Re: Massa

From: Persio <persio.flacco_at_gmail.com>
Date: Fri, 10 Jan 2014 22:56:45 +0100

Il 02/01/2014 21:45, Omega ha scritto:
[...]
> Insomma, non potendo definire la massa "in sé" (come direbbero i
> filosofi), e il che cosa è dotato di massa, dobbiamo passare - come
> dicono quelli davvero esperti e che aborrono la filosofia con
> particolare riguardo alla metafisica - a definizioni _operative_.
[...]

Per definire la massa "in sé" avresti bisogno di una teoria, meglio se
unitaria.

Ma non voglio avventurarmi su questo terreno, vorrei invece attirare
l'attenzione su quello che a me appare come una debolezza di fondo che
solitamente si riscontra in simili speculazioni, tanto più quanto queste
riguardano le cose ultime.

Di norma il bravo ricercatore considera scrupolosamente le
caratteristiche dei suoi strumenti di indagine nel valutare il risultato
delle sue ricerche. Uno strumento possiede proprietà determinabili come
sensibilità, estensione del campo di indagine, precisione; cosa che, di
conseguenza, descrive anche i suoi limiti.

Tuttavia non ho mai visto considerare con queste modalità quello che è
lo strumento principe di ogni esplorazione della realtà: il cervello, e
l'ente immateriale da esso prodotto con la sua attività, cioé la mente.

Eppure a mio parere è palesemente errato non considerare capacità e
limiti del cervello e della mente dal momento che, inevitabilmente,
influscono sull'indagine, la limitano, la distorcono, tanto da
influenzarne sicuramente l'attendibilità.

Limiti che peraltro sono facilmente definibili tenendo conto della
profondità filogenetica del cervello, la cui principale ragion d'essere
è quella di aumentare le possibilità di successo della specie. In tal
senso si tratta di un organo i cui limiti sono riferiti all'essere
biologico di cui deve garantire funzionalmente la sopravvivenza.

Nel caso degli umani è lecito pensare che le sue proprietà si siano
evolute in funzione delle necessità di una famiglia discendente da
esseri arboricoli distintasi in un certo punto dal ceppo originario.
Quanto sono attendibili le rappresentazioni della realtà materiale
costruite dalla mente di un tale essere se il suo cervello si è evoluto
come organo ausiliario di un essere arboricolo? Da quali limiti sono
affette e quale percentuale di errore contengono? Cosa è, e cosa può
essere, la "massa" dentro queste rappresentazioni?

Per chiarire meglio la natura dei miei dubbi ti annoierò con un breve
episodio autobiografico. Durante il servizio militare (a Udine,
d'inverno) mi svegliai una mattina con 42 di febbre. Naturalmente mi
svegliai in uno stato di coscienza alterato, ricordando qualcosa che
avevo visto la sera prima.
La sera precedente ero stato di corvee in cucina a lavare pentoloni. In
un intervallo del lavoro, tanto per svagarmi un po', mi pesai con uno di
quei bilancioni a pedana che indicano la misura con un ago su una scala
graduata rotonda.
Ebbene, nel vaneggiamento mi tornò alla memoria la punta dell'ago della
bilancia; la stranezza è che con i neuroni in ebollizione percepivo
l'ago contemporaneamente enormemente sottile ed enormemente spesso, e
trovavo ciò assolutamente naturale e verosimile.
La visione mi è rimasta impressa come estremamente significativa anche
dopo aver riacquistato una temperatura normale, e ancora oggi la ritengo
una percezione superiore e maggiormente aderente alla realtà rispetto
alle normali percezioni.

Ebbene è evidente che se il cervello non sapesse determinare
istantaneamente la dimensione relativa di un oggetto il suo
proprietario, specialmente se ha abitudini arboricole, si troverebbe a
mal partito nel saltare di ramo in ramo. Ma questa esigenza funzionale
comporta che la rappresentazione più vera, quella della contemporaneità
delle dimensioni di un oggetto, debba essere limitata.

Tornando alla speculazione su massa ed energia, credo sia lecito
chiedersi se indagare questi aspetti della realtà materiale con le
rappresentazioni mentali elaborate dal cervello di un primate, dando per
scontato che esse sono scevre da distorsioni e da errori, non conduca ad
un vicolo cieco.

Nota. Non sto suggerendo di farsi venire un febbrone da cavallo prima di
speculare su queste faccende.
Received on Fri Jan 10 2014 - 22:56:45 CET

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