Freccia del tempo

From: Paolo Russo <paolrus_at_libero.it>
Date: Thu, 10 Jun 2010 19:00:26 GMT

Scusandomi per il gran ritardo, apro un nuovo thread non
tanto perche' il titolo del vecchio ("Una stupida domanda sul
moto perpetuo.") era poco appropriato quanto perche' il mio
client per qualche motivo non me lo visualizza piu'; forse e`
passato troppo tempo. In verita` mi servirebbe altro tempo
per rispondere, quindi per intanto mi limito a una risposta
parziale.

[Tommaso Russo, Trieste:]
> Ok, uno lo dici dopo (paradosso del nonno), rispondo li'.
>
> Tira fuori gli altri, scommettiamo che ci trovo o un
> ragionamento circolare o un postulato di asimmetria
> temporale implicito? :-)

Mi e` difficile spiegarlo adesso in dettaglio. Forse e`
troppo presto, ma ci provo. In sostanza, ricollegandomi a
quel che ho detto degli stati dotati di passato (un passato
che comunque non puo` essere che di lunghezza finita; a un
certo punto dovrebbe diventare un "futuro (termodinamico)
all'indietro"), non ho idea di come si possa definire lo
stato di due sistemi uno dei quali ha un passato molto lungo
e l'altro un passato in avanti molto lungo, dove per "molto
lungo" intendo significativamente piu' lungo della loro
distanza spaziale divisa per c. Nella zona di intersezione
dei loro coni del passato e del futuro lo stato dovrebbe
essere caotico e dar luogo solo a futuri da quel punto in
poi. Non riesco a immaginare quanto speciale dovrebbe essere
uno stato di un sistema capace di avere passati stabili in
entrambi i versi del tempo. Mi sembra uno stato di una
rarita` miracolosa, cosi' miracolosa che non saprei da che
parte cominciare per descrivere uno stato del genere senza
immaginare di doverci mettere una quantita` d'informazione
quasi infinita.
Confido di non essere riuscito a spiegarmi, ho premesso che
forse e` ancora troppo presto per parlarne.

>>> L'interazione non si esclude affatto...
>>
>> Infatti ho detto che non vedevo come potesse essere
>> esclusa, e tuttavia e` problematica.
>
> Perche'? Solo per il paradosso del nonno?

Vedi sopra.

> Conosco l'argomento: in soldoni, sostiene che, in un
> sistema deterministico e perfettamente chiuso, gli stati a
> bassa entropia corrispondono ad un'informazione
> "concentrata" in un macrostato, mentre in quelli seguenti
> *la stessa* informazione permane, ma trasformata in
> microinformazione distribuita fra i microstati dei
> componenti. Fra i quali e' presente, anche se *molto*
> difficilmente rivelabile, una certa coerenza derivante
> dallo stato iniziale, che potrebbe essere rivelata
> invertendo l'evoluzione (facendo ad esempio subire
> contemporaneamente a tutte le palle un urto elastico con
> una parete inamovibile).

Perfetto, era quello che intendevo.

> Un'obiezione, alla quale non do gran peso (vedi sotto),
> contesta il determinismo, basandosi sul fatto che per la MQ
> l'informazione completa sullo stato di un sistema permette
> previsioni solo probabilistiche.

La considero invece un'obiezione fondamentale, che risolvo
semplicemente interpretando la MQ come del tutto
deterministica. Dato che, come forse ricorderai, adotto
l'interpretazione a molti mondi (MWI), dove il collasso della
fdo semplicemente non avviene, l'evoluzione dello stato reale
dell'universo e` completamente deterministica anche se
inosservabile; possiamo osservarne solo una parte, e nella
"scelta" della parte sta la casualita` apparente.
Per me non e` possibile mettersi a ragionare sulla freccia
del tempo senza finire con l'imbattersi nel problema delle
interpretazioni della MQ, perche' la normale evoluzione
temporale e` tempo-simmetrica ma il collasso della fdo no,
perche' il meccanismo sottostante e` lasciato indefinito.
Bisogna adottare una qualche interpretazione che faccia un
modello preciso del collasso e poi mettersi a ragionare
nell'ambito teorico cosi' definito, ed e` cruciale se il
modello adottato sia deterministico e tempo-simmetrico o no.
Non conosco l'interpretazione transazionale, quindi per il
momento su questa non mi esprimo.

