Re: Riflessioni sul riferimento rotante
Il 24/04/23 16:53, Elio Fabri ha scritto:
>... fermo restando lo spazio-tempo, la sua struttura e la
> sua metrica, niente ci vieta di usare altre coordinate, se ci tornano
> utili.
> Il solo requisito è che le nuove cordinate siano in corrispondenza
> biunivoca (bigettiva) e bicontinua con quelle iniziali.
.....
> Esiste un'altra infelice tradizione (anche tra i matematici):
> identificare i due concetti di SC e di "sistema di riferimento".
> Viceversa io ritengo che si debbano tenere distinti: il primo è il
> concetto matematico che abbiamo già esaminato; il secondo è un
> *concetto fisico*, di cui riparleremo.
ok su tutto. Però alla fine mi ritrovo con un dubbio fondamentale:
esiste un sistema di riferimento (sdr) rotante o va preso come un
semplice sistema di coordinate ausiliario in un sdr non-rotante?
Naturalmente per rispondere occorre esplicitare la definizione di sdr
che si vuole utilizzare.
Se utilizzo la def di sdr che dai nel Q16 (e che condivido) "un
ambiente, un laboratorio, quindi un *oggetto fisico reale*,
materiale,..." vado immediatamente in difficoltà, se cerco di applicare
la definizione a un sdr rotante di estensione arbitraria. Quindi solo un
SC? Localmente un sdr ma globalmente un SC? e dove si mette il confine?
Confesso che il caso della rotazione mi mette in difficoltà direttamente
sul concetto di sdr. E direi che la difficoltà nasce dalla estendibilità
indefinita del sdr.
Ma abbiamo veramente bisogno di un laboratorio esteso all'infinito? Non
mi risulta che ne abbiamo neanche per i normali sistemi inerziali (non
rotanti). Facciamo misure dirette nella zona accessibile ma passiamo a
quelle indirette (basate quindi su assunzioni o convezioni) al di fuori.
Questo permetterebbe di parlare ancora di sdr (rotanti e non)? Posso
anche continuare a pensare che localmente (dappertutto) ci sia un altro
laboratorio dove un altro fisico può fare gli stessi esperimenti che
faccio io e comunicarmeli.
Tuttavia il caso delle rotazioni crea un'asimmetria tra osservatori che
non esiste nel caso delle traslazioni: le misure indirette di oggetti
lontani, nel caso di un sdr rotante danno velocità relativistiche o
anche superluminali. Per un sdr non-rotante non è possibile.
Quindi la domanda di base per la fisica (o per la def di sdr) resta:
esistono sdr rotanti o vanno considerti solo come SC complicati?
Spero di esser riuscito almeno a mettere in fila le perplessità a riguardo.
Aggiungo solo una nota biografica. Col disco rotante ho un lunga
frequentazione: la mia tesi di laurea riguardava alcuni aspetti della
descrizione del plasma nelle atmosfere di stelle di neutroni rotanti
(pulsar) e alcuni problemi di cui si sta parlando nel NG erano ben
presenti anche in quel caso. Finora, pur cpn l'illusione (?) di aver
compreso molte più cose, continuo a considerare l'applicazione della
relatività ai sdr rotanti come un terreno minato.
Received on Mon May 01 2023 - 17:17:54 CEST
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