Giorgio Pastore ha scritto:
> Temo che tu sia ottimista. Non "capita" ma ormai � abituale che invece
> di far capire si chiede un puro nozionismo. Forse pi� che in fisica
> questo � evidente in quel frtto misto che sono le cosiddette scienze
Potrei obiettarti che stai andando OT: stavamo parlando di fisica...
Ma non voglio sfuggire il problema, anzi. Vedi dopo.
> ...
> E non si tratta di pochi prof con idee personali sui programmi, basta
> guardare i libri di testo :-((
Oh si', e non di rado tra gli autori ci sono prof universitari, magari
di astrofisica :-<
Paolo Cavallo ha scritto:
> Come insegnante di liceo devo dire che queste parole esprimono
> piuttosto bene le mie frequenti perplessit�. Mi capita spesso di
> entrare in classi del terzo anno (prime liceo classico, quindi
> studenti che incontrano le scienze della natura per la prima volta
> dopo la scuola media) e trovare sulla lavagna configurazioni
> elettroniche, rappresentazioni 3D di orbitali atomici ad energie alte,
> allusioni alle relazioni di Planck o di De Broglie o al "dualismo
> onda-particella".
Problema ben noto, purtroppo.
La tua potrebbe essere un'esperienza isolata, ma non credo affatto che
sia cosi'.
A me e' capitato in piu' occasioni di tentare qualche intervento in
merito, ma non e' facile, perche' saprai bene quanto sono comuni le
suscettiblita' e le proteste per le "invasioni di campo" (specie
quando uno/a ha la coscienza sporca...)
Non so se tu leggi la mia rubrica su "Naturalmente": li' ho toccato
piu' volte l'argomento; o meglio, l'ho sfiorato, per le ragioni che ho
appena detto.
Dici che dovrei andarci piu' pesante? Non mi riuscirebbe certo
difficile :-))
> ...
> Immagino che il problema nasca dal fatto che ciascuno di loro �
> laureato in una soltanto delle molte discipline che deve insegnare.
In parte e' per questo, ma non penserai che i laureati in biologia
insegnino decentemente la *loro* materia...
Anche su questo sono intervenuto su "Naturalmente": ricordo che
diversi anni fa per es. feci una critica dettagliata a non so piu'
quale test, facendolo a pezzi.
Ma non credo che abbia avuto molto effetto.
> ...
> Ma resto convinto che non abbia senso puntare tutto sulle basi
> molecolari della vita con studenti che hanno una conoscenza molto
> limitata della variet� degli organismi che quelle basi dovrebbero
> "spiegare", e del processo evolutivo che ne illumina la genealogia.
> Cos� come penso che quando l'insegnante di chimica dice ai ragazzi di
> farsi spiegare le proporzioni dall'insegnante di matematica, e poi
> passa a enunciare i postulati della meccanica quantistica, c'�
> qualcosa che non va...
Per comodita' di chi segue il thread, mi autocito, da qualcosa che ho
scritto oltre due anni fa.
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Forse chi legge si sara' fatto l'impressione che io stia divagando
senza avere in mente un obiettivo, ma non e' cosi'. Passo infatti a
introdurre un tema che ci tocca piu' da vicino: l'influenza che le
attuali correnti anti- o parascientifiche hanno nello stesso ambiente
scientifico, e in particolare nella scuola. E' qui che il "filo rosso"
del mio pensiero, di cui parlavo all'inizio, comincia a emergere piu'
chiaramente (almeno spero).
L'atteggiamento antiscientifico di cui sopra prende tante forme, e
influenza un po' tutti, sotto vari travestimenti. Anche gli
insegnanti, quando si fanno conquistare da certi miti...