Lo dico? Non lo dico? Vabbe'... ebbene si', anche di questo
problema interpretativo avevo trattato (brevemente) in quel
mio racconto... c'ero stato costretto, per quanto detto
sopra.

> Un'altra obiezione, che mi pare piu' pregnante, contesta la
> possibilita' di poter ottenere un sistema chiuso (che non
> costituisca un intero universo): non tutte le interazioni
> sono schermabili, in particolare non lo e' quella
> gravitazionale; per cui le interazioni con il resto
> dell'universo porterebbero rapidamente alla decoerenza con
> distruzione dell'informazione.

Sfondi una porta aperta. Per la MWI l'unico vero sistema e`
l'universo, solo che l'informazione che dici viene nascosta
piu' che distrutta; normalmente non farebbe differenza, ma ai
fini del nostro discorso mi pare rilevante.
Tuttavia, in un certo senso, e` proprio l'obiezione che hai
appena posto a dar vita alla difficolta` che vedo con il
sistema composto di due sottosistemi con freccia opposta. Per
quanto ho scritto la volta scorsa, solo un sistema isolato
puo` trovarsi in uno stato che gode della proprieta` di
prevedere un passato in una direzione del tempo. Se i due
sottosistemi non sono isolati l'uno dall'altro (e non possono
esserlo che in una ristretta fascia temporale, finche' i coni
degli eventi iniziali che vogliamo considerare non si
intersecano), come possono avere lunghi passati indipendenti
senza che il futuro dell'uno distrugga il passato dell'altro?

> Attenzione: come faresti a distinguere uno stato "davvero
> scelto a caso" dallo stato del sistema precedente lasciato
> libero di evolvere per un miliardo di anni? L'unico modo
> sarebbe di verificare che il triangolo iniziale verrebbe
> ricomposto "solo" un miliardo di anni dopo l'inversione
> anziche' dopo gli eoni derivanti da un calcolo delle
> probabilita' nello spazio delle fasi. Ma per far questo
> serve appunto un'osservazione lunga un miliardo di anni (e
> perche' non 20?), il che getta una luce sinistra (se ce ne
> fosse bisogno) sul concetto di "realmente casuale".

Be', non proprio. Il caso delle palle da biliardo in effetti
e` un po' troppo semplice perche' raggiunge l'entropia
massima praticamente subito. Con un sistema piu' complesso,
dotato di un passato di un miliardo di anni e con
l'evoluzione temporale invertita, avresti si' bisogno di
aspettare un miliardo di anni per tornare all'entropia
minima, ma ti basterebbero pochi secondi per vederla
diminuire. La vedresti diminuire per quasi tutto il tempo. Se
la vedi diminuire per un'ora puoi dire che quello stato
"conteneva" un passato di almeno un'ora. E` pero` difficile,
e in ambito quantistico del tutto impossibile, sapere quanto
altro passato preveda quello stato solo osservandolo a un
dato istante.

>> Andando verso il passato l'entropia non
>> dovrebbe continuare a diminuire all'infinito: a un certo
>> punto dovrebbe ricominciare ad aumentare. Oltre quel punto
>> il passato diventerebbe quel che chiamo "un futuro
>> all'indietro".
>
> Esatto. E' chiaro che stai pensando proprio a un
> "universo-giocattolo": prima o poi la sedicesima palla (o
> un'altra) tornerebbe a colpire il triangolo e il processo
> si ripeterebbe.

Non stavo pensando a un tempo ciclico. Non che non possa
esserlo, ma lo vedo come un discorso distinto.

> Ma anche guardando all'evoluzione a ritroso
> nel tempo, *prima* della ricostruzione del triangolo,
> dovresti vedere il triangolo che *si stava formando*
> (ossia, nel tempo a ritroso, disfacendo).

