Pochi sere or sono mi � accaduto un fatto di una banalit� estrema che per�
mi ha portato a fare delle considerazioni che potrebbero essere ovvie per
alcuni di voi ma che per me non lo sono cos� tanto.
Come dicevo ero in macchina fermo ad un semaforo assorto nei pensieri,
davanti a me c'era una station wagon che, come accade spesso qui a Roma, si
era fermata dopo lo stop sulle striscie pedonali, un povero passante dovendo
attraversare � stato costretto a girare intorno alla macchina; bene,bello
non ci sembra niente di eccezionale: e no! Per uno che studia fisica e ne �
malato anche queste piccolezze rappresentano uno spunto per riflettere: ma
la linea pi� corta fra una lato e l'altro della macchina non � quello che ci
passa sopra? si, ed allora perch� quel passante (ed in generale tutti i
passanti) ci ha girato intorno facendo pi� strada ed impiegando pi� tempo?
risposta ovvia: perch� faccio meno fatica a girarci intorno che a passarci
sopra, meno fatica implica meno spesa energetica, conclusione: il passante
ha incosciamente preferito rimanere sulla superficie equipotenziale, sulla
quale anche facendo un giro pi� lungo non ha speso pi� energia.
Le ovvie generalizzazioni sono per l'ambito pi� prettamente fisico: non �
possibile fare una descrizione del moto di un oggetto fisico (una particella
in particolare) come un percorso che richieda una minima spesa energetica,
ovvero una particella trovandosi immersa in un campo di forze non
"preferir�" forse muoversi in modo da risparmiare la spesa energetica? Lo
definirei una specie di principio di minima energia. Immagino che un
principio siffatto o perlomeno qualcosa di analogo esista gi�, volevo
sentire le vostre opinioni in merito.
Saluti
Adriano Amaricci
Received on Thu Feb 17 2000 - 00:00:00 CET
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