Salve a tutti! Sono uno studente di liceo scientifico (ancora per poco...),
ho gi� scritto una volta a questo NG ma spero d'ora in poi
di poter partecipare alle discussioni pi� spesso ovvero porre tutti quei
quesiti che mi saltano in mente.
Vorrei chiedere ai prof. E. Fabbri e I. Paludet qualche chiarimento in pi�
sulla natura dei campi ed in particolare se � lecito ragionare nel modo
seguente.
La RR postula che l'informazione (non so se � proprio cos� ma dovrebbe
funzionare lo stesso) ha una velocit� limite c e perviene alle consuete
trasformazioni. Queste applicate alle cariche (o alle masse) in movimento
portano alla conclusione che le forze elettriche (o gravitazionali) si
manifestano diversamente se si considerano sistemi di riferimento diversi,
in generale l'aspetto di queste forze � duplice: elettrico e magnetico
(gravitazionale e "magnetogravitazionale"??).
In tal caso la teoria dell'elettromagnetismo (e dell'equivalente
gravitazionale) sarebbe derivata da quanto detto sopra e conterrebbe gi� la
costante c (la stessa anche per il campo g.).
Mu(0) (mu(g0)) si determinana da eps(0) (eps(g0)) e da c.
Ma se effettivamente esistono cos� forti analagie tra campi elettrici e
gravitazionali, com'� logico che sia, per quale motivo i libri non ne
parlano?
Certo � che una trattazione "completa" del campo g avrebbe applicazioni
reali infinitamente minori di quelle che ha l'elettromagnetismo, ma dato che
lo sforzo di comprensione � lo stesso non vedo perch� non assimilare qualche
concetto in pi� che non costa nulla.
La precessione dell'asse di rivoluzione di Mercurio, ad es., non portebbe
essere descritta forse introducendo un momento analogo a quello che �
esercitato su di una spira percorsa da corrente posta in un campo magnetico
(e senza la temuta RG)?
Non a caso il piano dell'orbita di Mercurio � abbastanza inclinato rispetto
a quelli degli altri pianeti.
Massimo Guarnieri
Received on Wed Jun 02 1999 - 00:00:00 CEST
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