Ecco, alludevo a questo quando parlavo di "futuro
all'indietro".
Partendo da uno stato iniziale semplice, scelto a caso tra
quelli di bassa entropia, l'evoluzione temporale dovrebbe
portare ad aumenti di entropia in entrambi i versi del tempo,
cioe` un futuro normale e un futuro (in senso termodinamico)
"all'indietro".

>> In realta` tutto questo e` teorico, se sono veri i modelli
>> cosmologici che prevedono un istante zero prima del quale
>> non esisteva il tempo; dico solo che, *se* per caso quei
>> modelli non sono giusti e il tempo si estende all'infinito
>> anche nel passato, allora oltre un certo limite quel
>> passato dovrebbe diventare un altro futuro,
>> termodinamicamente parlando, distinto dal nostro e senza
>> possibilita` di comunicazione tra i due.
>
> Infatti questa era l'ipotesi di Boltznmann che ho citato,
> possibile solo in un Universo di durata illimitata, che
> prendeva in considerazione anche la possibilita' di minimi
> *locali* (in senso anche spaziale) dell'entropia.

Non lo sapevo, quindi ho googlato un po' e se ho capito di
che parli mi sembra che non sia la stessa cosa. Boltzmann si
chiedeva se lo stato di bassissima entropia che abbiamo alle
spalle potesse essere frutto di un caso improbabilissimo che
diventa certezza in un tempo infinito. Io invece lo assumo
esplicitamente come stato iniziale. Per definire esattamente
un universo, ad esempio per simularlo, bisogna assegnare le
leggi fisiche ma anche uno stato a un qualche tempo T_0. Per
me quello stato, nella stragrandissima maggioranza dei
possibili stati iniziali di bassa entropia (che sono poi
quelli che richiedono meno informazione per essere definiti,
quindi come programmatore mi sembrano abbastanza naturali),
non ha passato, prevede solo futuri in entrambi i versi
dell'asse temporale, e questo non perche' sia il risultato
casuale di un'evoluzione temporale precedente miracolosamente
fortuita, ma perche' l'evoluzione temporale precedente e`
*causata* dallo stato iniziale. Per me il rapporto di
causa-effetto tra lo stato iniziale e il suo "futuro
all'indietro" e` invertito rispetto alla visione di
Boltzmann, se l'ho capita bene.
Poi non escludo che si possa tornare allo stato iniziale dopo
un tempo assurdo se il tempo e` ciclico, ma... be', almeno
nel nostro universo mi sembra improbabile che il tempo sia
ciclico. Peraltro, se la RG e` corretta, come ho detto, non
c'e` motivo di pensare che sia mai davvero esistito nemmeno
un futuro all'indietro, perche' non c'e` un prima del big
bang.

>> Ho sfiorato anche questo tema in un mio racconto di
>> fantascienza tutto basato sulla natura del tempo e
>> dell'esistenza. Ogni tanto scrivo racconti, nel tempo
>> libero. Non ne ho ancora divulgato uno. Ogni tanto mi dico
>> che dovrei.
>
> Cosa aspetti a farlo? Pubblicalo sull'Internet e
> assoggettalo alla licenza Creative Commons.

OK, ho colto l'occasione per smuovermi dalla solita pigrizia.
Mi sono fatto un sito e tanto per cominciare ho uploadato il
racconto in questione, "Salto di fase":
http://digilander.libero.it/paolrus/My/SF/index.html#salto

> Cosi' puoi
> raccogliere commenti e magari farti conoscere nella cerchia
> degli appassionati in contatto con gli editori (non
> penserai mica di guadagnarci 10 eurocent con un'opera prima
> in questo settore? :-), e intanto noi possiamo godercelo.

