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From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Mon, 3 Nov 2008 13:11:34 +0100

"Elio Fabri" <elio.fabri_at_tiscali.it> wrote in message
news:6n6getFjt29gU3_at_mid.individual.net...

> Come sai non sto seguendo questa discussione, se non saltuariamente.

E di questo mi dispiaccio molto. Uno dei motivi per i quali cerco, con
risultati nulli, di contenere la lunghezza dei miei post, e' che so che piu'
li allungo piu' aumenta la probabilita' di perdere lettori, e relativi
commenti. In particolare aumenta la probabilita' di perdere tuoi eventuali
commenti. Poi puo' darsi che la lunghezza non sia l'unico problema, ne' il
principale.

> Se per sistema copernicano intendi, come si deve fare, la semplice
> sostituzione del riferimento eliocentrico a quello geocentrico,
> ovviamente non fa nessuna differenza.
> E infatti e' noto che le tavole basate sul sistema copernicano
> potevano competere con quelle tolemaiche solo a patto d'introdurre
> daccapo gli epicicli.
> Altro discorso se si parla di Keplero, e delle orbite ellittiche...

In tutta sincerita' non so niente di come dovrebbe essere correttamente
inteso il sistema copernicano (e degli epicicli da introdurre daccapo per
far si' che quel sistema possa competere con il tolemaico).
Stavo rispondendo ad Enrico che diceva:
"Una posizione del genere avrebbe
condotto a mettere da parte il sistema copernicano fin dall'inizio in
quanto il solo vantaggio era la "semplicita'" (concetto, questo, che in
realta' e' problematico, ma non e' il caso di discuterlo qui).
Fortunatamente non e' stato cosi' e "la divina bellezza della
semplicita'" e' stato sempre un criterio importante."

Se mi dici (se ben capisco) che il sistema copernicano, a ben vedere, non
era piu' semplice del tolemaico (a causa dell'introduzione daccapo degli
epicicli), direi che comunque l'osservazione di Enrico si potrebbe riferire
al confronto fra due sistemi uno dei quali e' manifestamente piu' semplice
dell'altro. Era ad un confronto del genere che mi riferivo, almeno era in
questo senso che avevo inteso l'osservazione di Enrico.
Ed e' in questo senso che ho risposto ricordando la differenza fra cio' che
Reichenbach chiama "semplicita' descrittiva" e cio' che chiama "semplicita'
induttiva". Io concordo totalmente con Reichenbach (e ritengo che non si
possa non concordare) nel dire che e' solo descrittiva la semplicita' che
viene dalla sincronizzazione standard.

> Non capisco: in che quadro teorico ti metti?
> In quello newtoniana ovviamente le onde grav. non esistono, e la
> gravita' e' un'azione _istantanea_ a distanza.
> In quello della RG la gravita' *non e'* un'azione a distanza, a
> prescindere dalle onde grav.

Anche qua rispondevo ad Enrico che diceva:
"Pero', guarda caso, nonostante tutti
fossero in partenza d'accordo che una spiegazione meccanica *ci doveva
essere*, alla fine si concluse che cercarla era vana e si accetto' il
principio dell'azione a distanza nel vuoto. Nota: questo avvenne
nonostante i pregiudizi metafisici fossero tutti dall'akltra parte. Ma
il fatto che una tale spiegazione "ulteriore" della gravitazione
eludesse ogni verifica empirica convinse alla fine piu' o meno tutti che
tale spiegazione non esisteva.

Il parallelismo col tuo caso mi pare evidente."

e facevo presente che Newton, nonostante avesse ovviamente ben chiaro che la
sua teoria faceva uso di un concetto che aveva tutte le sembianze di una
azione a distanza, nella famosa lettera a Bentley, in sostanza dice che lui
alle azioni a distanza non ci crede, il che e' come dire che lui ritiene che
ci debba essere "una spiegazione ulteriore" della gravitazione (e su tale
spiegazione ulteriore non azzarda ipotesi).
Che poi la verifica sperimentale di questa supposta spiegazione ulteriore
(la RG secondo la quale, come dici sopra, la gravita' non e' un'azione a
distanza) comporti una totale revisione del quadro teorico, non mi pare che
cambi la sostanza della posizione espressa da Newton a Bentley.

Enrico vede un parallelismo con il mio caso in questo senso (se posso
permettermi di interpretare il suo passo):
ritenere impossibili le azioni a distanza e' un pregiudizio metafisico. Tale
pregiudizio non ha impedito l'affermarsi della gravitazione newtoniana, e il
fatto che la teoria superasse brillantemente le verifiche sperimentali,
unito al fatto che non si vedeva proprio come si potesse sottoporre a
verifica sperimentale l'eventuale esistenza di una "spiegazione ulteriore",
ha convinto tutti che tale spiegazione non esisteva.
Lo stesso pregiudizio avrei io nel voler sostenere il mio modello (infatti
io ho quel pregiudizio, ritengo di avere coscienza di cio', e lo dico con
chiarezza).

Il parallelismo che vedo io e' invece il seguente:
ritenere *possibili* le azioni a distanza e' un pregiudizio metafisico che,
dal punto di vista epistemologico, vale tanto quanto altri. Superando tale
pregiudizio si puo' sviluppare un approccio teorico, alternativo a quello
ortodosso, che permette il ritorno ad una descrizione realista e locale,
cosi' come gia' avvenuto con la RG che permette di superare analoghi
problemi presenti nella gravitazione newtoniana. Inoltre, RG e gravitazione
newtoniana non sono equivalenti dal punto di vista predittivo; esiste quindi
la possibilita' di sottoporre a verifica sperimentale il fatto che la
gravitazione dia luogo o meno ad una azione "istantanea" a distanza. Allo
stesso modo il modello che propongo non e' equivalente alla MQ ortodossa dal
punto di vista predittivo; esiste quindi la possibilita' di sottoporre a
verifica sperimentale il fatto che i collassi delle funzioni d'onda di
sistemi entangled diano luogo o meno a "correlazioni istantanee" a distanza.

Non so se ho risposto nel merito alla domanda che ponevi sopra (spero di
si'). E' questo comunque quello che intendevo dire nel passo che citavi.

> Elio Fabri

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Mon Nov 03 2008 - 13:11:34 CET

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