Enrico SMARGIASSI <smartassi_at_triste.infn.it> wrote in message
> I concetti della fisica classica non sono affatto cosi'
> immediatamente chiari e limpidi come si crede. Se appaiono tali, e'
> perche' ci sono stati sforzi plurisecolari per chiarirli e per portare
> ordine e logica, sforzi che sono nascosti nelle presentazioni
> attuali. Basti pensare al classico circolo vizioso:
>
> Quand'e` che un sistema di riferimento e' inerziale? Quando un corpo
> non soggetto a forze non e' accelerato.
>
> Quand'e` che un corpo non e' soggetto a forze? Quando non e'
> accelerato in un sistema di riferimento inerziale.
Il tragico e' che nemmeno i testi universitari chiariscono questi
concetti; se togli la Fisica di Berkeley, i testi piu' usati come l'
Halliday, l' Alonso-Finn,... non dicono nulla.
Per non parlare poi della questione di assumere le stelle fisse come
riferimento.
>
> La soluzione di questo circolo ha dovuto aspettare tre secoli e
> superare non poche obiezioni e difficolta'. Consiglio la lettura dei
> libri di Max Jammer "Storia del concetto di..." (Feltrinelli, sperando
> che siano ancora in commercio) e il classico di Mach "La meccanica nel
> suo sviluppo storico-critico" per vedere quanti problemi concettuali
> si sono dovuti risolvere.
C'e' poi anche tutto il discorso legato all' analisi matematica che non
aveva ancora ben chiari i concetti di quantita' infinitesima,
differenziale...
Pochi sanno che Galileo, per esempio, doveva letteralmente fare i salti
mortali, non solo per la mancanza di strumenti ma anche per i mezzi
matematici allora disponibili. Basti pensare che la teoria delle
proporzioni di Euclide, usata da Galileo, non ammetteva che si potessero
avere rapporti e prodotti di grandezze non omogenee (cosa che per noi e'
accettabile), quindi per studiare un moto si doveva avere un altro moto
di riferimento da prendere come paragone. In questo modo si
consideravano rapporti tra due spazi, due tempi e due velocita'. Altro
che ds/dt = v.
>
> In generale, la fisica classica non e' affatto intuitiva ne' a
> livello dei concetti ne' a quello dei risultati. Lo sembra perche' ci
> siamo piu' abituati. Esistono studi fatti per determinare quale sia la
> nostra fisica intuitiva: per esempio, si chiede ad una persona di
> camminare e di lasciar cadere, senza fermarsi e senza lanciarla, una
> palla cercando di centrare un segno sul pavimento. Molti la lasciano
> cadere quando arrivano esattamente sopra il segno: mancando ovviamente
> il bersaglio.
Decisamente non potrebbero fare tiro all' anatra. :-)
>Evidentemente la legge di composizione delle velocita'
> non e' affatto intuitiva, il che e' confermato dal fatto che la
> percentuale delle persone che si comportano nel modo giusto decresce
> al diminuire dell'istruzione scientifica che hanno ricevuto. Ancora:
> si chiede ad una persona di dire in che direzione parte un corpo fatto
> roteare se la corda che lo trattiene si spezza. Anche qui, le risposte
> corrette sono una minoranza ed aumentano col grado di
> istruzione. Eccetera...
>
> La fisica intuitiva e' quella aristotelica. E' intuitivo che un corpo
> si ferma se non e' spinto. E' intuitivo che gli oggetti pesanti cadono
> e quelli leggeri salgono. E' intuitivo, ma e' sbagliato. La fisica, e
> la scienza in generale, si sviluppa proprio superando le concezioni
> intuitive. Relativita' e m.q. sono molto piu' in alto nella scala
> delle astrazioni e molto piu' lontane dall'esperienza quotidiana, ma
> le difficolta' di comprensione sono qualitativamente le stesse che
> incontrarono i nostri avi quando dovettero digerire la meccanica
> newtoniana.
Non e' un caso che la geometria euclidea sembri piu' intuitiva e piu'
sensata di quelle non euclidee, ma questo dipende dal fatto che viene
studiata fin dalla prima elementare.
Ciao Andrea.
>
> --
> To reply, replace "smartassi_at_triste" with "smargiassi_at_trieste"
> in my e-mail address
>
> Enrico Smargiassi
> http://www-dft.ts.infn.it:6163/~esmargia
Received on Mon May 17 1999 - 00:00:00 CEST