Guadagnarci su non mi interessa e non lo vedo plausibile, non
credo che in tutta la vita avro` abbastanza storie da
raccontare da poterci guadagnare niente. Non mi dispiace
ricevere commenti, anche se preferirei riceverne prima di
rendere pubblico il tutto; per esempio, dopo quanto hai detto
ho dovuto proprio inserire nel racconto almeno un fugace
riferimento all'universo di Boltzmann (grazie).
No, l'ostacolo e` psicologico. Scrivo racconti perche' lo
trovo rilassante, proprio perche' so che nessuno li leggera`
mai e quindi in fondo, se mi scappano corbellerie o
semplicemente racconti brutti, non ha proprio nessuna
importanza. Se invece comincio a renderli pubblici, le cose
cambiano...
Comunque, di tutti i racconti che ho scritto, quelli che
reputo almeno vagamente decenti sono solo tre. Comincero`
l'immissione in rete da quelli.

>>> Questo
>>> porta dritto al problema dell'eccezionalmente bassa
>>> entropia nel passato, da cui la II legge discenderebbe -
>>> il che non fa altro che spostare il problema.
>>
>> Be', se e` vero quel che ho scritto sopra, questo problema
>> non si pone.
>
> Si porrebbe egualmente, anche nell'Universo (non
> giocattolo) di Boltzmann. [...]

Che pero` non e` esattamente il mio.

> Sembrerebbe che noi ci troviamo su una delle due chine
> discendenti da uno stato di entropia minima, evento
> rarissimo (Penrose na ha stimato la probabilita' in
> 10^-(10^123), per il valore che puo' avere questa stima):
> l'unico modo di spiegare l'eccezionalita' della nostra
> situazione sarebbe il ricorso al principio antropico
> debole.

Mah, sai, io la vedo da programmatore. Per definire
l'universo si deve pur assegnargli un qualche stato a un
qualche dato istante e mi pare plausibile che sia semplice
(perche' richiede meno informazione per essere specificato).
La dilatazione dello spazio delle fasi dovuta all'espansione
cosmologica fa il resto. Non mi pare che il principio
antropico debole debba sforzarsi molto per produrre un big
bang, a occhio basta un unico parametro libero (densita`) o
poco piu', altro che 10^-(10^123).

> Scusa, ho scritto "dinamiche" ma intendevo
> "termodinamiche". Le leggi dinamiche sono tutte
> tempo-simmetriche, e' passando alla termodinamica che si
> deve *postulare* un principio asimmetrico, sperimentalmente
> confermato ma ingiustificato.

Dopo aver opportunamente meditato sono giunto alla
conclusione che la nostra divergenza dipenda solo dalle
diverse interpretazioni della MQ adottate. Per me la MQ e`
totalmente deterministica, il problema della freccia del
tempo e` conseguentemente banale e la possibilita` che
esistano zone dell'universo controentropiche richiederebbe un
tuning dello stato iniziale talmente spettacolare da non
doversene preoccupare. Se adotti altre interpretazioni,
capisco almeno in parte il problema che ti poni e il tuo
approccio per risolverlo. In particolare, se tu adottassi
un'interpretazione piu' comune (Copenaghen o
shut-up-and-calculate), ti obietterei che ti stai
concentrando su un modello poco appropriato, come quello
dell'emissione e assorbimento di radiazione da parte di un
gran numero di atomi; ti direi che quella e` MQ statistica,
che per forza di cose e` solo un'approssimazione della
realta` e forse ne e` troppo lontana per i fini che ti poni e
che, dato che la presenza o assenza del determinismo e`...
determinante, ti converrebbe concentrarti sulla fonte ultima
della casualita` che e` solo il collasso della fdo (che sia
legato a una misura o dovuto a decoerenza, puo` fare o non
fare differenza a seconda dell'interpretazione scelta, ma
direi che perloppiu' non dovrebbe farne) e meditare sul se e
come si possa invertirlo temporalmente. Ma
nell'interpretazione transazionale il modello su cui ti
focalizzi e` forse quello essenziale, dato che riguarda
appunto transazioni elettromagnetiche tra atomi. A questo
punto pero` non so farti osservazioni sul tuo approccio
perche' mi mancano le basi. Mi sto giusto studiando un po'
l'interpretazione di Cramer, ma sono appena all'inizio e ho
idea che mi ci vorranno un po' di giorni.

