"Elio Fabri" ha scritto nel messaggio
news:eioc92F29t3U2_at_mid.individual.net...
> Sarà chiarissimo, ma io avrei delle domande.
> 1) E' una recensione. Quando scrive "has been taken" si riferisce quindi
> al libro di Reichenbach?
Si', si riferisce al libro di Reichenbach. L'originale in tedesco puoi
trovarlo qua
https://www.dropbox.com/s/oggcoapjw9foivh/ReReichenbach20-091.pdf?dl=0
> 2) Come si fa a ricavare da qui qual è la posizione di E. in proposito:
> - what is a logically arbitrary decree
> - what is an assumption about the constitution of nature ?
Beh, certo, dalla semplice recensione non si possono evincere le risposte.
Pero' possono evincersi dalla lettura del libro di Reichenbach. Einstein
direi che, con quelle parole, dichiari il suo accordo con Reichenbach
relativamente alla questione in oggetto.
Io il libro non l'ho mai letto. Ne ho letti alcuni stralci, poi ho letto
altri lavori nei quali Reichenbach espone la propria posizione.
Quindi posso solo dirti le risposte che darei io sulla base di cio' che io
ho capito essere la posizione di Reichenbach (il quale non attribuisce a se
stesso la genesi di quella posizione, ma ad Einstein).
Nei prossimi giorni provero' a riprendere il libro di Reichenbach allo scopo
di trovare passi che possano avvalorare la correttezza della mia
interpretazione.
In breve la mia risposta e' la seguente:
l'ipotesi sul funzionamento della natura (cioe' l'assunzione che ha valenza
fisica) e' il II postulato, il quale riguarda la *velocita' di andata e
ritorno*. E' verificabile sperimentalmente (e il II postulato assume che la
verifica sperimentale dia esito positivo) il fatto che due fasci luminosi
partiti simultaneamente da A tornino simultaneamente in A dopo essersi
riflessi, rispettivamente, in B e in C, essendo AB=AC (cioe' il regolo AB,
ruotato opportunamente attorno ad A, manda l'estremo B in C). Questo quali
che siano le direzioni dei segmenti AB e AC e quali che siano gli stati di
moto delle sorgenti che hanno emesso simultaneamente i due fasci in A;
il "decreto" arbitrario dal punto di vista logico e' la scelta di dire che
la luce viaggia alla stessa velocita' one-way, quale che sia la direzione di
propagazione; in altri termini, e' arbitraria dal punto di vista logico (e'
convenzionale) l'affermazione che il secondo fascio arriva in C nello stesso
istante in cui il primo arriva in B.
Ad ogni modo, leggendo lo Jahrbuch, a me pare che Einstein sia piu' chiaro
nel 1905 che nel 1907.
Nel 1905 dice che assume *per definizione* che la velocita' one-way della
luce sia la stessa in ogni direzione, poi dice che assume "secondo
l'esperienza" che la velocita' di andata e ritorno sia una costante
universale (che, nel 1905, chiama V). Cioe', per come pare a me, nel 1905
Einstein distingue con sufficiente chiarezza cosa considera ipotesi di
valenza fisica e cosa considera convenzione.
Nel 1907 dice che assume che gli orologi si possano sincronizzare in maniera
tale che la velocita' one-way sia la stessa in ogni direzione. Non dice,
come aveva fatto nel 1905, che tale sincronizzazione la assume "per
definizione". D'accordo che dice "si possano" e non "si debbano", pero'
lascia spazio ad eventuali interpretazioni secondo le quali egli potrebbe
voler intendere che tale assunzione abbia contenuto fisico (cosa che non e'
in quanto piu' volte in seguito si esprimera' in senso contrario, come gia'
aveva fatto nel 1905 con quel "Durch definition" sottolineato in corsivo).
Poi, nel 1907, continua dicendo che il fatto che la sincronizzazione assunta
sia "soddisfatta in natura" (cioe', immagino intenda che la sincronizzazione
risulti una relazione di equivalenza, cioe' che sia ,ad esempio,
transitiva: se A e' sincronizzato con B e B e' sincronizzato con C allora A
risultera' sincronizzato con C) e' "probabile" sulla base delle conferme
della "teoria di Lorentz". Qui credo intenda qualcosa del genere: nelle
equazioni di Maxwell la c che compare e' la velocita' one-way; la teoria di
Lorentz (con l'etere e i regoli che si contraggono) ha trovato conferme
sperimentali dalle quali possiamo ritenere che le eq. di Maxwell (scritte
nella forma usuale, cioe' l'unica nota all'epoca, con la c velocita' one-way
uguale in ogni direzione) siano valide in ogni riferimento inerziale, quindi
la verifica della teoria di Lorentz ci permette di dire che sincronizzando
gli orologi (in ogni riferimento inerziale) in modo tale che la velocita'
one-way della luce risulti sempre c, non troveremo problemi (cioe' in ogni
riferimento inerziale la sincronizzazione assunta risultera' una relazione
di equivalenza). A me pare che nel 1907 l'esposizione mescoli troppo le
cose. Non si riesce a distinguere cosa sia "logically arbitrary decree" e
cosa "assumption about the constitution of nature".
Esporre il II postulato come un enunciato che riguarda la velocita' one-way
della luce, indebolisce molto la struttura logica della RR. Ci si ritrova
invischiati nel circolo vizioso che fai notare tu: ma cosa e' questa
velocita' se prima non sincronizzo gli orologi? Ok, prima li devo
sincronizzare. Ma se li sincronizzo in modo tale che la velocita' one-way
risulti sempre c, allora che valenza fisica puo' mai avere il II postulato?
E qui finalmente si arriva a dire che la valenza fisica sta nel fatto che
quella sincronizzazione risulta *sperimentalmente* essere una relazione di
equivalenza. Pero' ... che fatica! E, soprattutto, che mischiume di
"logically arbitrary decree" e "assumption about the constitution of
nature"!
Nel 1905, per come pare a me, il mischiume non c'e'.
> Sì, una trad. inglese l'avevo trovata, anche se non sono certo che sia
> quella.
> Era una trad. incopleta dell'articolo, ma temo di non averla salvata...
Qui
https://www.dropbox.com/s/lhwql6j8y8h0bv7/Einstein_1907_Jahrbuch.pdf?dl=0
trovi la traduzione completa pubblicata da Schwartz in tre articoli (Giugno,
Settembre e Ottobre 1977) sull' Am. J. of Phys.
> Finisco con una domanda: come risponderesti a chi affermasse, a proposito
> della vel. one-way:
> "L'autore [che sarei io] sostiene erroneamente che per misurare la
> velocità della luce sia necessario usare due orologi sincronizzati. Nota
> la distanza tra due punti, e supposto lo spazio isotropo, è sufficiente
> l'uso di un solo orologio che misuri la durata del viaggio di andata e
> ritorno di un lampo di luce di durata idealmente nulla."
Eh, bella domanda ... pero', scusami ma preferirei rispondere in altro post
che questo e' gia' troppo lungo.
Magari, nel prossimo post, metto i link al libro di Reichenbach che
dovrebbero avvalorare quanto dicevo sopra, poi provo a rispondere a questa
domanda.
Comunque, non come risposta, ma come sensazione, dalla risposta che hai
ricevuto io evincerei che il referee stia banalizzando un argomento che, con
ogni probabilita', ignora.
> Elio Fabri
Ciao,
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Sun Mar 19 2017 - 18:33:16 CET