Daniele Russo ha scritto nel messaggio <374022AF.2782B3FA_at_tin.it>...
>
>Sto seguendo da tempo l'interessante dibattito sul paradosso dei
>gemelli. C'� chi lo vede come il tallone d'Achille della relativit�, e
>chi invece lo ritiene solo un particolare irrilevante, per nulla
>inficiante la validit� della teoria.
E a me sembra che tutti quelli che conoscono un po' della suddetta teoria
propendano per la seconda ipotesi.
Esempio: Landau "Teoria dei campi" inizia a parlare di accelerazione
a pagina 41, poi presenta un problema a pag 42 dal quale si puo'
facilmente dedurre la non paradossalita' del "paradosso" dei gemelli.
Landau neanche nomina il suddetto paradosso in quanto, immagino,
lo consideri un particolare irrilevante. Per inciso si puo' notare che
Landau inizia a trattare la relativita' generale a pag. 296, quindi,
per risolvere il paradosso in esame serve solo la relativita' ristretta,
neache tutta, bastano le prime 41 pagine del Landau.
>Vorrei fare alcune considerazioni a
>riguardo, prendendo spunto dal passato.
[...]
>Un altro micidiale concetto era la
>convinzione che i corpi lanciati in aria seguissero traiettorie
>rettilinee.
[...]
>Per� uno sguardo un po' pi� attento ad una freccia
>lanciata in alto che ricadeva al suolo avrebbero anche potuto darlo. Per
>accorgersi cos� che in realt� la traiettoria che descriveva era una
>parabola, e non una ridicola serie di tratti rettilinei. Ma non lo
>fecero. Perch�? Erano pi� stupidi di noi? Dall'esame delle loro capacit�
>craniche si direbbe di no. La spiegazione pi� verosimile � che fossero
>accecati dai loro stessi preconcetti. Guardavano le cose con gli occhi
>del pregiudizio, non con quelli della ragione, scambiando per fenomeni
>oggettivi quelli che invece erano solo parto delle loro menti.
Per l'appunto, ancora oggi c'e' chi scambia come fenomeni oggettivi
quelli che invece sono solo parto delle loro menti. L'idea di un tempo
assoluto, indipendente da tutto, e' un parto della mente umana,
non un fenomeno oggettivo. Cosi' come tu proponevi per gli
antichi greci ("uno sguardo un po' pi� attento ad una freccia
lanciata in alto che ricadeva al suolo avrebbero anche potuto darlo")
si potrebbe dire per i moderni "potrebbero dare uno sguardo un po'
piu' attento all'esperimento di Hafele e Keating".
>E se qualcuno un po' pi� lungimirante, e potete scommetterci che qualche
>rompiscatole ci sar� pur stato, tent� di spiegare agli altri che le cose
>non stavano come credevano, probabilmente venne zittito dai dotti del
>tempo con argomentazioni tipo: -il modello Aristotelico Tolemaico
>funziona, quindi bisogna accettarne anche tutte le conseguenze e
>paradossi- Oppure: -fior di scienziati l'hanno perfezionato per secoli.
>Chi sei tu per metterlo in discussione?- e via di questo passo.
Il mio tentativo di zittire i supposti detrattori della teoria della
relativita' e' stato quello di dare una dimostrazione della
non paradossalita' del "paradosso" dei gemelli che facesse uso solo
della ipotesi di costanza della velocita' della luce e delle trasformazioni
di Lorentz. Non ho trovato nessuno che entrasse nel merito di quello
che ho detto per smentirne la correttezza; ho trovato solo risposte
del tipo "e allora, se cosi' fosse, considerando questo e quest'altro,
si cadrebbe in un assurdo di tale tipo ....." ma e' chiaro che prima
conviene risolvere le questioni semplici, poi e' il caso di considerare
"questo e quest'altro".
Quanto alle risposte del tipo "Chi sei tu per metterlo in discussione?"
sono d'accordo che non sono certo simpatiche, pero' alla fine
vengono in mente quando si ha l'impressione di trovarsi di fronte
a gente che ha solo una conoscenza molto sommaria della teoria
della relativita', pretende di dimostrarne la non correttezza e
cambia discorso quando non sa cosa rispondere (forse perche'
avrebbe bisogno di studiare qualche pagina di qualche libro).
>Osservando la situazione odierna, non posso fare a meno di notare
>preoccupanti similitidini col passato. La relativit� porta ad
>inquietanti paradossi.
Il problema e' che io ancora non ho incontrato nessuno, che conosce un po'
la teoria della relativita', che vi trovi alcunche' di paradossale.
