Re: Esperimento di Millican

From: Giovanni1958 <tek-0_at_hotmail.it>
Date: Mon, 6 Aug 2012 20:40:26 +0200

"Tommaso Russo, Trieste" <trusso_at_tin.it> ha scritto nel messaggio
news:501c56df$0$13272$4fafbaef_at_reader2.news.tin.it...
> Il 31/07/2012 20:17, Giovanni1958 ha scritto:
[CUT]
>> La prima che mi viene in mente a queto punto �: se l'elettrone �
>> sottoposto
>> sempre alla stessa forza sia al centro del condensatore, che in
>> prossimit�
>> delle armature, cosa impedisce agli elettroni di conduzione (la bella
>> nube
>> turbolenta) della placca caricata negativamente di lasciare
>> spontaneamente
>> la superficie e migrare verso l'altra armatura?
>
> ma li' dove si trovano gli elettroni di conduzione esterni il campo non ha
> la stessa intensita' che all'esterno, all'esterno il campo e' generato
> proprio dal *loro* eccesso. Il campo preponderante che sentono gli
> elettroni e' quello attrattivo degli ioni positivi che costituiscono
> l'ultimo strato del reticolo cristallino. A temperatura nulla o quasi,
> sono confinati all'interno di una barriera di potenziale; a temperatura
> ambiente, pochissimi riescono a superarla; al calor rosso, hai ottenuto un
> bel catodo a emissione termoionica, ma te ne fai poco perche' gli
> elettroni dopo un breve cammino libero vanno a ionizzare qualche molecola
> d'aria, troppo poche per innescare una scarica; se fra le armature fai il
> vuoto spinto, hai ottenuto un perfetto diodo termoionico (se anche l'anodo
> e' caldo non fa nulla, lui gli elettroni li attrae e li incamera).
>
>
>> Devo rompere forse prima una
>> sorta di forza di legame (in chimica la chiamerei energia di
>> attivazione).
>
> Certo, si chiama "lavoro di estrazione",
>
> http://it.wikipedia.org/wiki/Lavoro_di_estrazione
>
> ed e' sfruttando la sua costanza che Einstein ha scoperto la
> quantizzazione della luce nell'effetto fotoelettrico.
>
Ciao Tommaso,
grazie per gli approfondimenti, ci� nonostante trovo molto anti intuitivo la
presenza di una forza costante nello spazio che separa due armature nel
verso della distanza tra esse. Chiaramente dovr� andarmi a vedere lo studio
della composizione delle forze in presenza di superfici cariche.
Volevo chiederti: analoga situazione � esplicabile per un campo magnetico e
per un campo gravitazionale?
Ovvero, immaginando di riuscire a creare un campo magnetico uniforme e ampio
tra due chiamiamole superfici polari per analogia con il condensatore, la
forza esercitata dal campo magnetico su una particella magnetica immersa in
suddetto campo subisce la medesima condizione? Chiaramente riconosco che un
corpo/particella magnetica � alquanto diversa da una particella carica che �
in se � omopolare.( escludendo al momento il caso dei monopoli magnetici).
Stessa sorte si potrebbe immaginare a parit� di condizioni nel caso di campi
gravitazionali? Questa � sicuramente una condizione molto affine
all'elettrone/particella carica, immerso/a in un campo elettrico di un
condensatore.
Grazie nuovamente, spero in un'ulteriore risposta, ciao.

--
http://www.voip-info.org/wiki/view/Asterisk+tips+wake-Up+and+Reminder


Received on Mon Aug 06 2012 - 20:40:26 CEST

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