Di quali miti sto parlando? Ecco qualche esempio: la complessita',
l'autopoiesi, il pensiero olistico, il costruttivismo... Come vedete,
non ci vado leggero, e so bene che sto toccando non solo dei miti, ma
anche dei personaggi in carne e ossa che li personificano. Di piu':
facendo un certo sforzo potrei convenire che dietro quelle
parole-simbolo ci sono anche problemi condivisibili o quanto meno
degni di seria considerazione. Ma purtroppo sono immersi in un tale
mare di chiacchiere e soprattutto cosi' chiaramente orientati in una
direzione per me inaccettabile, che quel riconoscimento mi riesce alla
fine impossibile.
Del resto, cio' che penso su singoli casi l'ho scritto qui in varie
occasioni, per cui non sto a ripetermi, dato che ora il mio scopo e'
quello di tirare i fili, e soprattutto di segnalare i pericoli ai
quali va incontro l'insegnamento scientifico. E ora parlo dei pericoli
_interni_, non di quelli esterni e piu' banali che vedete tutti, come
ad es. la riduzione di ore. Il vero problema e' che ormai dobbiamo
guardarci da noi stessi; al punto che troppo spesso mi accorgo che non
sappiamo difendere il valore del nostro lavoro, perche' siamo i primi
a non capirne piu' bene il senso.
Visto che la maggior parte dei miei lettori sono insegnanti di
scienze, cominciamo da loro (poi ce ne sara' anche per i vostri
colleghi fisici, non abbiate timore ...). L'impressione che mi sono
formata, e che vorrei tanto fosse sbagliata, e' che l'insegnamento
delle scienze (parlo chiaramente della scuola secondaria superiore)
oscilli pericolosamente tra due estremi.
Da un lato, si profonde (o sprofonda?) in tecnicismi: penso per es.
alle assurdita' con gli orbitali, quando la quasi totalita' degli
studenti non saprebbero riconoscere all'odore NH3 da HCl, ne' sanno
identificare all'aspetto i piu' comuni metalli. Ma anche a certi
complicati giochi di enzimi, proposti a ragazzi che non distinguono un
pioppo da un leccio o un passero da un pettirosso; col risultato che -
come ho gia' avuto occasione di dire in passato - quelle reazioni
entrano da una parte per uscire immediatamente dall'altra senza
lasciare traccia.
Poi, un po' per compensazione, e un po' perche' si ritengono i piu'
"umanisti" tra gli insegnanti di materie scientifiche, indulgono in
discorsi vaghi, si lasciano suggestionare da qualcuna delle sirene che
ho citato sopra e ne riempiono i loro discorsi. Anche in questo caso
secondo me con risultato culturale assai dubbio, ma per di piu' col
pericolo di trasmettere un messaggio ingannevole circa cio' che debba
chiamarsi scienza.
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Inutile dire che non c'e' stata nessuna reazione...
Soviet_Mario ha scritto:
> Giorgio, so che tu sei un professore universitario, quindi ti chiedo
> una cosa al riguardo di questo ritratto : sei a conoscenza che qualche
> gruppo di professori universitari, scientifici in particolare, si sia
> mai occupato di presentare in forma ufficiale proposte autorevoli ai
> governi di turno per il riordino anche dei gradi di scuola
> immediatamente confinanti all'universit�, come la secondaria, della
> quale godete poi i discutibili frutti ?
Non sono Giorgio, ma intanto ti dico la mia :)
Se intendi che dovrebbero mettersi insieme professori di diverse
materia (fisici, chimici, biologi...) meglio che te lo scordi...
A dire il vero molti anni fa (~1980) esisteva una cosa chiamata COASSI
(Comitato di coordinamento delle associazioni scientifiche italiane)
che aveva piu' o meno quello scopo: produsse una serie di studi
sull'insegnamento scientifico in altri paesi europei, ma non ando'
oltre.
Poi la temperie politica, che negli anni '70 era stata favorevole al
lavoro di rinnovamento e di messa in discussione delle strutture
esistenti, si spense, per ragioni complesse che i piu' vecchi di noi
conoscono.
