Il 29/11/2017 20:35, Maurizio Malagoli ha scritto:
[...]
>
> Grazie per le risposte: da esse ho capito che studiare meglio la
decoerenza sia qualcosa di molto interessante da studiare e, anche se
non sono molto d'accordo su alcune cose, espone un modo di vedere che
senz'altro aiuta a comprendere meglio la situazione. Di seguito ti
espongo alcuni miei dubbi/considerazioni.
>
> Penso che la frase di Gisin sia quella, almeno per me, che spiega il
tutto.
>
> In fondo, ciò che manca sempre è una definizione chiara ed univoca di
alcune entità concettuali che vengono definite: misura, evento, ...
>
Le storie consistenti (SC), a mio parere, rispondono al commento di
Gisin. In particolare:
1) `misura', `osservazione', ecc. sono concetti che non entrano nelle
SC. Un esperimento dove una particella interagisce con un sistema
macroscopio è trattato allo stesso modo di qualsiasi altra interazione
(=evoluzione unitaria data dall'eq. di Schrodinger).
2) `evento' è essenzialmente una formalizzazione e precisazione del
significato che si trova sui normali dizionari. La formalizzazione è
data dai proiettori ortogonali nello spazio degli stati.
>
> Citando wikipedia, scrivi: "un evento è una qualsiasi affermazione a
cui, a seguito di un esperimento o di un'osservazione, si possa
assegnare univocamente un grado di verità ben definito", oppure scrivi
"L'interpretazione di Copenhagen presuppone una situazione di
laboratorio con un tecnico che fa le misure e che può ripetere lo stesso
esperimento a piacere",
>
>
> sembra dire che per la MQ sia necessario (scrivi 'presuppone') un
esperimento e che l'esperimento sia necessario anche per definire un evento,
Quello che scrivi è vero non per la MQ `tout court' ma per la sua
formulazione 'ortodossa' (=Copenhagen). Nelle SC esperimenti/misure
hanno un ruolo relativamente secondario (infatti parliamo nelle SC delle
probabilità di eventi in sé, non delle probabilità di risultati
sperimentali), anche se in pratica è necessario fare una scelta su quali
eventi vogliamo considerare (per es., possiamo considerare la posizione,
oppure la velocità, ma non entrambe contemporaneamente).
> ma, almeno per come la vedo io, in laboratorio succede esattamente
quello che succede in natura per conto suo, con o senza il tecnico, con
o senza esperimento: la differenza è solo
> che un tecnico assegna dei numeri (misura o grado di verità) e non è
certamente questa assegnazione che fa cambiare il corso della natura, la
sequenza degli eventi e noi dovremmo avere un modello che descriva la
natura anche senza esperimenti.
>
Certo, nelle SC è così come dici tu.
> Per quanto riguarda la parola FAPP, non la considero assolutamente un
nomignolo, ma un modo veloce per riassumere bene alcune problematiche.
> Ad esempio, ed è questo che ti chiedevo:
> nella decoerenza + storie quantistiche è vero che si considerano, in
certe situazioni, equivalenti una miscela statistica e uno stato puro?
>
Non è mai necessario dal punto di vista concettuale fare
l'approssimazione di eliminare gli elementi non-diagonali della matrice
densità. In determinati contesti lo puoi fare perché così facendo cambi
di pochissimo (pochissi-missi-missi-mo!) le probabilità assegnate agli
eventi.
> Questo nonostante esista una osservabile che le possa distinguere,
anche se difficilmente realizzabile in un esperimento? Il difficilmente
realizzabile non dice impossibile: se fosse impossibile qualcosa nella
teoria ce lo dovrebbe dire, il difficilmente è una situazione FAPP: ai
fini pratici non interessa andare oltre.
>
Certo. Se sarà possibile grazie a esperimenti migliori ecc. misurare gli
effetti di interferenza dovuti agli elementi non diagonali allora
effettuare il collasso non è più leggittimo e bisogna ternersi tutto.
> Ultimo punto:
> perché chiami paradosso il teorema di Bell?
>
È paradossale nel senso che da premesse che sembrano (ma non sono)
ragionevoli e corrette si arriva ad una conclusione che è smentita dai
fatti sperimentali. Le premesse del teorema di Bell sono:
1) Impossibilità di comunicazioni a velocità super-luminari (corretta).
2) Assenza di superdeterminismo, ossia possibilità degli sperimentatori
di decidere `libamente e indipendentemente' le impostazioni dei due
apparati sperimentali (corretta).
3) C'è una terza assunzione, più controversa e che dipende dalla
specifica dimostrazione del teorema (ce ne sono tante), ma che è
essenzialmente una di queste:
3a) Presenza di variabili nascoste che determinano i risultati
sperimentali per tutti i possibili esperimenti futuri (anche chiamato a
volta 'realismo').
3b) Come 3a), ma solo la distriubuzione statistica dei risultati è
determinata (variabili nascoste stocastiche)
3c) Definitezza controfattuale (counterfactual definiteness): possiamo
ragionare ipoteticamente su esperimenti non effettuati (`se avessi
misurato lo spin nella direzione X avrei trovato 1/2')
3d) (punto di vista delle SC) Vengono considerate allo stesso tempo
osservabili che non commutano (violando così il principio di
incompatibilità).
Alcuni (e.g. R. Tumulka e molti altri bohmiani) sostengono che
l'assunzione 3) non viene fatta e che quindi le violazioni della
disuguaglianza di Bell dimostrano la non-località. Secondo me questo
punto di vista è totalmente sbagliato.
Sono già state date in questo filone un sacco di articoli, abbastanza da
avere da leggere per mesi (anni?)... Mi permetto ugualmente di
segnalarne alcuni (tutti molto recenti) sulla disuguaglianza di Bell che
mi sembrano didattici, comprensibili e interessanti:
R. B. Griffiths, EPR, Bell, and quantum locality, Am. J. Phys. 79 (9),
September 2011
https://arxiv.org/abs/1007.4281
Il punto di vista delle SC (e anche una buona introduzione a questo
punto di vista. Ne raccomando la lettura :).
Lorenzo Maccone, A simple proof of Bell's inequality, Am. J. Phys. 81,
854 (2013)
https://arxiv.org/abs/1212.5214
Una derivazione molto attenta delle disuguaglianze.
Marek Zukowski, Caslav Brukner, Quantum non-locality - It ain't
necessarily so..., J. Phys. A: Math. Theor. 47 (2014) 424009
https://arxiv.org/abs/1501.04618
Ribadisce che una delle ipotesi del punto 3) è necessaria.
Ghirardi nel suo libro 'Un'occhiata alle carte di Dio' ha anche un
capitolo sulla disuguaglianza di Bell (data nella versione che wikipedia
chiama 'di Sakurai', che Bell ha dato nel 1981).
Ciao,
L.
Received on Fri Dec 01 2017 - 15:01:01 CET