Prima di Galileo pensavamo che le stelle fossero poche
centinaia, ma il primo cannocchiale port� il loro numero a
milioni, poi vennero le galassie, ognuna con qualche centinaio
di miliardi di stelle, ed il loro numero (delle galassie ) crebbe
sempre pi�, ed oggi non ho ben capito se si parla di centinaia
di milioni o di centinaia di miliardi, anzi gradirei che qualcuno chiarisse,
in quanto entrambe le cifre vengono divulgate dalle
riviste del settore.
Il diametro dell'universo nel frattempo � cresciuto in proporzione,
e man mano che nuovi agglomerati vengono scoperti ai suoi
margini i miliardi di anni luce aumentano.
Ora vorrei capire che senso ha discutere se la sua massa
sia o meno sufficiente a che ricollassi su se stesso.
Cosa ci fa presumere di averlo finalmente osservato tutto?
Tra l'altro, se ne esistono porzioni ancora pi� distanti il red-shift
dovrebbe spostare le loro emissioni in bande di frequenza sempre pi� basse,
per le quali magari al momento non siamo ben attrezzati.
Inoltre le teorie cosmologiche che vanno per la maggiore mi
pareva prendessero spunto da un universo omogeneo,
e vanno ancora d'accordo con un universo a distribuzione
frattale? (Vedi uno degli ultimi numeri de "Le Scienze").
Ciao, Mauro.
Received on Mon Apr 26 1999 - 00:00:00 CEST
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