).
Ma perche'? Il fatto che il campo sia nullo fuori da un condensatore
dipende dal fatto che c'e' un conduttore e che il campo in esso e'
nullo!(oltre che dal fatto che sia sottile il tratto dove il conduttore
non c'e') Certo che il campo poi diventa nullo, dentro le armature, ma
a noi interessa proprio il campo SULLA SUPERFICIE dell'armatura, dove
c'e' la carica superficiale localizzata sulla quale il campo esercita
la forza.
Se fai la solita superficie gaussiana a parallelepipedo che passa in
mezzo ad un'armatura con una faccia e in mezzo al condensatore con
l'altra trovi che il flusso di D deve essere uguale a Q. Siccome non
c'e' campo dentro l'armatura e se il condensatore e'sottile non esce
campo dai bordi, D dentro il condensatore vale Q/A (A e'l'area). Allora
E vale Q/(A*epsilon) e F dipende ovviamente da epsilon (infatti vale
Q^2/(2*A*epsilon, il due a denominatore viene dall'integrazione
sull'area)
Se consideri la densita' di energia del campo elettrico, 1/2E*D e fai
lo stesso ragionamento partendo da D, trovi U = 1/2 (Q/A)*(Q/
(A*epsilon))*A*d = Q^2*d/2*A*epsilon e dal principio dei lavori
virtuali, considerando il lavoro Fdx per avvicinare le armature di un
trattino dx, ricavo ancora F = Q^2/2*A*epsilon.
A me davvero non sembra ci sia niente di problematico. Ma naturalmente,
pu� sempre darsi che mi sbagli io.
Ciao.
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Received on Wed Mar 08 2000 - 00:00:00 CET