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> Partendo da questa base, si può dare un'interpretazione realistica
> della meccanica quantistica, in quanto l'onda pilota sarebbe un'onda
> nella materia oscura.
Mi sembra che non ci siamo proprio. C'e` un problema di
livelli esplicativi; come la prenderesti se uno ti dicesse
che si puo` spiegare la relativa leggerezza degli elettroni
ipotizzando che siano fatti di polistirolo espanso?
Se la materia oscura esiste e se e` fatta di particelle, come
tratti le particelle? Ti serve la meccanica quantistica. Devi
poter definire una funzione d'onda per queste particelle. Ma
allora ecco che, in base all'interpretazione a cui fai
riferimento, spunta fuori la loro onda pilota... che sarebbe
fatta di altre particelle dello stesso tipo? Per modellare il
comportamento anche di una sola particella di materia oscura
te ne servono miliardi di altre che la guidino? E chi guida
loro?
Per uscirne servirebbe che le particelle di onda pilota
fossero, in qualche modo, non quantistiche. A questo punto
salterebbero comunque fuori almeno due problemi, uno di
dimensioni e uno di discretizzazione.
Dimensioni: storicamente, l'ipotesi che la funzione d'onda
sia "materiale" e` caduta in disgrazia quando ci si e` resi
conto che per rappresentare un sistema di due particelle
interagenti serve almeno una funzione d'onda a sei
dimensioni, per tre particelle ne serve una da nove e cosi'
via (ed e` comunque un'approssimazione). L'onda non "vive"
nel nostro spazio, ma in uno con piu' dimensioni di quante
particelle ci siano nell'universo. Per intenderci, il modello
atomico a orbitali, dove ogni elettrone ha una funzione
d'onda 3D sua, e` un'approssimazione.
Discretizzazione: se la funzione d'onda e` fatta di
particelle, allora non collassa mai e dopo un po' di tempo
che si propaga e si suddivide in ramificazioni sempre piu'
sottili in uno spazio a infinite dimensioni la granularita`
dovrebbe saltar fuori. Dopo miliardi di anni di vita
dell'universo non se ne vede ancora traccia: la precisione
con cui ogni minima ramificazione della funzione d'onda
universale obbedisce all'equazione ondulatoria sembra
infinita a tutti gli effetti pratici.
Cosi' a intuito vedrei anche altri problemi nell'identificare
la materia oscura con l'onda pilota (la materia oscura
attorno alle galassie sarebbe allora la sovrapposizione di
tutti gli stati quantistici possibili per quella galassia?
Perche' mai la materia oscura dovrebbe venire guidata dal
potenziale definito dalla materia normale anche dove non
ce n'e`?), ma al momento mi sembra superfluo precisarli.
A scanso di equivoci: ritengo che la funzione d'onda sia
reale, ma non vedo proprio come possa essere fatta di
particelle.
> Inoltre, se il tempo di una particella è una
> misura delle sue interazioni con la materia oscura, questo spiega
> perché il tempo varia con la velocità (ma le distanze non dovrebbero).
Purtroppo per spiegare qualcosa in fisica ci vuol altro (vedi
oltre).
> Per l'accenno alla relatività, proporrei questo esperimento mentale:
>
> A--P
> |
> B--Q
> |
> S
>
> Se un'astronave che viaggia lenta verso la stella S trova che l'angolo
> SAP con le stelle S e P misura 90° e così pure l'angolo SBQ, capirà
> che AB è la stessa distanza anche viaggiando a velocità prossima a
> quella della luce, poiché essa non varia se misurata con gli angoli.
> Quindi il tempo è relativo ma le distanze (che perciò non andrebbero
> misurate in base al tempo) non lo sono, poiché non è possibile che
> la distanza tra le stelle P e Q (come pure qualsiasi altra distanza
> nell'universo) vari col variare della velocità a cui un'astronave
> viaggia da A a S. Se questo ragionamento è fallace, spiegami perché.
In RR ogni distanza va riferita a un sistema di riferimento.
La distanza P-Q nel riferimento dell'astronave varia
effettivamente con la velocita` dell'astronave, perche' al
variare della velocita` e` il sistema di riferimento a
cambiare. Il tuo ragionamento mi sembra quindi riducibile a
"la contrazione delle distanze e` falsa perche' non puo`
essere vera", ma non importa, andiamo al nocciolo della
questione.
Se vuoi spiegare la RR, lascia perdere le stelle, ti basta
spiegare cosa succede all'astronave: gli orologi a prua e a
poppa marciano piu' lenti del normale e non sono neanche piu'
sincronizzati tra loro; l'astronave si contrae nella
direzione del moto. Soprattutto, devi spiegare perche' tutto
cio` avvenga proprio di quel tot previsto dalla RR (e` una
delle differenze principali tra una teoria e una
crackpottata: in fisica e` facilissimo sfornare
pseudo-spiegazioni qualitative che non spiegano nulla, non si
sbilanciano a fare nessuna previsione e non possono essere
ne' dimostrate ne' smentite). La teoria dovrebbe anche
precisare se questi effetti dovuti all'interazione tra la
materia normale e quella oscura dipendono o no dalla densita`
di materia oscura; cosi' a occhio entrambe le alternative mi
sembrano problematiche.
Una volta spiegato quel che accade all'astronave, tutto il
resto della RR ne conseguirebbe auto-matematicamente, inclusa
la contrazione (apparente) della distanza tra P e Q misurata
nel riferimento dell'astronave.
Per un fisico una spiegazione di questo genere, basata su un
riferimento privilegiato, sarebbe sia non necessaria che un
regresso alla visione di Lorentz, normalmente ritenuta
superata da quella di Einstein, ma non importa, se ti piace
cercarla non vedo che problema ci sia. Basta solo che tu non
pretenda che la cerchi qualcun altro, che non la considera
promettente. Buon divertimento. :-)
Ciao
Paolo Russo
Received on Sun Nov 20 2016 - 18:48:52 CET
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