24/03/2018 ore 17:30
Il giorno mercoledì 21 marzo 2018 20:05:03 UTC+1, Paolo Russo ha scritto:
> [Wakinian Tanka:]
> > Quindi nel viaggio di andata B "accelera" rispetto agli
> > orologi nel rif. di A.
>
> Proprio no, mi dispiace.
Hai perfettamente ragione; tra l'altro a suo... tempo :-) avevo già analizzato in dettaglio la situazione e quello che dici lo sapevo ma evidentemente me lo ero già scordato :-(
Come non detto.
> > 1) A e B effettuano lo stesso identico percorso, ma il CONTACHILOMETRI
> > di B si è mosso più lentamente di quello di A (a metà velocità) in
> > quanto è diverso il meccanismo/il circuito elettronico che trasduce i
> > giri ruota in cifre sul cruscotto, oppure semplicemente perché le
> > ruote di B hanno un diametro doppio di quelle di A e quindi hanno
> > fatto la metà dei giri (a parità di km percorsi dalle 2 auto). 2)
> > l'auto B ha fatto un percorso più corto per andare da P1 a P2 (ha
> > percorso metà dei chilometri percorsi da A)?
>
> Indagherei. Nell'impossibilita` di farlo, assumerei la
> spiegazione più semplice e coerente con quanto gia` noto:
> percorso diverso.
Appunto.
> Nell'esempio interstellare precedente, qualunque indagine
> eseguita nel rif. di A confermera` che l'orologio B, in moto
> nel rif. di A, va efffettivamente piu' lento del normale in
> qualunque istante del suo moto e con qualsiasi tecnica
> (eseguita nel rif. di A) si esegua il confronto;
Ok.
> ulteriori indagini illustreranno i meccanismi fisici (effettivamente
> esistenti) di questo rallentamento
... che non verranno trovati. Ma se tu ne sei convinto...
Comunque ho visto più giù a cosa alludi e te lo contesterò :-)
> e del perche' nel rif. di B non venga percepito. Caso chiuso. :-)
Chiuso per te, non per me :-)
> Mi pare d'aver piu' o meno risposto alle domande e alle
> obiezioni. Ora, se permettete, qualche obiezione ve la faccio
> io.
Ottimo.
[...]
> Una carica elettrica in moto indurrebbe un campo magnetico
> solo quando si muove lungo una curva chiusa, o magari solo
> quando misuriamo il campo? E sarei io a dover dimostrare il
> contrario?
No, ovviamente, lo genera anche muovendosi di moto uniforme.
Però devo ringraziare te in primis e poi Giorgio Bibbiani ed Elio Fabri per avermi fatto notare questa questione: se è vero, come è vero, che un semplice moto uniforme genera qualcosa che appare essere un vero e proprio effetto fisico, ovvero la creazione di un campo magnetico, come si concilia questo con il fatto intuitivo (e, meno usando l'intuito ma più precisamente usando il primo postulato della RR, il PR) che un semplice moto inerziale non dovrebbe affatti "generare effetti fisici"? Come fa notare Giorgio (e implicitamente Elio quando pone l'accento sul riferimento che invece è solidale a B), si tratta in fondo solo di cambiare le coordinate!
> Non scherzo: le affermazioni "un orologio in moto rallenta" e
> "una carica elettrica in moto genera un campo magnetico" sono
> perfettamente analoghe in RR: hanno lo stesso ambito
> (relativo) di validita`.
Finora questo non mi era chiaro e vi ringrazio per avermelo fatto notare.
Quindi a questo punto la domanda è: l'esistenza di un campo magnetico dove (o quando) prima non c'era, come quello generato da una carica in moto uniforme, può essere considerata un "vero effetto fisico"?
A prima vista sembrerebbe proprio di si: un campo magnetico, ad es., fa deviare un ago magnetizzato.
Ma l'effetto fisico è /il campo magnetico in sé/ o /la deviazione dell'ago magnetizzato/?
Se /cambiamo coordinate spazio-temporali/, come dice Giorgio, e consideriamo (un sdr in cui) la carica ferma (niente campo magnetico) e l'ago magnetizzato in moto inerziale, esso devierà lo stesso e come prima? Già il PR ci dice di sì, e le leggi dell'elettromagnetismo ce lo confermano.
Perciò quello che conta non è /l'esistenza del campo magnetico in sé/, e quindi /il fatto che la carica sia in moto/ ma:
*il fatto che carica ed ago magnetizzato siano in moto reciproco*!
Di conseguenza, a mio modesto parere, non ha significato fisico affermare che "il rallentamento dell'orologio B rispetto all'orologio A è un vero effetto fisico": il vero effetto fisico è il fatto che quando alla fine i due orologi vengono confrontati direttamente, l'orologio B segna un intervallo di tempo inferiore a quello segnato da A.
--
Wakinian Tanka
Received on Sat Mar 24 2018 - 17:31:01 CET