Re: La gravità è una proprietà dello spazio?
On 17 Giu, 20:50, bugg..._at_libero.it (luciano buggio) wrote:
> LuigiFortunati ha scritto:
>
> > La densit� � data dalla quantit� di qualcosa nell'unit� di spazio.
> > Immagino che sia necessario dare un nome a questo "qualcosa",
> > altrimenti resta un concetto astratto, non serve a niente.
>
> Mi sono illuso che tu intendessi proprio quello che penso io, e che ho
> cercato di dire, senza per� farmi evidentemente capire
> Ci provo ora.
> Giustamente dici: "La densit� � densit� di qualcosa"
> Che cosa?
> Te l'ho detto: dello spazio.
> Lo spazio non � un contenitore, pieno di qualcosa, l'etere, per esempio,
> come dice Michele, che ne considera quindi la densit� ecc.
> Lo spazio � "il qualcosa","il materiale" di cui si considera la densit�,
> cio� la quantit� per "unit� di estensione".
> Ti faccio un esempio.
> Newton maturo, quello approdato all'eterismo, diceva che quel "qualcosa"
> che riempie lo spazio (e che egli chiamava anche "Pneuma" attribuendogli
> una specie di natura divina) � tanto pi� rarefatto (secondo la legge
> dell'inverso dell'iperbole) quanto pi� ci si avvicina ad un corpo
> materiale, per cui la gravit� viene spiegata in termini di spinta (altro
> che attrazione!): i corpi tendono ad andare verso l'etere pi� rarefatto,
> in una parola verso il basso potenziale.
> Ora, io dico, senza tirare in ballo discutibili sostanze: prendiamo un
> centimetro cubo si spazio ad una distanza d da un corpo nel vuoto, ed un
> centimetro cubo di spazio ad una distanza d'>d.
> Ebbene lo spazio nel cubetto pi� vicino � pi� denso che in quello lontano.
> Che problema c'�?
> Che ne sappiamo noi dello spazio?
> Tu ne parli come di un contenitore: che cavolo vuol dire, al di l�
> dell'esperienza quotidiana, per cui abbiamo familiarit� con le cose che
> sono nello spazio?: ma la familiarit� � conoscenza?
> Evidentemente lo spazio, oltre che un'estensione (ci� che mi ha permesso
> poco sopra di isolarne un'unit�) ha anche una "profondit�", una
> "sostanza", e queste hanno un valore, una "densit�" variabile a seconda
> della distanza dalle cosidette masse.
> Naturalmente di questa "sostanza" sappiamo a questo punto parecchio,
> potendo riferirle le propriet� che conosciamo dello spazio.
> Innanzitutto la continuit�.
> Col che taglieremmo la testa al toro di interminabili discussioni sui
> granuli d'etere, la loro dimensione, la forma del confine ecc.
>
> Ma forse c'� un modo pi� semplice ed efficace di spiegartelo, a partire
> dalle tue stesse parole.
> Dici:"*Quantit� di qualcosa* che � nell'unit� di spazio"
> Prova a pensare a:
> "*Quantit� di spazio* in un'unit� di estensione spaziale".
> Quando diciamo "quanto spazio" ci riferiamo alla "dimensione dello spazio"
> (estensione, volume)
> Sei capace di pensare invece a "quantit� di spazio" anche in un altro modo?
>
> Ciao.
Tu dici che lo spazio � spazio (e basta), che ha le sue
caratteristiche (conosciute) e che non � composto da altro, se non da
se stesso.
Va bene.
Ma, col tuo modello, cosa distinguerebbe uno spazio da un altro
spazio?
Ti faccio un esempio.
Poniamo che sia vero ci� che dico io, cio� che i fotoni "sono" lo
spazio (nonch� un suo modo di manifestarsi).
Poich� i fotoni hanno una loro qdm (con tanto di direzione, verso e
intensit�), allora riusciamo a capire come un loro squilibrio possa
spingere gli oggetti in transito verso una determinata direzione,
piuttosto che in un'altra.
Quindi saremmo in grado di comprendere quale sia la differenza
(intrinseca) tra uno spazio remoto (nel quale il movimento dei fotoni
� in equilibrio in tutte le direzioni, e quindi non influenza il moto
degli oggetti in transito) e uno spazio gravitazionale (nel quale una
particolare direzione prende il sopravvento, rispetto a quella di
verso opposto).
Nel tuo spazio fatto di spazio, cosa distinguerebbe i due spazi di
cui sopra? Solo il diverso effetto, senza capire "perch�" e "come"
questo effetto si manifesta?
Ciao, Luigi.
Received on Thu Jun 18 2009 - 14:28:40 CEST
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