Il giorno giovedì 13 luglio 2017 13:20:02 UTC+2, Giorgio Pastore ha scritto:
> Finalmente capisco cosa chiedevi!
Meno male! ma e' sicuramente colpa mia.
>
> Temo che tu abbia elaborato un po' troppo sulla base delle tue
> conoscenze, con effetto un po' deformante.
>
> La deformazione la vedo su due livelli diversi. Il primo, e secondo me
> piu' importante, e' che tendi a dare un peso eccessivo alle formule,
> come se stessero "a se'". Di fatto, che si tratti di F=ma o di un
> propagatore rappresentato mediante un diagramma di Feynman, il punto
> cruciale è lo stesso: le formule da sole non dicono nulla, men che meno
> sono suscettibili di traduzione, se non accompagnate dalle "regole di
> interpretazione" che permettono di dare un significato fisico, oltre che
> matematico all' espressione formale. Ma le "regole di interpretazione"
> (che poi significa la teoria che utilizza quelle formule, chie tipo di
> linguaggio è ? solo formale direi di no, ma neanche è solo linguaggio
> comune. Quindi uno dei tuoi estremi va completamente rivisto, se vuoi
> sperare di descrivere la realtà delle teorie fisiche.
Certo che le formule da sole non dicono nulla.
Le "regole di interpretazione" e di definizione fanno parte del relativo
metalinguaggio che ovviamente non puo' essere linguaggio comune, che puo' contenere ambiguita', non definizioni, non coerenze e tutti gli arrosti che vuoi.
>
> Il secondo è più specifico alla contraposizione di esempi che fai. Mi
> sembra che consideri F=ma autoevidente e non problematica (all' interno
> della fisica newtoniana, naturalmente) e i diagrammi di F. no. Ma già
> F=ma e' una brutta gatta da pelare dal punto di vista interpretativo in
> meccanica classica dall' '800 in poi.
Non mi sembra di aver scritto che e' autoevidente. Se vuoi ricadiamo nel discorso precedente (necessita' di un metalinguaggio....)arrichito magari di un po' di concetti operativi alla Bridgman.
> Poi, se vuoi lavorare con cose
> confrontabili, potresti ragionare su un diagramma di Feynman per la
> meccanica classica (cfr. https://arxiv.org/pdf/hep-th/0605061.pdf ), per
> confrontarlo con i diag. di F. della MQ. A quel punto forse i dubbi su
> fotoni virtuali, off-shell etc. scopriresti che sono comuni a qualsiasi
> tentativo di interpretare "fisicamente" singoli termini di teorie
> perturbative.
Anche la comprensione di affermazioni semplici puo' essere complicata a piacere.
Basta andare abbastanza indietro. Esempio: 1+1=2. Cos'e' un numero? come viene definita l' operazione di somma? In quale sistema di teoria dei numeri siamo?
binario, ottale, decimale? quante ne vuoi.
Ma alcune descrizioni semplici(anche se sono condizioni non usuali)sono sufficienti, quantomeno ad una comprensione operativa. Non e' necessario
scomodare i diagrammi di F. per la fisica classica. (Occam insegna...)
(En passant, non ho mai capito perché ci si appassioni
> tanto ai diagrammi di Feynman e poco a quelli di Mayer della meccanica
> statistica classica....).
>
> Giorgio
Perché i diagrammi di F. sono presenti nell' immaginario collettivo e non mi
risulta che siano "riducibili" ad elementi cognitivi piu' semplici.
Molto bella la meccanica statistica classica ma meno popolare.
Lino
Received on Thu Jul 13 2017 - 15:03:24 CEST