Andrea Barontini ha scritto:
> genero un'onda elettromagnetica, ovviamente limitata nel tempo (visto
> che c'e' un momento in cui comincio a generarla e che non la generero'
> per sempre ;-) )... e quindi in quanto limitata nel tempo non
> monocromatica.
>
> Il fronte d'onda procede "liberamente" (cioe' niente fenditure o cose
> del genere) fino a un rivelatore di fotoni (scusate non conosco un
> nome meno "amatoriale" :-( )
>
> Se mantengo l'intensita' dell'onda sufficientemente bassa da
> garantirmi che un solo fotone alla volta attraversi il rivelatore (si
> puo'?), posso dire che di volta in volta potro' rivelare fotoni a
> frequenza differente, con la probabilita' per ciascuno (di venire
> rivelato) proporzionale all'elongazione della relativa armonica nella
> trasformata di Fourier dell'onda non monocromatica da cui siamo
> partiti ?
>
> E, se mentalmente l'esperimento e' corretto, puo' essere realizzato
> concretamente o subentrano complicazioni? (che so, del tipo che magari
> non esiste un rivelatore che puo' rivelare fotoni a frequenza diversa
> e quindi questo incasinerebbe molto le cose....)
No problem :)
1) I rivelatori di fotoni a frequenza diversa esistono, e si chiamano
spettroscopi :-)
2) Non hai bisogno d'immaginare un esperimento ideale: credi forse che
la radiazione emessa dagli atomi sia monocromatica?
Se usi uno spettroscopio, il fotone a valle di questo andra' in una
direzione diversa a seconda della sua frequenza.
Pertanto se non e' monocromatico alla "nascita", avra' una certa prob.
di andare in una direzione piuttosto che in un'altra.
E' proprio cosi' che da moltissimo tempo si studiano le "forme" delle
righe spettrali.
--
Elio Fabri
Received on Tue Jun 01 2010 - 21:13:28 CEST