Il giorno domenica 2 luglio 2023 alle 17:25:04 UTC+2 Giorgio Pastore ha scritto:
> Il 02/07/23 11:42, Dino Bruniera ha scritto:
> > Quindi, almeno a mio parere, non ha affermato che le onde elettromagnetiche non si manifestino "realmente" in un mezzo, ma solo che non bisogna intestardirsi nel voler assolutamente una spiegazione del campo elettromagnetico in un mezzo reale, perché ciò equivarrebbe ad ostacolare lo sviluppo della scienza (But it turned out that the attempt to imagine the electromagnetic field in that way was really standing in the way of progress.). E quindi per lui è necessario accettare l'idea del campo astratto (o apparente) e quindi non reale, per il bene della scienza.
> Un po' troppo Dino Bruniera e un po' troppo poco Feynman :-)
>
> A me sembra che F. stia sottolineando che occorre stare sulle equazioni
> (e quindi sui campi) senza volerne dare un'interpretazione di
> perturbazione di un mezzo materiale. Fin qui d'accordo (ed è quello che
> ha fatto la fisica da Einstein in poi).
>
> Sul reale/apparente non credo che F. ti seguirebbe. E neanch'io: vedo
> una nozione "ingenua" di realtà. Ti ricordo che il problema di cosa sia
> la realtà ha occupata la filosofia per secoli. Il bello della fisica è
> che ha scoperto che la risposta precisa alla domanda `è irrilevante per
> poter comprendere quel che succede in termini tali da poterlo
> controllare. L'unica ipotesi sottostante la fisica nota è che ci sia
> "qualcosa" al di fuori di noi che si manifesta nei fenomeni. Cosa sia
> non è problema della fisica di oggi. Costruire modelli da cui ottenere
> predizioni, sì. Un campo (concetto matematico) è un ottimo esempio di
> modello utilizzabile per far previsioni (e azzeccarle).
>
> Un modello è una corrispondenza tra fenomeni e concetti. E' apparente?
> Non direi, almeno se si mantiene il significato generale del termine
> "apparente".
> Io direi che un modello è solo uno dei tanti modi con cui possiamo avere
> una rappresentazione della realtà (qualunque cosa sia la "realtà").
> Peraltro, anche un modello basato su un mezzo materiale non va molto più
> a fondo nelle cose o verso la loro "essenza". L'unico pregio per
> qualcuno è che è più "familiare".
>
>
> Astratto quindi, ma non apparente.
Si, forse in questo caso non è molto corretto usare il termine apparente.
Invece non sono d'accordo sull'opinione che il bello della fisica è che ha scoperto che la risposta precisa alla domanda "di cosa sia la realtà", sia irrilevante.
Può essere irrilevante per "poter comprendere quel che succede in termini tali da poterlo controllare" (ma non ne sono certo), ma non per soddisfare il desiderio di conoscenza della verità dell'uomo.
Perché per questa esigenza umana credo sia meglio accettare che una teoria sia incompleta e cercare di dare comunque una spiegazione ragionevole del fenomeno, che magari un domani potrà essere sostituita con una spiegazione migliore, ma che sicuramente non può essere quella dell'azione a distanza, come sia Einstein che Newton hanno affermato.
Se non fosse possibile dare la spiegazione ragionevole, bisognerebbe dire chiaramente che si tratta di una spiegazione di comodo che non può corrispondere alla realtà.
A supporto di questa mia affermazione riporto una parte di un articolo dal titolo "Di due analoghi dilemmi: forza di gravità e correlazioni a distanza", del quale più sotto riporto anche il link.
"1. Introduzione
McMullin (1989) nota che esiste una analogia tra quello che egli chiama “Il Dilemma della Gravità” e il “Dilemma Quantistico”.
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Per dirla in breve, i due dilemmi consisterebbero nel trovare una soddisfacente spiegazione scientifica della natura dell’attrazione universale da una parte, e delle correlazioni tra sistemi fisici spazialmente separati predette dalla meccanica quantistica e sperimentalmente confermate, dall’altra.
cut
In generale quando una nuova teoria fisica con grande potere esplicativo pare far ricorso in qualche modo a nozioni che sembrano esse stesse richiedere una spiegazione, quali quelle di attrazione e correlazione a distanza, si possono riscontrare almeno tre atteggiamenti generali. Chiamiamo questi tre atteggiamenti, che corrispondono a tre possibili risposte ai dilemmi, Strumentalismo, Realismo e Incompletismo rispettivamente. Vediamo come possono essere caratterizzati brevemente in termini generali.
Lo Strumentalismo prende le mosse dalla constatazione che una spiegazione scientifica delle nozioni in questione non è possibile. Questo tuttavia costituirebbe un problema solo se venisse richiesto alle teorie fisiche di essere una spiegazione del mondo piuttosto che una sua semplice descrizione. In altre parole, il riconoscimento dell’impossibilità di una spiegazione scientifica delle nozioni cruciali delle nuove teorie fisiche dovrebbe in qualche modo favorire un atteggiamento antirealista, strumentalista nei confronti di queste ultime. Infatti, solo una volta abbandonato il desiderio tipicamente realista di una spiegazione del mondo da parte delle nostre teorie, si può convivere serenamente col fatto che talvolta tale spiegazione non sia di principio possibile.
Insomma, non è sempre un problema che non si trovi una spiegazione delle nozioni cruciali di una teoria fisica perché le teorie non spiegano, ma descrivono.
Dall’altra parte dello spettro, il Realismo propone di considerare le implicazioni delle teorie fisiche "at face value". Alcune nozioni che svolgono un ruolo esplicativo all’interno delle nostre teorie fisiche, come l’azione gravitazionale o le correlazioni a distanza, devono essere considerate come primitive. Non esisterebbe nessun altro concetto nei termini del quale analizzare o spiegare tali nozioni. Questa analisi epistemologica avrebbe una precisa controparte ontologica. Le nozioni in questione, infatti, dovrebbero essere considerate individui o proprietà (monadiche o n-adiche) irriducibili, e in quanto tali appartenenti alla base di sopravvenienza di ogni nostra spiegazione scientifica condotta all’interno della teoria in questione.
Insomma, non è sempre un problema che non si trovi una spiegazione delle nozioni cruciali di una teoria fisica perché alcune nozioni non devono essere spiegate, esse servono a spiegare.
Presumibilmente a metà fra queste due impostazioni si colloca l’Incompletismo. L’impossibilità di avere una spiegazione soddisfacente nei termini della teoria non implica di per sé una rinuncia a una spiegazione tout court. Significa piuttosto riconoscere che la teoria di partenza, proprio in virtù della sua impossibilità a fornire una spiegazione, è incompleta. Completando la teoria, ricorrendo, per dirla nel modo più generale possibile, a nuove ipotesi, si può (e deve) arrivare a una spiegazione scientifica delle nozioni cruciali.
Insomma, se non si trova una spiegazione delle nozioni cruciali di una teoria fisica nei termini di quella stessa teoria si deve guardare altrove, e completarla in modo che venga ottenuta una spiegazione soddisfacente.
https://isonomia.uniurb.it/wp-content/uploads/2016/12/Isabella-Tassani-Oltre-la-fisica-normale_-Isonomia-Epistemologica_Special-Issue_2013.pdf
Da pagina 69.
Received on Sun Jul 02 2023 - 19:14:03 CEST