La mia posizione attuale e` che senza determinismo la MQ non
goda di simmetria temporale (il collasso e` asimmetrico) e
quindi il problema della freccia del tempo non si pone
nemmeno. Magari invece l'interpretazione transazionale
prevede appunto una casualita` simmetrica, o un totale
determinismo (per adesso non vedo come), ma come dicevo devo
ancora studiarla.

>> ... i potenziali
>> anticipati sono proprio una delle cose che ho solo sentito
>> nominare (e mi ha sempre fatto sollevare un sopracciglio
>> di stupita e perplessa ignoranza).
>
> Mi pare che ragioni sulle simmetrie temporali abbastanza
> disinvoltamente da poterli affrontare :-)

E` che proprio non mi e` ancora chiaro neppure come quadrino
i potenziali anticipati in piu' di una dimensione spaziale,
per non parlare di come spieghino il resto della MQ. Immagino
che lo capiro` studiando un po' Cramer.
In quanto al tempo, e` una mia vecchia passione. Ci avevo
perfino scritto un giochino freeware per Amiga, TimeShift (un
rompicapo in tempo reale da non confondere con l'omonimo
sparatutto moderno e di cui non e` rimasto alcun riferimento
in rete), in un'epoca in cui i giochi basati sulla
manipolazione del tempo non erano ancora di moda.

>> L'asimmetria e` nello stato.
>
> E' proprio quello che vorrei evitare di dover dire, per non
> spostare il problema a "cosa ha determinato questa coerenza
> fra l'evoluzione degli stati di tutti i sistemi".

Nella mia visione e` banalmente la condizione iniziale piu'
semplice. Quasi ogni stato di bassa entropia porterebbe a
quella coerenza.

>> Gli stati con cui abbiamo sempre
>> a che fare sono tutti termodinamicamente orientati nello
>> stesso verso, e non a caso.
>
> Questo e' un risultato sperimentale; ma il "non a caso"
> avrebbe bisogno di una giustificazione.

Vedi sopra.

>> Comunque, li' mi spiego
>> bene la cosa e senza niente di retroattivo; conta solo la
>> cavita` risonante (o lo specchio), che fa tornare l'onda
>> addosso all'emettitore, non la presenza di un assorbitore.
>> Dato che i conti sulle probabilita` devono quadrare, uno
>> puo` anche farli dalla parte dell'assorbitore, ma non e`
>> obbligatorio.
>
> Nel caso della cavita', questa e' la spiegazione
> comunemente accettata; io la considero "pigra".
>
> Nel caso dello specchio, non si verifica riassorbimento ma
> piuttosto il fatto che diversi cammini ottici irradiantisi
> dall'atomo arrivano sugli stessi assorbitori e praticamente
> dalla stessa direzione.

Distinguerei tra due fenomeni che a quanto mi pare d'aver
capito sono ben diversi: l'emissione stimolata (come nel caso
della cavita`) e la semplice interferenza costruttiva in
corrispondenza dell'assorbitore. Anche se in entrambi i casi
l'assorbimento viene incrementato, il meccanismo e` diverso;
in particolare, nel secondo caso l'emissione non aumenta
affatto: l'interferenza e` costruttiva in certi punti,
distruttiva in altri e integrando l'irradiazione su una
superficie chiusa non c'e` incremento globale.
Cio` non toglie che in un esperimento i due effetti possano
essere entrambi presenti, dando ognuno il suo contributo;
suppongo che fosse questo il caso dell'atomo allo specchio
citato in fotoni.pdf. Almeno, mi aspetto che se fosse mai
stato osservato un aumento del ritmo di emissione solo
giocherellando sul lato dell'assorbitore un tale esperimento
avrebbe avuto un'eco immane, se non altro per l'effetto
concettualmente retroattivo. Oso supporre che ne avrei
sentito parlare in termini molto espliciti.

