Re: Ma questa invarianza per riflessione ...

From: Valter Moretti <vmoretti2_at_hotmail.com>
Date: Thu, 29 Jan 2009 07:38:44 -0800 (PST)

On 27 Gen, 17:36, "Bruno Cocciaro" <b.cocci..._at_comeg.it> wrote:

> Ecco, e' proprio questo trauma che vorrei capire. A me pare che alla base di
> tale trauma ci sia una non chiara distinzione fra i concetti di riflessione
> e parita' (che a me, come dicevo sopra, paiono da distinguere; ed e' proprio
> per "evitare traumi" che mi parrebbe opportuno un uso distinto dei due
> termini).

Ciao, invece secondo me quel trauma era molto naturale, e lo avrei
provato anche io.
Era la prima volta che veniva fuori una cosa del genere.
Mi spiego. Se prendi un qualsiasi fenomeno oppure oggetto macroscopico
e lo rifletti
in uno specchio. Sei sempre in grado di costruire materialmente
quell'oggetto nella realt�.
Esistono le viti levogire, il mouse per mancini (:-)) puoi costruire
una terna con tre assi di legno
rifletterla nello specchio e costruire quella che vedi riflessa.
Qualunque evoluzione di un sistema fisico macroscopico, se vista
riflessa
in uno specchio si pu� riprodurre nella realt� scegliendo le
condizioni iniziali opportunamente.

Invece con l interazioni deboli NO. Tu prendi un certo fenomeno basato
su tale interazione,
lo rifletti nello specchio e non c'� alcun modo di riprodurre nella
realt� quello che hai visto
nello specchio. Secondo me questo � un trauma.

Ciao, Valter

PS. la riflessione e la parit� sono "fisicamente la stessa cosa" nel
momento in cui
accetti l'isotropia dello spazio. Se ho capito bene cosa intendi per
riflessione.
La riflessione � la composizione dell'inversione di parit� e di una
rotazione di 180 gradi.
La rotazione � innocua se vale l'isotropia dello spazio (e le
interazioni deboli la rispettano)..
Received on Thu Jan 29 2009 - 16:38:44 CET

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