Re: Paradosso del gatto di Schrödinger
Bruno Cocciaro ebbe a scrivere:
> Quello che non e' invece
> sempre chiaro e' cosa, in una certa proposizione, e' vero perche' ce lo ha
> detto la natura e cosa invece e' "vero" perche' decidiamo noi di dirlo in
> quel modo.
Io direi che se la verita' della legge dipende da "come" la diciamo, allora
non e' una legge della Fisica. E dato che noi le cose le diciamo scegliendo
sempre un sistema di coordinate spazio-temporali, la legge non deve
dipendere da come scegliamo le coordinate spazio-temporali. E per capirlo,
basta cambiare le coordinate e rifare l'esperimento.
Esempio: se dico che il fuoco F delle parabole e' sempre in verticale sul
vertice V, e' chiaro che una tale legge ha poca probabilita' di essere una
legge valida per tutte le Parabole. Ma lo sperimentatore esperto e' gia'
in all'erta da un pezzo, dato che la legge fa intervenire una direzione
particolare (la verticale, appunto). Ma nel dubbio, prova lo stesso a
ruotare il proprio sistema di assi, per scoprire che era una proprieta' del
sistema di riferimento, e non della parabola. Insomma, come dici tu quando
usi l'espressione "fatti scritti nella natura", la proprieta' non
era "scritta nella parabola".
> Quella che non e' chiara a tutti e' la *convenzionalita'* della
> simultaneita', cioe' non e' chiaro che, anche limitandoci solo a
> descrizioni interne a un dato riferimento R, la simultaneita' di due
> eventi lontani e' comunque non "scritta nella natura".
Ma e' perche' (nell'intimo) non siamo relativisti. L'evoluzione della
specie non ci ha selezionato per questo. Io stesso, dopo che me lo hai
ancora una volta ridetto, tra me e me istintivamente ho pensato: "a chi!
neanche se lo vedo con i miei occhi" :-)
Ma poi ci penso razionalmente e mi dico: la simultaneita' sembra proprio
una legge del tipo di quella del fuoco della parabola. Come la scrivo nella
Natura? nel vocabolario della Natura la parole *coordinata* e *assi
cartesiani* neanche ci sono ...
> Si potrebbe dire, sulla base di quanto scritto sopra, che Ohanian e' un
> convenzionalista pero' non lo sa.
Se per convenzionalista si intende che le coordinate sono convenzionali e
che se dx=0 per me, per un altro con gli assi ruotati risulta dx /= 0,
allora dobbiamo esserlo tutti, non solo Ohanian.
Quello che dice in piu' Ohanian e' che, se proprio vogliamo fare una scelta,
tanto vale scegliere la piu' simmetrica.
Ti faccio un esempio, non tanto lontano dalla realta' del problema che
discutiamo (Ohanian non fa affatto questo esempio, comunque): tutti i punti
della retta vanno bene come origine delle coordinate O(0,0), giusto? E' una
scelta del tutto arbitaria, del tutto convenzionale. Ma, data la parabola
y=Ax^2+Bx+C, non sceglieresti di mettere O nel punto intermedio tra le
soluzioni di y=0,cioe' in x0=(x1+x2)/2 ? Lo faresti perche' la parabola
diventa simmetrica, giusto? Riferita al nuovo sistema di assi, avremmo che
B (il quale coincide con la somma delle soluzioni, a meno del segno)
diventa B=0, i due zeri diventano uguali e opposti, ma sempre la stessa
parabola e'.
Bene: la luce si muove nello spazio tempo secondo equazioni del tipo:
A*dx^2+B*dx*dt+C*dt^2=0. (in sostanza ds=0; A, B e C dipendono dal punto)
Fissato "dx", hai due soluzioni per "dt", che corrisponderebbero a due
velocita' diverse dx/dt o, alternativamente, a due tempi diversi di andata
e di ritorno del segnale luminoso.
Ma allora, perche' non fare in modo che B=0, cosi' da aumentare la simmetria
del problema?
Questa scelta, per quanto ho capito io, e' quella che si chiama
*sincronizzazione standard* di due punti infinitamente vicini. E'
arbitraria, ma almeno e' buona da mangiare.
Il guio e', che nella maggior parte dei casi, e' una cosa che va rifatta
punto per punto, non solo: se la si fa lungo un percorso chiuso, gli ultimi
due punti (se lo spazio e' curvo) non si sincronizzano :-(
Ecco perche' io non la farei proprio ...
Michele
Received on Thu Oct 23 2008 - 01:25:51 CEST
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