>Ma invece di rivedere la teoria, ci si attacca a
>tutto pur di salvarla. Cos� per risolvere in qualche modo il paradosso
>dei gemelli generato dalla relativit� ristretta, si ricorre alla
>posteriore teoria della relativit� generale:
ho gia' detto sopra, per risolvere il "paradosso" non si ricorre
alla relativita' generale (io nemmeno la conosco eppure, per me,
non c'e' niente di paradossale)
> la prova dell'oggettivit�
>del moto relativistico del gemello astronauta rispetto alla Terra,
>consisterebbe proprio nelle accelerazioni da questi subite nel suo
>viaggio spaziale. Lodevole salvataggio in extremis, anche se dal punto
>di vista logico causale risolvere i paradossi generati da una teoria che
>si occupa esclusivamente di sistemi inerziali, tirando in ballo le
>accelerazioni, mi sembra un po' discutibile
qui non capisco tanto bene cosa vuoi dire, ad ogni modo in relativita'
ristretta si parla anche di accelerazioni (vedi Landau pag 42)
>Quindi, per stabilire quale di due corpi sia realmente
>in moto rispetto ad un'altro, seguendo tale logica, dovremmo andare a
>verificare la storia di tutte le accelerazioni subite precedentemente da
>entrambi,
No.
Non c'e' uno fermo in un sistema inerziale (come si definisce un sistema
inerziale???) e un altro che accelera.
All'inizio tutti e due sono da qualche parte che noi consideriamo come
nostro sistema di riferimento. Uno se ne va e poi torna. Quando torna e'
piu' giovane dell'altro (qui probabilmente ci sarebbe qualcosa da precisare,
ma, per l'appunto, prima e' il caso di risolvere i problemi semplici).
E' chiaro che secondo qualcun altro il nostro sistema di riferimento sara'
accelerato, ma questo non cambia la conclusione: qualcun altro vedra'
due gemelli nascere in un sistema accelerato, uno se ne va in viaggio
e quando torna nel sistema accelerato dove era nato si ritrova piu'
giovane di suo fratello.
>Come si pu�
>allora considerare la Terra assolutamente ferma rispetto al gemello
>austronauta. Potrebbe perfino accadere che il gemello spaziale si
>allontani proprio nella direzione opposta al moto della Terra rispetto
>al resto dell'universo, portandosi cos� di fatto ad una velocit� minore
>di quella di partenza. Allora dovrebbe essere il gemello sulla Terra ad
>invecchiare meno. Ma la relativit� ristretta non tiene affatto conto
>della direzione del moto di un corpo, solo della sua velocit�.
La Terra non viene considerata come assolutamente ferma.
In realta' nell'esperimento di Hafele e Keating gli orologi si mettono
entrambi in moto attorno alla terra. Uno va verso est e uno va verso ovest;
non conosco i dettagli dell'esperimento, ma potrebbe darsi che quello
che va verso ovest sia fermo rispetto al Sole.
Nuovamente, il Sole non viene considerato assolutamente fermo,
ma definisce un sistema di riferimento (che per qualcuno sara' accelerato)
nel quale gli orologi si trovano all'inizio e alla fine del viaggio.
Immagino che non ci siano problemi concettuali per
effettuare l'esperienza anche tenendo fermo un orologio sulla
Terra e facendo viaggiare solo l'altro, forse ce ne sono di carattere
sperimentale (eventuali non uniformita' del campo gravitazionale terrestre
potrebbero forse perturbare i risultati) ma questi sono dettagli.
Il punto che vorrei qui sottolineare e' che tu hai tutte le ragioni
a dire che non e' corretto rispondere "Tu chi ti credi di essere a dubitare
di quanto sostengono i grandi dotti?"
pero' devi anche rispettare il lavoro di tanta gente (Hafele e Keating ad
esempio) che se dice qualcosa lo dice dopo anni di lavoro serio,
di studi e di esperimenti. Si puo' (si deve) dubitare di tutto, ma prima
si deve conoscere con una certa correttezza cio' di cui si vuole dubitare.
Io, nel mio piccolo, avevo fatto un lavoro incommensurabilmente minore
rispetto a quello di Hafele e Keating, che era, per l' appunto, tentare di
dare una dimostrazione del paradosso dei gemelli che fosse il piu'
possibile (secondo me) accessibile a chi conosce il meno possibile
(secondo me) di relativita'. Non ricevere alcuna risposta (o quasi) nel
merito
di quanto da me affermato e poi sentirmi accomunare a coloro i quali sono
>accecati dai loro stessi preconcetti
mi sembra una mancanza di rispetto verso di me e verso quanti, come me
decidono di dedicare del tempo a questo newsgroup.
Ad ogni modo non me la prendo.
>Ciao a tutti,
>Daniele
Ciao.
--
Bruno Cocciaro
email:nospamb.cocciaro_at_leonet.it togliere "nospam" per avere il
corretto indirizzo.
-------------------------------------------------------------------------
Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
Li spingemmo oltre il bordo. E volarono.
--------------------------------------------- (G. Apollinaire)
Received on Sat May 22 1999 - 00:00:00 CEST