Re: Formula per la luminosità apparente degli oggetti celesti ad alto redshift

From: Dino Bruniera <dino.bruniera_at_gmail.com>
Date: Sun, 10 Dec 2017 21:17:30 +0100

Il 05/12/2017 16:36, Dino Bruniera ha scritto:

> ULTERIORI CONSIDERAZIONI SULLA FORMULA PER LA LUMINOSITA’ APPARENTE
> DEGLI OGGETTI CELESTI AD ALTO REDSHIFT
>
> Come ho scritto nei post precedenti, la formula attualmente utilizzata
> dalla comunità scientifica, dovrebbe essere la seguente:
>
> l = L / (4 x 3,14 x D*2) x (1 + z)*2 (1)
>
> dove:
> “l” sta per luminosità apparente;
> “L” sta per luminosità assoluta;
> “D” sta per distanza propria o attuale o comovente;
> “z” sta per il redshift cosmologico.
> ...
'''


Non ricevendo alcuna osservazione su quanto esposto nei post precedenti,
penso di poter ritenere che i miei ragionamenti non siano sbagliati.

Per cui penso di poter trarre le seguenti conclusioni.

La formula (1) non riflette il modello di Universo reale, in quanto la
luminosità apparente risultante dall'applicazione di detta formula, non
corrisponde a quella risultante dalle osservazioni.
E neanche la velocità di espansione dello spazio in accelerazione,
giustificherebbe la differenza tra i due valori, perché detta velocità
non viene proprio presa in considerazione dalla formula. In pratica
l'eventuale accelerazione dell'espansione, si rifletterebbe sul valore
del redshift che, quindi, già comprenderebbe gli effetti dell'accelerazione.
Pertanto anche se l'espansione fosse in accelerazione, la formula (1)
darebbe gli stessi risultati e, quindi, la luminosità apparente
risultante dalla formula, sarebbe comunque diversa da quella osservata.

In conclusione penso che si possa affermare che il modello di Universo
sul quale si basa la formula (1) non possa essere quello corretto.
Inoltre il fatto che la luminosità apparente osservata sia inferiore a
quella risultante dalla formula (1), non giustifica l'ipotesi che la
velocità di espansione dello spazio, sia in accelerazione.
In altre parole l'espansione dell'Universo potrebbe anche essere in
accelerazione, ma non per giustificare la differenza tra la luminosità
apparente risultante dalla formula (1) e quella osservata.

Naturalmente eventuali osservazioni su quanto sopra esposto, sarebbero
gradite.

Dino Bruniera

P.S.
In una formula esposta nel post precedente, c'è un errore che, però, non
ha importanza ai fini delle conclusioni, in quanto non riguarda la
formula sostenuta dalla comunità scientifica.
Desidero inoltre informare che da questi post avrei intenzione di
ricavare un breve articolo in lingua inglese, che vorrei far pubblicare.
Received on Sun Dec 10 2017 - 21:17:30 CET

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