Re: Un piccolo esercizio di relatività (ristretta!)

From: Christian Corda <cordac.galilei_at_gmail.com>
Date: Sun, 9 Apr 2023 06:14:47 -0700 (PDT)

Ti sfuggono due cosucce che sono di importanza fondamentale. La prima è che il principio di relatività a cui fai riferimento vale ESCLUSIVAMENTE in riferimenti inerziali, mentre il riferimento rotante NON è un riferimento inerziale. La seconda che quanto dici che "l'esito di un processo di misura in un riferimento assegnato è un evento e come tale non può dipendere dal riferimento in cui si fa il calcolo" vale SOLO se gli eventi sono assegnati nello stesso spazio-tempo. Come ho chiarito in una precedente replica ad un'altra tua affermazione, che evidentemente non hai letto o non hai capito,  lo spazio-tempo di Lorentz e quello di Langevin sono DUE spazi-tempi DIVERSI. Relativamente alla questione che "se in B mettiamo uno specchio, in generale con quei  coefficienti in A non ritorna la stessa frequenza che ha  emesso. I fronti d'onda in piu' o in meno da dove vengono o  dove si perdono? " la risposta è che non si perde proprio niente. L'errore è che tu continui a parlare di B ed A, ma, il tuo calc
olo NON LO HAI FATTO IN B ed in A, ma sei passato ad O come se niente fosse. Se passi da B ad O devi tenere conto che B ed O non sono sincronizzati, così come non lo sono O ed A,  perché A e B "vivono" nello spazio-tempo di Langevin, mentre O "vive" nello spazio-tempo di Lorentz.  Il modo migliore per tenere conto di questo fatto è calcolare degli integrali lungo la traiettoria della luce, cosa che ne tu ne gli altri fate. La differenza nei coefficienti è che, differentemente dall'effetto dovuto alla cinematica relativistica, in cui invertendo emettitore e ricevitore cambia il segno dello shift ma non il coefficiente della formula, quando consideri l'effetto di sincronizzazione tra i due riferimenti, questo effetto RIMANE LO STESSO sia che passi da A a B, sia se inverti la posizione di B con quella di A.



Ti consiglio anche di lasciar perdere Wikipedia, che su queste cose è lungi dall'essere un riferimento affidabile ed andrà evidentemente aggiornato. Se vuoi capire come si affronta rigorosamente questo tipo di problema dovresti leggere il mio lavoro C. Corda, " On the equivalence between rotation and gravity: "Gravitational" and "cosmological" redshifts in the laboratory", Found Phys 52, 42 (2022) , disponibile su https://arxiv.org/abs/2203.02282
Cari saluti, Christian Corda
On Friday, 7 April 2023 at 00:20:03 UTC+2, Paolo Russo wrote:
> Il Wed, 5 Apr 2023 19:14:38 +0200, Bruno Cocciaro ha scritto:
>
> > Il 05/04/2023 13:32, Christian Corda ha scritto:
> >>
> >> L'ambiguità nasce dal fatto che non si capisce in quale riferimento va
> >> fatto il calcolo.
> >
> > E perché mai un testo non ambiguo di un problema dovrebbe dare
> > indicazioni su come svolgere il calcolo?
> Infatti. Concordo che non abbia molto senso.
> >> (l. d'onda ricevuta)/(l. d'onda emessa)= {1+k[w*(R_B-R_A)/c]^2} con k=
> >> 2/3 se A è la sorgente e B il ricevitore e con R_A<R_B. Se invece
> >> R_A>R_B sarà k=-1/3. Il risultato è al primo ordine in
> >> [w*(R_B-R_A)/c]^2.
> >
> > Ecco, siccome la risposta che dai tu è diversa dalla mia (e di altri),
> Compresa Wikipedia:
> <https://en.wikipedia.org/wiki/Relativistic_Doppler_effect>
> > cosa cavolo significa che una formula sarebbe corretta "nel riferimento
> > X"?
> L'esito di un processo di misura in un riferimento assegnato
> e` un evento e come tale non puo` dipendere dal riferimento
> in cui si fa il calcolo. E` proprio questo il senso del PR.
> Se una formula per calcolare tale esito da` risultati
> dipendenti dal riferimento in cui si fa il calcolo, mi pare
> chiaro che sia sbagliata.
> Un ulteriore indizio in tal senso viene proprio dagli strani
> coefficienti nelle formule di Corda: 2/3 e -1/3.
> Se in B mettiamo uno specchio, in generale con quei
> coefficienti in A non ritorna la stessa frequenza che ha
> emesso. I fronti d'onda in piu' o in meno da dove vengono o
> dove si perdono?
>
> Ciao
> Paolo Russo
Received on Sun Apr 09 2023 - 15:14:47 CEST

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