Re: [MQ] Teoria della misura di Zurek
Il giorno domenica 3 dicembre 2017 16:15:02 UTC+1, Paolo Russo ha scritto:
> [lino.zamboni_at_gmail.com:]
> > Ok, una interpretazione di una teoria non e’ una teoria, anche se
> > estendere il criterio del “rasoio di Occam” ad una interpretazione mi
> > procura qualche prurito
>
> Capisco benissimo. E tuttavia, quello e` proprio il campo di
> applicazione principale del Rasoio, anche se non ci si pensa
> quasi mai. Dopo tutto, se due teorie sono proprio "teorie"
> perche' sperimentalmente distinguibili tra loro, prima o poi
> si riuscira` a capire qual e` quella giusta e quindi il
> Rasoio serve fino a un certo punto.
Aspettando Zurek (con la dovuta pazienza)…..
Sono d’ accordo, una delle teorie sarà vera (verificata) e l’ altra no,
quindi Occam risulterebbe superfluo .
> Invece, data una qualunque teoria, di solito e` facile derivarne infinite > altre sperimentalmente indistinguibili dall'originale (e che
> quindi potremmo chiamare interpretazioni), inventando
> complicazioni aggiuntive inutili e inosservabili. Dato che
> normalmente nessuno ha interesse a fare una cosa del genere,
> non c'e` bisogno di tirare in ballo esplicitamente il Rasoio:
Anche qui sono sostanzialmente d’ accordo. Le varianti a cui accenni le considero “inessenziali” nel senso che non portano maggiore contenuto informativo rispetto alla teoria “principale”. Applicare qui il Rasoio e’ fatica sprecata, non vale neanche l’ uso di una lametta.
> Un caso emblematico e` quello dell'etere.
> Paolo Russo
Ho qualche dubbio su come usi il concetto di “interpretazione di una teoria”.
Una teoria (preferirei parlare di modelli teorici, risulta un argomento piu’ circoscritto), per come personalmente la intendo, e’ una struttura logico-formale dove, in maniera tutt’ altro che esaustiva,
un numero limitato di assiomi e ipotesi indipendenti permettono di costruire tale struttura attraverso regole ben definite (inferenza logica, etc…). Gli elementi di questa struttura sono
generalmente elementi formali misti e opportunamente correlati : forme matematiche e forme proposizionali (proposizioni dichiarative). Questa struttura e’ percorribile (esistono interessanti analogie esplicative con la teoria dei grafi), nel senso che partendo da assiomi ed ipotesi si possono
derivare gli elementi formali di cui sopra, fino a quella che si chiama comunemente (una o piu’)
tesi. Tale tesi deve potere essere esprimibile in modo da poter essere confrontabile con risultati
sperimentali. In questa maniera il modello teorico oltre che ad essere coerente e’ anche consistente
e puo’ essere accettato.
Tutte le regole, significato dei simboli etc.. vengono definiti in un opportuno meta-linguaggio che
risulta essere una sorta di manuale d’ uso, similmente a quello relativo (se fatto bene) a software o
sistemi operativi. Il modello formale assumerebbe il significato di applicazione specifica di un determinato software , il meta-linguaggio assumerebbe il significato di manuale d’ uso del software
ed eventualmente dello specifico algoritmo.
Cosa dire delle diverse interpretazione di un modello teorico? Mi sembra un mondo con, potenzialmente, diverse categorie del quale non conosco particolari formalizzazioni.
Non mi fisserei sull’ esempio riguardante RR ed etere, può portare a discussioni che risulterebbero in eccessive “ramificazioni” con perdita di contatto con gli argomenti scelti inizialmente.
Preferisco un altro esempio: atomo di idrogeno , limitatamente all’ orbitale 1S.
Un modello, iniziale e quello di Bohr che e’ coerente e congruente con i dati sperimentali.
Un altro modello, successivo, è quello quanto-meccanico che usa l’ eq. di Schrodinger (non sono ovviamente necessarie le correzioni di Thomas, Darwin, etc.).
Qual’ è il modello principale e quale una diversa “interpretazione”? . Qual’ è il modello teorico
più “semplice”. Qual’ è la differenza tra i due modelli se descrivono appropriatamente la realtà sperimentale sottostante?
Mi sento di dire, per ora, solo che i due modelli differiscono perché sono costruiti in base
a meta-linguaggi un po’ (non completamente) diversi. Una analisi differenziale specifica non è banale e non può essere svolta qui. Però’ per rendersi conto che tale differenza, comunque esiste, è sufficiente trovare un simbolo (al di là dell’indicazione letterale) con significato (necessario) che è presente in un modello e non nell’altro. Questo, ovviamente, non vuol dire che non si possa cercare/trovare una traslazione di significati da un modello all’ altro.
Però mi piace di più Zurek…..(con patatine fritte)....
Lino
Received on Wed Dec 06 2017 - 09:07:31 CET
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