Il 01/07/23 12:33, Dino Bruniera ha scritto:
...
> Ho riportato quanto ho ritenuto sufficiente per dimostrare ad Alberto Rasà che Einstein aveva cambiato idea sulla non esistenza del mezzo nel quale si manifestano le onde elettromagnetiche.
Penso che tu non abbia capito quanto scritto da Einstein.
>> La posizione di Einstein, come la riporti in questa frase, non è completa.
>> Nello scritto del 1920, Einstein scriveva:
>> "We may assume the existence of an ether; only we must give up ascribing
>> a definite state of motion to it, i.e. we must by abstraction take
>> from it the last mechanical characteristic which Lorentz had still left it."
>>
>
> La mia fonte sul cambiamento dell'opinione di Einstein sull'esistenza di un mezzo, è il libro di Ludwik Kostro "Einstein e l'etere", nel quale non ho trovato la frase da te esposta.
> Comunque ero a conoscenza di questa opinione di Einstein, anche se non sapevo che facesse parte del manoscritto di Morgan.
>
Anche nello scritto di Kostro la questione è posta in termini chiari:
quello che E. chiama etere negli scritti del 20, di pochi anni prima e
fino alla fine della sua attività è cosa diversa dall' etere di Lorentz,
che a sua volta era abbissalmente diverso da quello di Maxwell, che è
l'unico corrispondente alla nozione di "mezzo materiale in cui si
propagano le onde e.m.. Usare lo stesso nome senza distinguo serve a far
confusione o a cercare far passare per pensiero di E. quello che non lo è.
>> Cioè il "mezzo" si comporta come il gatto di Alice: alla fine resta
>> qualcosa che non ha nessuna proprietà meccanica. Lo vogliamo continuare
>> a chiamare "mezzo"?
>
> Se tu non vuoi chiamarlo mezzo, libero di farlo.
> Ma evidentemente non è quello che pensava Einstein.
Chiunque legga Einstein o anche Kostro può verificare cosa pensava.
....
....
> Dopo di allora almeno non sono a conoscenza di fisici Nobel, che abbiano sostenuto che le onde elettromagnetiche non hanno bisogno di un mezzo per manifestarsi.
Hai letto l'opera omnia di tutti i premi Nobel in Fisica? Io no. Però
posso riportarti le parole di Feynman nelle sue "Lectures"
"
So perhaps we should put the question: Can we represent the electric
field by something more like a temperature, say like the displacement of
a piece of jello? Suppose that we were to begin by imagining that the
world was filled with thin jello and that the fields represented some
distortion"say a stretching or twisting"of the jello. Then we could
visualize the field. After we “see” what it is like we could abstract
the jello away. For many years that’s what people tried to do. Maxwell,
Ampère, Faraday, and others tried to understand electromagnetism this
way. (Sometimes they called the abstract jello “ether.”) But it turned
out that the attempt to imagine the electromagnetic field in that way
was really standing in the way of progress.
..."
( da
https://www.feynmanlectures.caltech.edu/II_20.html )
Quindi, c'è stato almeno un premio Nobel che ha sostenuto che immaginare
il campo elettromagnetico come distorsione di un mezzo (jello o etere
che lo si voglia chiamare) sia stato un *ostacolo al progresso*.
Non penso che ci sia altro da aggiungere. Se un giorno qualcuno troverà
modo di reintrodurre un nuovo concetto di etere in modo significativo,
ne prenderemo tutti atto con interesse. Ma non sono operazioni che si
possono fare con chiacchiere sui NG.
Giorgio
Received on Sat Jul 01 2023 - 14:38:29 CEST