Oggigiorno sarebbe utopistico semplicemente pensare di rimettere in
piedi il povero COASSI, con tutti i suoi limiti.
Visto che siamo nel NG di fisica, limitiamoci alla fisica. Potresti
sempre chiedere: che cosa fanno i fisici universitari?
Risposta: esiste una cosa chiamata SIF (Societa' Italiana di Fisica)
che sulla carta si occupa anche di questi problemi. Nella sostanza, la
sua attivita' nei casi migliori e' trascurabile; altrimenti fa solo
danni.
Non dico di piu' perche' su queste cose ho il dente avvelenato, e non
da ora...
> ...
> C'� nell'aria fermento (inquietante fermento, per come la vedo)
> e Fioroni e la Bastico stanno caricando le munizioni.
>
> Confindustria preme per la nuova grande materia di "scienze
> integrate", e il ministero le fa l'occhiolino per creare la
> figura finale dei docenti tuttologi di scienze totali, pedine
> facilmente spostabili su ogni cattedra o spezzone, con risparmio
> di ore, meno esuberi, pi� agevoli graduatorie e considerazioni
> analoghe.
> Si ventila anche la possibilit� sulla riforma del reclutamento
> futuro di permettere di abilitarsi a insegnare con al pi� il
> triennio della laurea "junior", seguito da una SSIS di stampo
> psico-pedagogo-docimologico et simile aria fritta.
Di questo non so assolutamente nulla, e cio' mi stupisce, perche'
anche se la SIF in materia fa letteralmente schifo, da altre direzioni
(v. dopo) almeno le informazioni dovrebbero arrivare...
> Noi insegnanti della secondaria siamo uno zero assoluto in quanto a
> peso contrattuale in materia (e manco a tutti ormai interessa pi� tale
> problema), le riforme ci piombano dall'alto senza che nessuno mai
> venga interpellato,
Un momento: esistono associazioni professionali che il MPI riconosce
ufficialmente.
Sto parlando dell'AIF (Associazione per l'insegnamento della fisica)
dell'ANISN (Assoc. degli insegnanti di scienze naturali) e della
Divisione didattica della SCI (Soc. Chimica Italiana).
Non so le altre, ma l'AIF conta circa 1000 soci, quindi e' piuttosto
rappresentativa degli insegnanti di fisica.
Le tre associazioni hanno sottoscritto col MPI un "protocollo" per una
collaborazione proprio sugli argomenti di cui parliamo.
La mia personale opinione e' che da parte del MPI questo sia e sia
sempre stato (con qualsiasi Ministro) un gioco a carte truccate: il
MPI si serve delle associazioni per poter dire che c'e' stata "ampia
consultazione", poi di fatto le taglia fuori dalle decisioni reali.
Non e' da oggi, ma da decenni, che critico i dirigenti dell'AIF (di
cui faccio parte da quando esiste, ossia da 40 anni e piu') per la
loro eccessiva vocazione "ministerialista".
Anni fa mi hanno fatto socio onorario, ma questo non vuol dire che mi
stiano a sentire :-<
Comunque, sarebbe bello che almeno si riuscisse a sapere quello che
bolle in pentola: tu da dove hai ricavato le notizie che dici?
> Si muove qualche rotella altrove, a tua conoscenza ?
> Ti chiedo anche, in che termini, oltre alla mera constatazione,
> � percepito il problema della qualit� di preparazione degli
> studenti che vi mandiamo ? Qualcuno pensa di fare qualcosa o si
> interroga almeno SE sia possibile farla ?
Non fare di queste domande... :)
Pensa che quando mi sento ottimista :) penso di essere nella
situazione del tenente Drogo, quello del "Deserto dei tartari": che
avendo passato la vita alla fortezza Bastiani, nell'attesa di coprirsi
di gloria combattendo i tartari invasori, li vede arrivare mentre
viene riportato a valle ormai in fin di vita...
--
Elio Fabri
Received on Mon Nov 26 2007 - 20:49:24 CET