Il giorno lunedì 3 luglio 2023 alle 16:20:04 UTC+2 Elio Fabri ha scritto:
Elio, come certamente immaginerai, avrei tante cose da eccepire, ma l'ho già fatto in passato in tante altre occasioni e forse non è il caso che mi ripeta. Fra l'altro alcuni punti li ha già toccati Eustachio Manfredi per quanto io sarei stato probabilmente ancora più netto.
C'è un punto specifico sul quale però mi sento di dover assolutamente intervenire che è questo:
> Occorre però notare una cosa, che i "convenzionalisti" dimenticano
> sistematicamente: nella sicron. alla Einstein c'è qualcosa che non è
> arbtrario: o è vero o non lo è, solo l'esperienza può dirlo.
Io direi che sia vero esattamente l'opposto: i convenzionalisti _sottolinenano_ cosa c'è di misurabile (cioè cosa si assume vero e potrà essere validato o meno solo dall'esperienza) e cosa è invece convenzionale nella procedura di sincronizzazione standard (come anche in ogni altra procedura di sincronizzazione).
L'ho già citata più volte in passato, ma direi che qui sia decisamente il caso di ricordare quanto disse Einstein nella recensione che manda nel 1928 al libro di Reichenbach "La filosofia dello spazio e del tempo":
"special care has been taken to ferret out clearly what in the relativistic definition of simultaneity is a logically arbitrary decree and what in it is a hypothesis, i.e., an assumption about the constitution of nature."
Abbiamo già discusso in passato su questa specifica affermazione di Einstein
https://groups.google.com/g/it.scienza.fisica/c/98s1JCllQxs/m/HjdFWhbhEgAJ
> Si tratta di questo.
> Se ho tre orologi A,B,C e sincronizzo alla Einstein B e C con A, posso
> chiedermi se B e C saranno sincronizzati tra loro.
> Solo l'esperienza può rispondere, e la risposta è sì.
Appunto. E alla risposta "sì" dell'esperienza si dà il nome di _secondo postulato della RR_ il quale afferma che, detti A e C punti fissi in un dato riferimento inerziale K, se
da A partono simultaneamente due segnali luminosi i quali percorrono rispettivamente i tragitti gamma1 e gamma2 tali che entrambi i tragitti iniziano da A e finiscono in C
allora
i due segnali luminosi arriveranno simultaneamente in C se e solo se la lunghezza (misurata mediante regoli fissi in K-le misure di lunghezza sono _definite_ da operazioni di misura che si eseguono tramite regoli fissi nel riferimento in cui è fermo l'oggetto di cui si vuole misurare la lunghezza) dei due tragitti è la stessa.
Come caso particolare si può immaginare la seguente coppia di tragitti:
gamma1: A->C->D->C;
gamma2: A->B->C
In accordo col secondo postulato della RR i due segnali luminosi che partono simultaneamente da A arrivano simultaneamente in C se
(*) AB+BC=AC+2 CD.
Il fatto che la (*) sia verificata o meno prescinde totalmente dalle scelte convenzionali che scegliamo di adottare durante la fase di sincronizzazione di orologi distanti.
È comunque vero che *tutte* le procedure di sinconizzazione tengono conto del secondo postulato, cioè sono procedure che aggiungono contenuti convenzionali alle descrizioni degli eventi (e questo è rischioso perché foriero di tanti possibili errori, errori che sono peraltro diffusi nella letteratura scientifica) ma certamente *non tolgono nulla* al contenuto fisico che è in ognuna di esse.
Ad esempio, detti S1 e S2 i due segnali luminosi che seguono i tragitti gamma1 e gamma2 visti sopra, e detto t_A l'istante segnato dall'orologio fisso in A nel momento in cui da A partono S1 e S2, in sincronizzazione standard si ha che,
quando S1 arriva in C (per la prima volta) si pone l'orologio fisso in C all'istante
(*1) t_C1=t_A+AC/c
tale orologio segnerà l'istante
(*2) t_Cfin1=t_C1+2 CD/c=t_A+AC/c+2 CD/c
nel momento in cui S1 tornerà in C per la seconda volta (questo è vero perché, con la discesa del tempo dall'olimpo dell' a priori, l'intervallo di tempo *è* ciò che misura un orologio e il regolo CD, col fascio S1 che si riflette ai suoi estremi, è un orologio a luce che *misura* 2 CD/c fra i due passaggi di S1 in C);
quando S2 arriva in B si pone l'orologio fisso in B all'istante
(*3) t_B=t_A+AB/c
e, se si decidesse di (ri)sincronizzare secondo relazione standard l'orologio fisso C sulla base dell'istante t_B, allora, quando S2 arriva in C, si dovrebbe (re)settare l'orologio fisso in C all'istante
(*4) t_Cfin2=t_B+BC/c=t_A+AB/c+BC/c.
Nell'ipotesi che valga la (*) si ha
(*5) t_Cfin2=t_A+AB/c+BC/c=t_A+AC/c+2 CD/c=t_Cfin1.
Cioè l'esperimento (il secondo postulato) assicura che se gli orologi fissi in C e in B vengono sincronizzati con A allora risulteranno sincronizzati fra loro.
Essendo il contenuto fisico di questa ultima proposizione tutto e solo nel secondo postulato, risulta evidente che scegliendo una qualsiasi altra sincronizzazione (cioè una procedura che aggiunge contenuti convenzionali alle descrizioni degli eventi senza togliere nulla al contenuto fisico che è in ognuna di esse) si otterrà lo stesso esito.
Ad ogni modo, come controllo, tutta la dimostrazione suddetta si potrebbe ripetere pari pari sostituendo le parole "sincronizzazione standard" con "sincronizzazione non standard associata alla generica funzione phi(P)" e sostituendo
alla (*1) la t_C1=t_A+AC/c+phi(C)-phi(A)
alla (*2) la t_Cfin1=t_C1+2 CD/c=t_A+AC/c+phi(C)-phi(A)+2 CD/c
alla (*3) t_B=t_A+AB/c+phi(B)-phi(A)
alla (*4) t_Cfin2=t_B+BC/c+phi(C)-phi(B)=t_A+AB/c+phi(B)-phi(A)+BC/c+phi(C)-phi(B)=t_A+AB/c+phi(C)-phi(A)+BC/c
alla (*5) t_Cfin2=t_A+AB/c+phi(C)-phi(A)+BC/c=t_A+AC/c+phi(C)-phi(A)+2 CD/c=t_Cfin1.
Bruno Cocciaro
Received on Tue Jul 04 2023 - 12:58:53 CEST