Mauro D'Uffizi ha scritto nel messaggio <7sampm$j18$3_at_nslave1.tin.it>...
>
>Giampaolo Tomassoni ha scritto nel messaggio
>>� tutto qui il problema. Il gemello B si muove effettivamente rispetto ad
A
>>perch� sperimenta gli effetti di accelerazione e decelerazione necessari
>per
>>andare da 0 a c e, quindi, di nuovo a 0. Ossia, tanto per dire, alla
>>partenza viene schiacciato al seggiolino, mentre all'arrivo viene
>>schiacciato al parabrezza...
>>
>>Il gemello A non sperimenta un'effetto di questo tipo. Non viene, cio�,
>>schiacciato al vetro della televisione mentre vede la partenza del
>>fratello...
>
>
>E per� � sbagliato! (come direbbe Guzzanti).
>Le accelerazioni non c'entrano niente, come fu gi� detto qualche mese fa su
>questo stesso newsgroup.
>Anche se alla maniera dei relativisti, il problema si risolve tutto
>all'interno della Relativit� Ristretta, cio� senza tirare in ballo le
>accelerazioni.
Non so bene chi siano i "relativisti", ad ogni modo il problema,
per me (sono un relativista?), si risolve all'interno della Relativita'
Ristretta, ovviamente tirando in ballo le accelerazioni.
Il punto, di scarso interesse qui, ma da precisare per non indurre
in interpretazioni errate, e' che fra coloro i quali conoscono
la teoria della relativita' (sono questi i "relativisti"? Cosi' che
i "non relativisti" sono quelli che non conoscono tale teoria?),
non c'e' accordo nel definire l' "ambito" della
relativita' generale:
1) ogni volta che si ha a che fare con le accelerazioni entriamo
nell'ambito della relativita' generale;
2) la relativita' generale e' la teoria della gravitazione, cosi' che
si puo' benissimo parlare di accelerazioni nell'ambito della
relativita' ristretta.
Il punto di scarso interesse qui di cui parlavo sopra e' che,
fra i conoscitori della teoria, non c'e' accordo nell'accettare
la convenzione 1) o 2); ad ogni modo tutti, per quanto ne so,
concordano nel dire che il problema si risolve tirando in ballo le
accelerazioni.
>Il risultato, come ho gi� detto, � che il giudizio del gemello viaggiatore,
>che misura il tempo scorrere pi� lentamente per il fratello a Terra,
durante
>i suoi spostamenti a velocit� vicina a "c", si dimostra falso al momento
>dell'inversione di rotta, ed in tale momento egli acquisisce conoscenza del
>fatto che le cose a Terra sono andate diversamente da come egli riteneva.
>
>Per questo ho detto che in tale paradosso la relativit� vale per tutti gli
>osservatori meno che per il gemello in viaggio, che sperimenta dei salti
>temporali ogni qualvolta cambia direzione.
Il gemello in viaggio non sperimenta alcun "salto" temporale.
Il suo orologio "scorre con continuita' ", cosi' come gli orologi
che sono nel sistema di riferimento solidale alla terra.
A rimane a terra e B va in viaggio:
B vede gli orologi che sono nel sistema di A (nota bene,
non l'orologio di A; A e' lontano e B non lo "vede") scorrere
lentamente e con continuita'.
Anche A vede gli orologi che sono nel sistema di B
(anche qui, ovviamente, non l'orologio di B) scorrere
lentamente e con continuita'.
Alla fine, quando B torna nel sistema di A, B e'
piu' giovane di A.
Nel maggio scorso, quando parlammo della questione,
cercai, in un lungo post dal titolo "Il paradosso dei gemelli",
di spiegare cosa "vede" A e cosa "vede" B.
Gia' allora mi rendevo conto che senza l'uso dei
diagrammi spazio-tempo (se ricordo bene si
chiamano rappresentazioni nello spazio di Minkovsky)
e' praticamente impossibile comprendere bene
la questione.
Nel frattempo mi e' successo di trovare un sito
http://physics.syr.edu/courses/modules/LIGHTCONE/java/TwinParadox.html
nel quale sono mostrati proprio i diagrammi di cui parlavo
in quel post.
In generale tutto il sito
http://physics.syr.edu/courses/modules/LIGHTCONE/
e' interessante, cosi' come lo e' anche un qualsiasi
testo di relativita'.
>Ciao, Mauro.
Ciao.
--
Bruno Cocciaro
email:nospamb.cocciaro_at_leonet.it togliere "nospam" per avere il
corretto indirizzo.
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Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
Li spingemmo oltre il bordo. E volarono.
--------------------------------------------- (G. Apollinaire)
Received on Mon Sep 27 1999 - 00:00:00 CEST