>> Ti dico solo che Greg Egan ci ha scritto un
>> racconto; sfruttando un diaframma su satellite,
>> moltiplicando il cammino ottico pixel-diaframma con un
>> sistema di specchi e iterando le informazioni piu' volte
>> lungo l'intero percorso, si riusciva a inviare
>> informazioni molto indietro nel tempo ("Il diario da cento
>> anni-luce", nella raccolta "Axiomatic", Urania Oro #1470).
>
> Devo verificare se per moltiplicare il cammino ottico
> utilizza un'ipotesi scientifica o anche qui
> fantascientifica. Senza che vada a cercare Urania 1470, lo
> ricordi tu?

Non entra in gran dettagli, ma non mi sembrano neanche
necessari. Gia` con due soli specchi potresti piegare il
fascio a forma di N triplicando cosi' il cammino tra pixel e
diaframma.
Dato che una riflessione puo` essere vista come un
assorbimento seguito da una riemissione, forse sarebbe
possibile cercare una qualche scappatoia basata sul'idea che
l'effetto retroattivo non possa propagarsi a catena per piu'
transazioni, ma cosi' a naso mi convince poco.

>> Supponiamo che esista un'ipotetica macchina capace di
>> ...applicare l'operatore quantistico di
>> evoluzione temporale (normale o inverso) a un oggetto
>> qualunque, "invecchiandolo" o "ringiovanendolo" a
>> piacimento. Mettiamo nella macchina una scatola contenente
>> un topo e un po' d'aria composta di ossigeno, azoto e un
>> po' di CO2 (chiamiamolo stato |T_0>); attiviamo la
>> macchina, "invecchiando" la scatola di un'ora.
>
> Non basta aspettare un'ora? O NO?

Si', certo. In questo caso la macchina ha solo il vantaggio
di risparmiarti l'attesa, dato che agisce in modo
praticamente istantaneo.

>> Evidentemente se apriamo
>> la scatola in questo nuovo stato |T_1> ci troveremo meno
>> ossigeno e piu' CO2 di prima.
>> Supponiamo invece di far funzionare la macchina alla
>> rovescia, "ringiovanendo" la scatola di un'ora, poi
>> apriamo la scatola. Quanta CO2 ci sara` in questo stato
>> |T_-1>? Meno che in |T_0>? E se in |T_0> non ce ne fosse
>> stata affatto?
>
> Secondo me pochi secondi dopo aver attivato la macchina la
> scatola dovrebbe aprirsi e il topo essere sbalzato fuori
> :-)

Senza nessuno che lo muova? Mi quadra poco.
Pensa a un elettrone o un fotone che viene riflesso
totalmente da uno specchio (diciamo che sia un pacchetto
gaussiano o giu' di li'). Togli lo specchio e inverti
l'evoluzione del solo pacchetto cosi' com'e`, isolato: pensi
che vedresti il pacchetto deviare di colpo li' dove c'era lo
specchio? Io proprio no, non ce lo vedo. Un topo sbalzato
fuori dalla scatola violerebbe le leggi della dinamica quanto
il fotone autoriflettente quelle dell'ottica.

>> Che la macchina sia probabilmente irrealizzabile e`
>> irrilevante: in linea di principio con la MQ si puo`
>> pensare di calcolarne l'effetto teorico.
>
> Ci sono un paio di obiezioni a questa affermazione.
>
>> L'operatore di evoluzione
>> temporale e` sempre definito (come il suo inverso)
>
> Una non e' mia e non la faccio mia, e' di Penrose (La mente
> nuova dell'imperatore, pg 453): "la teoria quantistica
> *non* e' simmetrica rispetto al tempo", e l'inverso
> dell'operatore evoluzione temporale di un vettore di stato
> non e' l'operatore evoluzione temporale a tempo invertito.

Suppongo che alluda alla non invertibilita` del collasso
della fdo (non ho il libro).

> Non la faccio mia perche' avendo adottato l'interpretazione
> transazionale, perfettamente deterministica, ritengo che
> l'evoluzione temporale di un sistema isolato a tempo
> invertito ripercorra esattamente a ritroso l'evoluzione
> diretta.

