Re: orologi che "rallentano"

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_fastwebnet.it>
Date: Sat, 28 Apr 2018 17:16:28 +0200

Paolo Russo ha scritto:
> ...
avrai notato che praticamente non ho ptecipato a tutta questa
discussione.
I motivi sono più o meno quelli che dici tu.
Ora leggendo il tuo post mi sono venute in mente un paio di cose che
butto lì senza pretese :-)

> Anzi, diciamola tutta: non capisco come fai a parlare di
> tempi convenzionali totalmente arbitrari
Una cosa che ho sempre notato è che (a meno di carenze d'informazione
da parte mia) chi si mette a lavorare su sincronizzazioni arbitrarie
sembra non possa fare a meno di partire da quella standard.
Le altre vengono definite come modifiche a quella standard.
Non so che signifcato abbia, ma forse non è casuale...

> I softwaristi, poi, sono cosi' convinti che quella frase abbia senso
> che ricorrono al formato UTC (Universal Time Coordinate, l'ora di
> Greenwich) per sbarazzarsi dei fusi orari e dell'ora legale ogni volta
> che possono.
Solo una precisazione storica: il TU (UT), con le sue varianti, esiste
da molto prima che fosse coniata la parola "softwarista", anzi da ben
prima che esistesse il software, anzi da ben prima che esistessero i
computer :-)

Il concetto, com'è ovvio, è nato in astronomia, per la necessità di
riferire gli eventi astronomici coi relativi calcoli a una base di
tempo comune (appunto "universale").
Non so nemmeno precisarne la nascita, ma esisteva già a inizio '800.
Per fare un unico esempio, Gauss negli esempi che fa nel suo "Theoria
motus corporum coelestium" (1809) già usa il Tempo Medio di Greenwich:
quello (GMT) che poi cambiò nome in UT.
    

-- 
Elio Fabri
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Received on Sat Apr 28 2018 - 17:16:28 CEST

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