"Ant.Flav" ha scritto:
> Ad essere sincero ho semplificato io le cose, per una ragione.
Ah, questo tu lo chiami semplificare? ;-)
> Il problema dice realmente che il palloncino � immerso in una camera
> ermeticamente chiusa, ma il suo imbocco � posto in comunicazione con
> l'esterno e non offre alcuna resistenza al flusso aereo. Nel palloncino
> perci� vige sempre la pressione atmosferica e il pompaggio lo si ottiene
> rendendo subatomosferica la pressione che agisce, nel contenitore,
> all'esterno del pallone. Io credo che sia la stessa cosa visto che ci� che
> conta � la differenza di pressione tra interno ed esterno del pallone.
> Cio�: o � armosferica la pressione interna e decresce linearmente col
> volume la pressione esterna, o � atmosferica la pressione esterna e cresce
> linearmente col volume quella interna, non cambia la pressione distendente
> netta (quella che si oppone al ritorno elastico). Quindi, volendo usare i
> dati del problema, la pressione esterna varia linearemente col volume da
> P1 = 740 mmHg a P2 = 700 mmHg. Qual � il lavoro fatto per gonfiare il
> palloncino?
Considero solo trasformazioni quasistatiche.
Il lavoro fatto sul palloncino dal gas contenuto nella camera e' negativo,
e vale, se p e' la pressione esterna al palloncino, Vi e Vf rispettivamente
volume iniziale e finale del palloncino:
L_1 = -Integrale[p*dV, da Vi a Vf].
Il lavoro fatto sul palloncino dall'aria a pressione atmosferica
che entra nel palloncino e' positivo e vale:
L_2 = p_atmosferica * (Vf - Vi).
Per esercizio sai dire cosa rappresenta la somma L_2 + L_1,
cioe' il lavoro totale eseguito sul palloncino?
Ciao
--
Giorgio Bibbiani
Received on Thu Jan 17 2008 - 19:00:55 CET