Re: Relatività 001 - Muoni, intervalli invarianti,

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Wed, 27 Sep 2023 04:22:26 -0700 (PDT)

Il giorno mercoledì 27 settembre 2023 alle 11:25:04 UTC+2 Michele Andreoli ha scritto:


> Il problema, caro Bruno, è che non potrai limitarti alla sola eliminazione della t dal quadrivettore (t,x,y,z): una volta iniziate le danze, ne dovrai eliminare di cose!






questo è certo. Vanno eliminate tutte le grandezze che ereditano la loro convenzionalità dalla convenzionalità della t. Più che eliminate vanno _precisate_ e tale precisazione porta con sé un'inevitabile precisazione del linguaggio. Questo anche per quanto riguarda la fisica classica, quella di Newton. Una volta che abbiamo capito che *non esiste* l'intervallo di tempo fra eventi che si verificano a distanza, dobbiamo necessariamente rivedere il concetto di velocità, dobbiamo chiederci "ma allora con la parola velocità cosa dovremmo intendere? Se il dt è convenzionale, nel rapporto dx/dt, cosa dovremmo metterci al suo posto? Quando diciamo v, il fattore che mettiamo a denominatore come dovremmo intenderlo, cioè come lo dovremmo *misurare*?"



Non possiamo cavarcela con "ma tanto, finché le v sono molto minori di c, non c'è problema, il dt lo possiamo misurare come ci pare che tanto gli effetti sono piccoli". La risposta che a me pare più ovvia è che il dt si sostituisce col dTau, cioè il "dt" lo misura l'orologio in moto col corpo che si sta spostando di dx. Poi si va avanti e si continua a riscrivere-precisare. Finché non si sbatte con i gradienti è tutto abbastanza semplice.

> Ad esempio: tutte le derivate parziali d/dt che compaiono


quelle non danno alcun problema perché in quei casi dt e dTau coincidono. Sono i gradienti che costituiscono un serio problema. Quelli sono, sostanzialmente, l'unico problema.

> Insomma, mi sa che - eliminando il tempo t, per sostituirlo con una formula irrazionale









quella sarebbe la maniera formale di risolvere la questione e, dal punto di vista concettuale, non sarebbe una soluzione perché il dt (dettato dalla sincr. standard) si sarebbe comunque usato per costruire la teoria per poi eliminarlo con una banale sostituzione. La vera soluzione (peraltro non complicatissima finché non si toccano i gradienti) è costruire la teoria senza fare mai uso del dt. Ad ogni modo, uno potrebbe fregarsene delle questioni concettuali, prendere il formalismo standard e, come per curiosità, provare a modificare il formalismo mediante la semplice trasformazione del dt in Sqrt[dx^2 + c^2*dTau^2]. Il problema che vedo io (ma potrebbe essere un problema solo mio) è che, siccome, per coma la vedo io, i formalismi normalmente stanno lì perché (e finché) svolgono un preciso ruolo che ha una valenza fisica stabilita non da noi (la stabilisce la natura), temo che non sia semplicissimo modificare il formalismo mediante una banale sostituzione. Io almeno non ci riesco. I passaggi della sos
tituzione li devo seguire, devo avere prima un contenuto fisico assunto come corretto e poi devo controllare che, nei vari passaggi della sostituzione, quel contenuto fisico si mantenga (o, eventualmente, il formalismo potrebbe suggerire qualche modifica del contenuto fisico).

> ciao,
> Michele

Ciao,
Bruno Cocciaro.
Received on Wed Sep 27 2023 - 13:22:26 CEST

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