Il 08/12/2012 10:59, Luciano Buggio ha scritto:
> Risponderti punto per punto richiederebbe una vita.
> Scelgo un paio di spunti significativi.
>
> On 7 Dic, 16:40, Soviet_Mario<Soviet.Ma..._at_CCCP.MIR> wrote:
>>
>> Mah, per una bilancia ad equilibrio non � mai necessario
>> osservare nessun movimento. Basta constatare, una tantum,
>> che il campo gravitazionale non sia scomparso.
>
> O basta aver costatatato una volta per tutte che ci sia il campo, cio�
> la forza.
> E come si fa, senza ricorrere all'osservazione di uno spostamento?
non so, e non c'entra.
Non � che la definizione operativa di una grandezza sia
diversa se basata o meno su considerazioni "storiche"
dell'ambiente.
>
> Quando tari una bilancia hai bisongo di osservare degli spostamenti.
no, o meglio, incidentalmente. Avendo fortuna, azzeccando i
pesi, potresti non averne neppure per una bilancia a tacche
(a torsione).
Per una di equilibrio, idealmente, se realizzi i due bracci
e i due piatti a partire da un medesimo stampo a riempimento
completo e colato nella stessa lega, almeno in teoria i due
semi elementi saranno identici a priori e peseranno uguale.
A quel punto segnerai la posizione di zero senza neppure
filo a piombo. Una bilancia di equilibrio non si tara nel
senso in cui si tara (o calibra) la scala graduata di una a
torsione, a compressione o cmq a molla o a contrappesi graduati.
> Quando l'hai tarata, non ti serve pi� vedere spostamenti per evincere
> la forza, perch� li hai gi� visti e segnati sul tuo notes, dove hai
> fatto delle tacche.
la mia obiezione era sulla bilancia di equilibrio, non di
quella tarata.
Ma anche in quella, � ininfluente come tu l'abbia tarata, al
momento delle misure successive. La dipendenza storica dalle
procedure di taratura non � una caratteristica intrinseca
del fenomeno che poi porta alle misure successive
> Pensa ad una molla (cilindrica, con sopra qualcosa che per� ti �
> nascosto alla vista): come fai a sapere se � compressa e quanto �
> compressa, se � la prima volta che la vedi ?
non lo sai, e non ho mai detto questo.
O meglio, sai sempre che � compressa ALMENO dalla sua stessa
massa propria, se sei in campo gravitazionale. Se la molla
(a spirale) � verticale e molto lunga, il primo giro
potrebbe avere un passo pi� corto dell'ultimo giro, ad es.
> Se vicino c'� una barretta parallela al suo asse con delle tacche e
> dei numeri vuol dire che in passato qualcuno l'ha vista comprimersi, o
> assumere lunghezze diverse, e ne ha preso nota.
> L'osservazione del moto, in qualche fase della sperimentazione, �
> essenziale.
In qualche fase non mi interessa. Non � legittimo inferire
dipendenze su un fenomeno osservato in un certo momento con
una serie storica. Questa � filosofia al limite, non misure
fisiche
> O meglio, dello **spostamento**, ***dell'avvenuto spostamento*** (come
> nel caso della tua trave che hai contrassegnato con le tue iniziali
> e poi trovato rotta.
> Il moto **in corso**si pu� anche non osservare, non serve, si evince
> da due posizioni diverse misurate in tempi diversi.
>
> Non sempre � possibile osservare il moto.
> Qualcuno ha mai visto ***muoversi** (leggi: nell'atto di muoversi) il
> Sole, o Venere?
direi di si. Se no le meridiane come funzionerebbero ?
Trattasi ovviamente di moto relativo, ma il discorso vale
sempre, stabilire CHI si muove rispetto a chi � sempre
dipendente dalla scelta di un riferimento solidale a
qualcuno e non a qualcun altro. Non capisco dove stiamo
andando a parare ...
> O i fotogrammi di una pellicola'?
>
>
>>
>> Anche conoscere la storia di un sistema � utile.
>
> E' necessariio ed � tutto, ed � storia di spostamenti.
> Se conosci questa storia vedere poi spostamenti non ti serve pi� (per
> sapere le forze): le misure le puoi fare anche solo osservando stati
> di equilibrio, basta osservare al posizione dell'indice, che ha un
> significato e ti d� informazioni solo se c'� una storia passata che �
> stata registrata.
>
>> Se vedo una trave di legno dritta, ci scrivo una mia sigla
>> per riconoscerla, e poi dopo un minuto la vedo utilizzata in
>> un tetto e la trovo curva, sono autorizzato a dire che sia
>> soggetta a un carico flettente anche se non la vedo
>> muoversi. Non essenziale non averla vista muovere nel
>> transitorio (a patto di sapere che la stessa, diversamente
>> posso solo avere un sospetto per inferenza con altri tetti e
>> tutte le travi curve viste prima).
>>
>> Che Risultante = zero implichi assenza di movimento mica lo
>> contesto, un principio di base della statica.
>> Il fatto che in certe situazioni una risultante nulla possa
>> anche originarsi perch sono assenti forze non indebolisce
>> il fatto che quasi sempre invece ci sono, perch nel primo
>> caso l'equilibrio indifferente, nel secondo caso no, ergo
>> facile distinguere.
>
> Facile distinguere?
> Una carica elettrica ipotizzata nel vuoto assoluto di campo, lontano,
> nello spazio vuoto tra due galassie, ed una carica nei pressi di un
> atomo (neutro).
> Entrambe ferme, in equilibrio.
> Risultanti entrambe nulle.
> Nel primo caso non ci sono forze, nel secondo ci sono, uguali e
> contrarie (il campo negativo ed il campo positivo delle cariche
> opposte nell'atomo che si annullano): come fai a distinguere i due
> diversi "equilibri"?
>
> Luciano Buggio
> http://www.lucianobuggio.altervista.org
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1) Resistere, resistere, resistere.
2) Se tutti pagano le tasse, le tasse le pagano tutti
Soviet_Mario - (aka Gatto_Vizzato)
Received on Sat Dec 08 2012 - 11:58:39 CET