Alberto Rasà ha scritto:
> Premetto che, con molto rammarico, non sono in grado che di seguire
> solo una minima parte di tutti i concetti di questo
> interessantissimo thread, e che, anche per questo, non ho titolo per
> prendere alcuna posizione in merito alla diatriba principale,
Ma se non sei in grado che di seguirne solo una minima parte, come fai
a dire che il thread è "interessantissimo"?
Comunque, mi viene il sospetto che a qualcuno questo possa tornare
comodo, appunto perché nella confusione di parole cui non sempre
corrispondono concetti, le persone intellettualmente più oneste siano
costrette a sospendere il giudizio.
Mi viene in mente una vecchia canzone di Nino Manfredi, intitolata
"Tanto pe' cantà", dove un verso dice:
"e m'arintontoniva de bucie" :-)
Ti pongo quindi alcune domande secche:
1) Arrivi a capire che le componenti di un tensore in genere cambiano
passando da un sistema di coordinate a un altro, ma che se sono tutte
nulle in un dato sistema, restano nulle in qualunque altro sistema,
comunque definito?
2) Sai che dire "spazio-tempo piatto" è matematicamente equivalente a
dire "tensore di Riemann nullo"?
3) Sai che lo spazio-tempo di Lorentz-Minkowski è piatto?
4) Accetti che da ciò segue che il detto spazio-tempo resta piatto
anche se si cambiano le coordinate come si vuole; in particolare se si
usano le coord. di Langevin?
> Il settaggio potrebbe richiedere molto o poco tempo ...
Intanto "settaggio" è una parola inesistente nella lingua itailana, e
barbara che più non si può.
Infatti è una derivazione alla francese (come tutte le parole italiane
in -aggio (francese -age) da una radice inglese: il verbo "to set".
L'on. Rampelli vorrebbe multare chi usa parole inglesi; io multerei
più volentieri chi usa queste parole pseudoitaliane. Alcuni esempi dal
gergo infomratico-elettronico: bannare, taggare, switciare, twistare;
ma anche amperaggio, voltaggio, wattaggio... E perché non anche
ohmaggio o hertzaggio?
A proposito di questa divagazione sui tempi di reazione, del tutto
priva di senso, forse ti avrà portato a capire perché da molti anni ho
bandito il termine "osservatore" dai miei discorsi sulla relatività
(ristetta o generale che sia).
Alcuni fisici ne difendono l'uso in quanto sarebbbe un termine
convenzionale per descrivere con una sola parola l'insieme degli
strumenti di misura coi quali si studia un fenomeno.
Io lo combatto perché volere o volare introduce elementi di
soggettività che in fisica non debbono avere posto.
Nella vostra discussione si è arrivati all'estremo: non solo
l'osservatore è personalizzato, ma addirittura conterebbero i suoi
tempi di reazione.
A chi ha avuto questa balzana idea non viene in mente che ormai da
tempo la fisica non si fa premendo pulsanti o toccando gli oggetti per
sentirne la temperatura.
Né sembra sapere che moltissimi esperimenti si fanno senza la presenza
fisica degli "osservatori", che possono stare lontani o per ragioni di
sicurezza o per necessità pratica. Pensa alle sonde su Marte o a
quella che ha toccato una cometa (e ci ha mandato informazioni su
quell'oggetto, lontano 10^11 m (ordine di grandezza).
Se questo non è arrampicarsi sugli specchi...
Insomma tu hai ragione, ma a che serve entrare in simili discorsi?
--
Elio Fabri
Received on Mon Apr 17 2023 - 11:36:25 CEST