popinga ha scritto:
> Quello che diceva la divina commedia c'entra poco, dato che non ha
> alcuna pretesa scientifica.
Mi sembra che tu commetta un classico errore di prospettiva storica.
Dante mette nella ``Commedia'' tutto il suo sapere, che non era poco,
e includeva in sostanza le conoscenze scientifiche del suo tempo.
Naturalmente la scienza e' spesso celata ``sotto il velame de li versi
strani''.
Ti cito un esempio che forse gia' conosci:
Qual e' 'l geometra che tutto s'affige
per misurar lo cerchio, e non ritrova,
pensando, quel principio ond'elli indige,
tal era io a quella vista nova:
veder voleva come si convenne
l'imago al cerchio e come vi s'indova,
ma non eran da cio' le proprie penne.
(Paradiso, XXXIII)
Oppure questo, che ha a che fare col nostro tema (lo vedi perche'?):
L'alba vinceva l'ora mattutina
che fuggia innanzi, si' che di lontano
conobbi il tremolar della marina.
(Purgatorio, I)
Questi ultimi per me sono versi bellissimi, proprio perche' esprimono
un'osservazione scientifica tutt'altro che banale in una forma
profondamente estetica.
--
Elio Fabri
Received on Thu Jul 31 2008 - 21:19:11 CEST