luca ha scritto:
> Leggo su Wikipedia :
> ...
Una cosa che non mi pare sia stata detta: la versione italiana di
wikipedia per la fisica e' tutt'altro che ineccepibile.
(Quella inglese e' un'altra cosa.)
Quindi non prenderla *mai* come una fonte autorevole: al massimo come
una primissima informazione, su qualsiasi argomento.
Peltio ha scritto:
> Prova vederla cos�: immaginati una forza costante in modulo, direzione
> e verso. Devi spostare il punto di applicazione della forza di un
> metro lungo la sua direzione.
> ...
Giorgio Bibbiani ha scritto:
> Per tirare o sollevare o spingere ecc. ecc. qualunque cosa.
> ...
"Giacomo \"Gwilbor\" Boschi"
> Normale, capita a molti se non a tutti. Questo perch� spesso si
> "antropomorfizza" il concetto di lavoro pensando che sia qualcosa che
> esprime la "fatica che si fa", il che � fuorviante. In pi� c'� la
> classica confusione fra massa e peso che pu� complicare le cose.
> ...
Spero mi perdonerete se dico che per un motivo o per l'altro sono
insoddisfatto di tutti i vostri post.
Avete molte attenuanti, perche' il concetto di lavoro e' uno dei piu'
"scivolosi" della fisica, e ancora sopravvivono delle eredita'
linguistiche che ne ostacolano la spiegazione e la comprensione.
Pero' cio' non toglie :)
Peltio comincia subito male, scrivendo "devi spostare il punto di
applicazione della forza".
Cosi' c'e' una forza, non meglio identificata, e poi ci sei tu che
"devi spostare".
E cosi' introduci un elemento antropomorfico, che invece bisogna
tenere lontano come la peste...
E come lo sposterai? Applicando una seconda forza?
Anche Giorgio comincia male, per la stessa ragione:
> Per tirare o sollevare o spingere ecc. ecc. qualunque cosa.
Di nuovo l'elemento antropomorfico: *chi* tira, solleva, spinge...?
Poi le cose si complicano: introduce *due* forze (la gravita' e un'altra)
e scrive:
> dal teorema di conservazione dell'energia meccanica segue
> che il lavoro eseguito da F per sollevare il p.m. di un'altezza h
> nel campo di gravita', nel caso che il p.m. abbia velocita' di
> uguale intensita' all'inizio e alla fine del processo, e' uguale a:
> L = m * g * h,
Segue dal teorema? Detto cosi' e' palesemente falso.
Dovevi aggiungere che il tuo corpo e' fermo all'inizio e alla fine, e
comunque il teorema di conservazione dell'energia non c'entra:
c'entra solo il teorema delle forze vive.
Il lavoro totale delle due forze e' nullo; quello della gravita e'
mgh, quindi...
Comunque tutto questo non c'entra con la definizione di lavoro, che
viene prima, altrimneti come fai a enunciare teoremi sul lavoro?
Complessivamente l'esposizione di Giacomo mi piace di piu', anche se
pure lui e' costratto a mettere in gioco due forze.
Ma questo e' colpa di wikipedia.
Se ne doveva fare a meno!
Pero' Giacono cade in diversi "difetti" linguistici:
> un oggetto che si sposta *mentre* applichi la forza
Perche' ci deve essere lui che "applica" la forza?
La forza puo' avere qualsiasi origine, e bisogna svincolarla dai
muscoli dell'uomo (o del bue :-)) ).
> Visto che il corpo non subisce accelerazioni
I corpi non "subiscono" le accelerazioni, casomai subiscono (e non mi
piace) le forze.
L'accelerazione un corpo *ce l'ha*, come ha la velocita'.
> il campo gravitazionale invece di compiere un lavoro lo sta subendo.
> Se invece la massa scende, i segni cambiano: � il campo che compie
> lavoro e tu che lo subisci.
Gia' "compiere" un lavoro e' poco felice (ma non e' colpa tua: lo
diciamo tutti). Ma "subire" e' veramente atroce.
Qua sembra che tutti subiscano qualcosa: forze, lavori
accelerazioni... Alla faccia dell'antropomorfismo!
A mio parere si dovrebbe dire solo "il lavoro della forza" o al
massimo "il lavoro fatto dalla forza". Che poi potra' avere l'uno o
l'altro segno: positivo o negativo, senza aggiungerci alcuna
connotazione come "compiere", "subire"...
--
Elio Fabri
Received on Mon Jul 13 2009 - 21:28:54 CEST