Tommaso Russo ha scritto:
> Provo ad azzardare un'ipotesi, pronto a ritirarla se qualcuno ne
> propone una migliore o mi dimostra che quanto osservato nelle foto
> satellitari e' un fenomeno diverso.
Idea interessante: non credo di poter contribuire gran che, ma qualche
domanda di chiarimento posso farla :)
> I vortici ciclonici moderati che si sentono sull'Alto Adriatico sono
> posizionati per lo piu' sulle Alpi (quelli forti dall'Abruzzo alla
> Grecia) e quindi durante una giornata il loro centro passa facilmente
> da NE (che genera vento da SO) a N (che genera il ponente) a NO (che
> genera vento da NO).
Mi sa che hai un po' pasticciato con le direzioni...
Io direi: centro a NO, vento da da SO; centro a N, vento di ponente;
centro a NE, vento da NO.
> Ora, un vento costante crea inizialmente un'onda giovane e continua
> poi ad accelerarla ed ingrossarla, ma se gira cosa succede? Io credo
> che per piccoli cambiamenti di direzione continui ad agire sull'onda
> gia' formata, ma che superato un certo angolo critico (che non saprei
> calcolare, ma che dalle foto dovrebbe aggirarsi sui 25 - 30�)
> l'"abbandoni" e ne formi invece un'altra, secondo la sua nuova
> direzione, che si sovrappone alla prima propagandosi indipendentemente
> da essa a velocita' (e con L) inferiore. Dopo qualche tempo (poche
> ore), sullo stesso fetch sono presenti due onde, generate da venti di
> direzione leggermente diversa ma della stessa intensita', che pero'
> hanno eta' diverse e quindi c ed L diverse.
Ecco alcune domande:
1) Perche' le frequenze sarebbero un po' diverse? Da che cosa dipende
la frequenza dell'onda generata dal vento?
2) Per valutare la teoria dell' "abbandono", bisognerebbe sapere di
piu' di quanto so io (ossia niente) di come il vento genera le onde.
Esistono modelli teorici affidabili e verificati?
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Elio Fabri
Received on Sat Sep 06 2008 - 21:12:41 CEST