Re: Graffette, stati e misure.

From: ernesto <ernesto.alto_at_iol.it>
Date: 2000/01/24

"Mara" <mcervin_at_tin.it> wrote:


>1) STATI E AMPIEZZE
> Poi "umanizza" la differenza
>dicendo
>che i fermioni sono l'essenza dell'individualismo mentre i bosoni della
>gregarieta'. La legge che governa quegli individualisti degli
>elettroni sarebbe il principio di esclusione di Pauli, mentre la
>condensazione di Bose sarebbe la legge che governa quei gregarioni
>di fotoni......ma allora con tutti gli elettroni che ci
>sono nell'universo mondo ognuno ha un suo stato? Non capisco......

Il libro afferma che gli elettroni sono tutti uguali (Pierino
l'Elettrone, ricordi?). Alice crede d parlare con elettroni diversi e
invece � sempre lo stesso. La differenza tra fermioni e bosoni viene
identificata nell'inversione delle ampiezze nel caso dei fermioni che
si scambiano di posto cosa che non succede ai bosoni (anche se poi la
distribuzone di probabilit� che � il quadrato dell'ampiezza resta
inalterata). Ma l'inversione dell'ampiezza porta al principio di
esclusione di Pauli. Parlando della condensazione di Bose, il libro
dice che ai bosoni (da Bose) "piace" stare tutti nello stesso stato.
Quindi quando a pag. 103 dice che gli elettroni sono individualisti e
i fotoni gregari si riferisce solo allo stato. Io credevo di sapeere
che gli stati degli elettroni fossero relativi agli orbitali intorno
ai nuclei atomici e che lo stato meno eccitato corrispondesse
all'orbitale primo. Supponevo per� che lo stato degli elettroni
intorno a un miliardo di nuclei di piombo fosse diviso solo nelle
classi dei suoi orbitali.... invece proprio leggendo "Alice nel paese
dei Quanti" ho scoperto che non � cos�, e che "pare" che elettroni
ugualmente eccitati, posti sullo stesso orbitale di due diversi atomi
d quel che vuoi, siano diversi tra loro e diano origine ad una
repulsione chiamata "pressione di Fermi".
A questo punto qui ci vuole un Fisico...

>- 2) PROBLEMA DELLA MISURA - SOVRAPPOSIZIONI DI STATI
>[dopo l'osservazione - problema della misura]


>[Se e' intrinseco alla sua natura quanto "piccola" deve essere un
>qualcosa che si comporti come lei? C'e' una "misura "critica"? (Planck?)

Su questo punto credo che ci sia ancora incertezza. Mi pare che sia
stato fatto un esperimento simile a quello della doppia fenditura con
dei fullereni, che sono molecole di carbonio a palloncino, ma non ne
sono sicuro. In ogni modo dai fullereni alle palle da biliardo c'� una
zona grigia...

>Sempre parlando del problema della misura spiegano che:]
>"Se la teoria quantistica e' la vera teoria degli atomi, come pare che
>sia, e se e' vero che l'universo mondo e' costituito solo da atomi,
>allora (presumibilmente) la teoria quantistica si dovrebbe applicare
>all'universo mondo e a ogni cosa che in esso si trovi. Il che include
>gli strumenti di misura" [giusto, fin qui ci sono... ma poi mi sono
>persa quando dice:] "Quando un sistema quantistico puo' fornire valori
>diversi, la sua ampiezza e' la somma di stati che corrispondono ciascuno
>a ogni valore possibile. Laddove lo strumento di misurazione sia esso
>stesso un sistema quantistico e ci siano vari valori che esso *potrebbe*
>misurare, lo strumento non ha nessun diritto di scegliere uno di questi
>valori. Dovrebbe trovarsi in uno stato che sia la somma delle ampiezze
>corrispondenti a tutti i possibili risultati che *potrebbe* misurare, e
>non si potrebbe effettuare alcuna osservazione unica.
>[:-((((((((((

Mmmh. Gli strumenti di misura a livello umano sono macroscopici e non
quantistici, vedi il nostro occhio. E' vero che acchiappa anche pochi
fotoni per poi amplificare... Io mi ero "assestato" sull'idea che le
certezze dela meccanica classica si potessero sostituire con buona
approssimazione con la Statistica quantistica. Perch� � vero che una
particella � un sacco indeterminata e non si mai dov'� o a quanto va,
ma � anche vere che ce ne sono sempre miliardi di miliardi e prese
nella loro sterminata massa le predizioni di dove sono in massima
parte e a quanto vanno � perfettamente conoscibile.
Ma siamo nel campo in cui il buon senso e la capacit� di metafora
vacillano pericolosamente.

In ogni modo il libro di Gilmore � un piacevole tentativo di rendere
in immagini questa cosa cos� ssfuggente come la MQ.

Ciao.

Ernesto
Received on Mon Jan 24 2000 - 00:00:00 CET

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