Infatti, come dicevo, in questo genere di cose e`
fondamentale quale interpretazione si adotti.

>> puo`
>> sempre essere applicato a qualunque stato di un sistema
>> isolato e porta a un esito definito. La scatola va
>> considerata per definizione un sistema isolato di cui
>> |T_0> e` per definizione lo stato iniziale
>
> La mia obiezione riguarda invece, come gia' detto, la
> possibilita' di poter realizzare un sistema isolato che non
> sia un intero universo. Per un intero universo, non ho
> difficolta' a concepire un operatore "evoluzione temporale
> invertita". Per un sistema normalmente considerato
> "isolato" no: se in quelche modo (FS) viene invertita la
> sua evoluzione, quella del resto dell'Universo prosegue, e
> qualche interazione e' inevitabile. Il sistema chiuso *non*
> ripercorre a ritroso l'evoluzione passata.

Nel paradosso del topo l'evoluzione a ritroso e` da
considerarsi istantanea, quindi non c'e` il problema delle
interazioni con l'ambiente, ma rimane comunque il problema
della mancanza delle interazioni che erano avvenute in
passato, che e` altrettanto cruciale.
Il risultato che prevedo io, sotto ipotesi ragionevoli, e`
che questo passato "ricalcolato" non coincida affatto con
quello fattuale, ma in realta` l'esito che si puo` prevedere
dipende in modo cruciale dalle assunzioni sullo stato
iniziale del sistema. In particolare, se metto il topo nella
scatola un'ora prima dell'esperimento e tengo poi la scatola
idealmente isolata per un'ora (cosa ovviamente impossibile in
pratica), lo stato "iniziale" che in teoria si verrebbe a
creare sarebbe abbastanza diverso da quello di una scatola
appena preparata con la medesima composizione, al punto che
in un caso riusciremmo a invertirne l'evoluzione e nell'altro
no, anche se la differenza tra gli stati non e` rilevabile in
alcun modo senza far uso di quell'impossibile macchina.
A rigor di logica, nessun sistema piu' piccolo dell'universo
e` isolato e la MQ quindi non dovrebbe essere applicabile
mai. In pratica si assume, non solo in MQ ma in tutta la
fisica fin dai suoi albori, che quel che e` lontano abbia
effetti piccoli o minimizzabili sul sistema che interessa,
altrimenti nessuna predizione sarebbe mai possibile. Il
paradosso mette di fronte al fatto che le solite assunzioni
al contorno che si fanno in fisica non valgono piu' quando si
medita sulla simmetria temporale. Neanche le varie
interpretazioni della MQ sono piu' equivalenti tra loro.

>> tuttavia, appare
>> evidente che quel sistema non ammetta nessun vero passato
>> come sistema isolato.
>
> Infatti, nell'ora precedente *non* era isolato.

Infatti.

>> Allora che risultato produce
>> l'operatore?
>
> Se la scatola *non* si apre,

e di questo sarei ragionevolmente certo,

> deve produrre un'evoluzione
> compatibile con lo stato |T_0> (mancanza di CO_2) e quindi
> che non includa l'inverso del metabolismo che il topo aveva
> fuori dalla scatola. Deve ripercorrere a ritroso
> un'evoluzione, dentro una scatola chiusa, che in T_0
> avrebbe portato ad avere nella scatola chiusa una
> percentuale nulla di CO_2 *e un topolino vivo.* La vedo
> dura...

La mia tesi e` che se apri la scatola nello stato |T_-1> ci
trovi *piu'* CO_2 che in |T_0>, tanta quanta ne hai nello
stato |T_1>.
A questo punto, pero`, gia` che ho creato il sito e caricato
il racconto, tanto vale che ti rimandi a quello... se hai
voglia di leggere svariate decine di pagine, senno' posso
cercare di riassumere qui.

Ciao
Paolo Russo
Received on Thu Jun 10 2010 - 21:00:26 CEST

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