R: evoluzione darwiniana ed entropia

From: eligio <fwgdis_at_tin.it>
Date: 1999/12/26

> La morte come meccanismo per ridurre l' entropia potrebbe essere un'
> idea affascinante...
> pero' fammi provare a stare coi piedi per terra e a sollevare due
> obiezioni alla base di quanto dici:
>
> 1) l' aumento di entropia come principio regolante l' evoluzione di
> sistemi macroscopici vale SOLO per sistemi isolati (ovvero che non
> scambino energia, o particelle e, per sistemi semplici, il volume sia
> costante). Non mi sembra che queste siano le condizioni naturali per un
> sistema vivente ( soprattutto se vuole continuare a vivere :-) ).

Infatti la morte viene dall' esterno.
Ed � questa che fa la differenza.
Spero di non essermi fatto fraintendere,quando parlo di morte
non mi riferisco ad una conseguenza del II principio che
inesorabilmente porta i sistemi alla loro fine(a questo proposito
per distinguere parlavo di dissoluzione).
Ma la morte la considero un principio selettivo che interagisce
con il sistema indirizzandolo nella direzione giusta.

> 2) anche per i sistemi isolati di cui sopra, l' aumento di entropia
> implica in senso stretto solo la tendenza del sistema a "campionare
> tutti gli stati equiprobabili" senza limitazioni di sorta (dopo di che,
> nel caso del contenitore diviso da un setto, ci sono un' enormita' piu'
> configurazioni in cui il gas e' equidistribuito rispetto a quelle in cui
> ci sia uno squilibrio misurabile ai due lati del setto).
> Tuttavia quando si parla di "ordine" o "disordine" come li definiamo
> operativamente in modo generale ?
>
> La storiella dell' entropia == disordine e' presente dappertutto. Pero'
> occorre fare molta attenzione ad interpretarla. Finche' si parla di gas
> ideali, tutto torna.
>
> Pero' i gas ideali sono un caso limite assolutamente non rappresentativo
> della ricchezza della termodinamica dei sistemi reali.
> E nei sistemi reali ci sono le interazioni.
>
> I gas ideali non cristallizzano. I sistemi reali si'. Secondo l'
> accezione comune, un gas dovrebbe essere piu' disordinato di un
> cristallo, vero ?
> E allora come mai in un sistema statistico di palle da biliardo (quelle
> che in meccanica statistica si chiamano "sfere dure") il solido ha
> entropia maggiore delle fasi fluide ? E non e' il solo esempio che si
> potrebbe fare...

Hai perfettamente ragione.
Anzi si potrebbe iniziare un'altra discussione proprio di qui.
La storia dell' universo � un susseguirsi di rotture di simmetria
al diminuire della temperatura.
Una dopo l'altra si sono create strutture sempre pi� complesse
e articolate.
Ma come mai questo � avvenuto mentre l'entropia aumentava
e in un certo senso aumentava il disordine?
(scusa se ho usato ancora questo termine,ma considerando
 che nelle premesse consideravo gi� i limiti di questa espressione
 credo di essere perdonabile).
In realt� quando nella lettera parlavo di entropia non mi riferivo
tanto all'entropia contenuta in un essere vivente nel suo complesso
ma a quella del suo materiale genetico.
Credo che il discorso sia molto vicino alla teoria dell'informazione
che guardacaso parla di entropia.
Se consideriamo pi� ordinate le informazioni contenute nel patrimonio
genetico (qui c'e un ulteriore differenziazione
rispetto al modello classico ,non essendo pi� noi a stabilire
cosa � ordinato e cosa no)che favoriscono la sopravvivenza rispetto
all'innumerevole gamma delle possibilit�,secondo chi non reputa valido
il meccanismo della casualit� nella selezione,questo porterebbe alla
dissoluzione.
E questa � una delle obiezioni principali che vengono mosse alla
teoria della selezione naturale sul versante della fisica.
Ma come ricordavi tu all'inizio il discorso si applica solo ai sistemi
isolati,nel nostro caso interviene dall' esterno un principio
selettivo (la morte) che favorisce le configurazioni
pi� ordinate rispetto alle altre.
Lo spirito del mio intervento era solo di mostrare come questo
fosse in un certo senso sottinteso nella vecchia e cara teoria
darwiniana.
Nel finale della lettera,forse con un p� di sentimentalismo,notavo
l'importanza che la morte ha per la vita rendendola possibile
e come il binomio vita-morte sia indissolubile.


> Rendendomi conto di aver gettato un sasso pesante nello stagno, mi fermo
qui.
>
> Ciao
>


Ciao
Received on Sun Dec 26 1999 - 00:00:00 CET

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