Re: Un piccolo esercizio di relatività (ristretta!)

From: Pier Franco Nali <ampfn_at_tiscali.it>
Date: Thu, 1 Feb 2024 07:53:30 -0800 (PST)

Il giorno giovedì 1 febbraio 2024 alle 11:30:04 UTC+1 Christian Corda ha scritto:
> On Thursday 1 February 2024 at 08:15:04 UTC+1, Pier Franco Nali wrote:
> >Il rivelatore finale è un contatore proporzionale.





> Certo, conta il numero di fotoni gamma ricevuti in un determinato tempo, e dunque l'intensità. Il punto è che quel tempo misurato nel rivelatore finale è DIVERSO rispetto al tempo misurato nell'assorbitore. Più in dettaglio, sono d'accordo che il vero rilevatore (cioè il ricevitore della radiazione elettromagnetica) è l'assorbitore risonante, la cui linea di risonanza è spostata rispetto alla linea di risonanza della sorgente. Ciò induce la variazione di intensità dei quanti gamma risonanti, che passano attraverso questo assorbitore. Questa intensità viene misurata dal rilevatore di quanti gamma, appoggiato all'esterno del sistema del rotore. Quest'ultimo rilevatore è uno strumento tecnico. Permette a chi sta nel laboratorio di misurare lo spostamento delle linee tra sorgente e l'assorbitore.


Benissimo. Senza entrare nei dettagli tecnici dell’esperimento, di cui peraltro ho un’idea estremamente vaga, mi sembra che conveniamo sul punto fondamentale, cioè che la “vera” misura avviene nell’assorbitore.




>Ma il punto chiave è che lo spostamento delle linee della sorgente e dell'assorbitore che viene osservato da un osservatore situato nell'assorbitore risonante rotante è DIVERSO dallo spostamento delle linee della sorgente e dell'assorbitore che viene osservato da un osservatore situato nel rivelatore fisso di fotoni gamma, perché il tempo per l'assorbitore scorre in modo diverso rispetto al tempo per il rivelatore finale. In altre parole, l'intensità per il rivelatore finale è diversa dall'intensità per l'assorbitore.







Ecco. Ma allora, ammettendo che ci sia questa differenza nello shift quando viene osservato nel rivelatore finale, non pensi che si dovrebbe scomputarla dal conto, dal momento che lo shift “vero” è quello tra sorgente e assorbitore? In altre parole, se pure ci fosse questa differenza non sarebbe da imputare a un effetto dello strumento impiegato per trasferire al laboratorio l’esito della misura “vera”, fatta nell’assorbitore, piuttosto che alla misura stessa? Questo vorrebbe dire che l’esperimento da un risultato spurio, poiché gli sperimentatori non avrebbero considerato (dato che lo ignoravano) che esiste un effetto di desincronizzazione tra assorbitore e rivelatore, e che l’esperimento correttamente interpretato confermerebbe in realtà il risultato standard k=0.5. Magari mi dirai che questa è proprio la tua interpretazione e questo per me sarebbe già un bel passo avanti.

> > sicché la radiazione incidente sull'assorbitore lo oltrepassa raggiungendo il rivelatore finale

> Appunto, e siccome l'assorbitore ed il rivelatore finale sono desincronizzati la radiazione è soggetta ad un ulteriore shift. Mi pare una cosa estremamente ovvia e non capisco perché tu ti impunti a non volerla considerare.

La considero nel senso di cui sopra, cioè come ipotesi di spiegazione di un risultato sperimentale spurio (o almeno che potrebbe esserlo).


>Una volta dicevi di non voler fare una caccia all'errore, ma mi pare che sono mesi che la stai facendo senza riuscire a trovarlo, perché, di fatto, non c'è.


All’inizio sinceramente pensavo a un errore di calcolo ma adesso penso che l’esistenza di un effetto di desincronizzazione tra assorbitore e rivelatore sia un’ipotesi ad hoc che si può accettare o non accettare. A me continua a non convincere.

> > Almeno per come la vedo io la fisica sostanzialmente finisce nell’assorbitore.

> Questa è una considerazione antiscientifica. Poiché di fatto si vuole misurare la dilatazione temporale tra punto di partenza e punto di arrivo, chiaramente la misura va fatta lungo tutto il percorso, non tra il punto di partenza ed un punto intermedio.


Non sono d’accordo, l’obiettivo dell'esperimento è misurare lo shift tra linee di emissione e di assorbimento dei quanti gamma, perciò il punto finale è l’assorbitore. Il rivelatore finale è come dici tu stesso uno strumento tecnico.

> Ciao, Ch.
Ciao, PF
Received on Thu Feb 01 2024 - 16:53:30 CET

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