Re: Efficienza di trasmissione dell'elettricita

From: luh <usenet_at_drl.it>
Date: Tue, 30 Oct 2007 08:18:07 GMT

Alex wrote:
> Ma non e' possibile che una certa frazione dell' elettricita' durante le
> ore di bassa richiesta, di notte ad es., si perda perche' non consumata

no, non viene prodotta ... quello che dici sarebbe vero se fosse
comunque prodotta e venisse "buttata fuori" da una valvola di sfogo :-)

> anche perche' mi sembra che in quelle ore le centrali non possano o vengano
> spente a comando ) ?

spente magari no, ma possono ovviamente modulare la produzione di
energia al bisogno ...

> Ultima considerazione, perche' la corrente alternata e' diventata lo
> standard in tutti usi, anzicche' la continua

perche' per trasformarla bastano i trasformatori :-)

la continua e' molto piu' difficile da maneggiare (convertire)

> e perche' con frequenza di 50 o 60 Hz?

boh ... bella domanda, forse perche' al tempo era la frequenza piu'
"comoda" da gestire, ricordati che stiamo parlando di (almeno) un secolo
fa ... la produzione avveniva con alternatori "terra-terra" con i
relativi limiti costruttivi del tempo e i nuclei ferromagnetici piu'
sofisticati erano i pacchi lamellari di ferro ... che ad alte frequenze
hanno perdite esagerate ... oggi ci sono materiali molto piu' sofisticati.

> Ci potrebbero essere casi in cui la corrente continua possa essere
> piu' proficuamente sfruttata ?

beh, tutte le apparecchiature elettroniche funzionano con la continua
.... le batterie buttano fuori continua ... ma i motori funzionano meglio
in alternata :-) insomma, ogni cosa ha il suo campo di applicazione
preferenziale.

ciao

luh

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From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Subject: Re: Cosa c'era prima del Big Bang?
Date: Sat, 04 Aug 2012 21:19:35 +0200
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Massimo 456b ha scritto:
> Non dimentichiamoci che anche se supportata da fatti scientifici il
> Big Bang � sempre una teoria.
Emb�?
Sei sicuro di sapere che cosa significa "teoria" in fisica?

Perch� se la tua osservazione aveva l'obbiettivo di concludere che in
questa materia la fisica sta sullo stesso piano della filosofia o della
teologia, a mio modestissimo parere hai detto una solenne c_at_##_at_ta.

Clauidio ha scritto:
> Adesso scrivo anche io qualcosa da non-fisico.
> ...
> E adesso me ne torno a lurkare, in attesa che Elio Fabri sminuzzi le
> mie deliranti affermazioni.
Certo, ne hai dette :-)

Ma non vedo motivo di prendermela particolarmente con te, visto tra
l'altro che sei consapevole dei tuoi limiti (a differenza di molti
altri...).

Giorgio Bibbiani ha scritto:
> ...
Sono perfettamente d'accordo con te, salvo su un punto.
Quando scrivi
> l'universo non e' stato creato da Dio ma l'ho creato io ieri mattina,
> in un momento di noia...
sbagli: sono io che l'ho creato :-D

From: Nathan <scottexpakula_at_gmail.com>
Subject: Re: Cosa c'era prima del Big Bang?
Date: Sat, 4 Aug 2012 11:34:47 +0200

La domanda dell'OP ha scatenato una ridda d'interventi, a riprova che
su un argmento meno se ne sa e pi� se ne parla :-(
Lo stesso � successo su it.scienza.astronomia, dato che l'OP ha
pensato bene per la sua domanda un solo NG nn era sufficiente. Vi
copio quindi il post che ho scritto l'altro ieri per isa, anche se
alcune frasi non sono del tutto appropriate in questo contesto, perch�
alcuni (pochissimi) che qualcosa ne capiscono ci sono...


==============================================Greene lo conosco, Susskind no.
Comunque la mia opinione � che la "divulgazione" su questi argomenti
sia semplicemente impossibile.
Chiunque ci prova, o non si rende conto della difficolt� (e questo non
� affatto inverosimile, neppure per dei Nobel, anzi a maggior ragione);
oppure, ed � molto peggio e molto pi� frequente, bara sapendo di barare.

Il problema secondo me presenta due aspetti, che bisogna capire
(questo non dovrebbe essere impossibile, *sulla carta*, per chiunque
abbia frequentato un liceo della Repubblica con un profitto non
indecente).
Per� ho evidenziato "sulla carta" perch� credo che la realt� sia molto
meno brilante...

Primo: bisogna aver chiaro che il termine "big bang", a parte la
trovata (mi pare dovuta a Hoyle, che non ci credeva e quindi la disse
in senso ironico: non immaginava il successo che avrebbe avuto :) ) ha
un preciso significato nell'ambito di una precisa teoria fisica (la
relativit� generale e i conseguenti modelli cosmologici).
Chi la usa (come succede di solito) senza avere la minima idea di
questa teoria, gi� solo per questo compie un errore di metodo, e
quindi i suoi "ragionamenti", le sue domande, non possono essere prese
in considerazione.
Se ci si ostina ugualmente a parlare della cosa, si esce dalla fisica
e dalla cosmologia: se va proprio bene si fa della filosofia, ma a mio
parere della pessima filosofia.

Secondo: � perfettamente naturale che chiunque abbia orecchiato
qualcosa su questo "grande botto" faccia domande come quella dell'OP.
Questo perch� noi tutti abbiamo delle categorie concettuali create in
base all'esperienza quotidiana e a tutto un ambiente culturale nel
quale viviamo: l'una e l'altro ci portano a pensare che tutto ci� che
esiste � stato preceduto da qualcosa, anzi *causato* da qualcosa.
Siamo abituati a vedere il tempo come un'estensione infinita, nel
passato e nel futuro (l'immagine della retta euclidea).
Tanto ne siamo convinti che idee del genere costituiscono un "a
priori" (in senso kantiano) di qualsiasi nostro ragionamento.

Ma bisogna riconoscere che tutto ci� non ha alcun fondamento se non
quelli che ho detto: il fatto che siamo abituati a vedere andare le
cose in un certo modo, e che viviamo in un ambiente nel quale si pensa
così, per cui la stessa cosa la troviamo espressa da qualunque parte
ci giriamo, nei libri, nelle opere d'arte...
Per�, almeno per il secondo aspetto, sappiamo che nella storia del
pensiero e delle civilt� questo modo di pensare non � sempre stato
quello comune e prevalente: per es. gi� la cultura dell'antica Grecia
non aveva affatto l'immagine del tempo che ho detto sopra: se mai
quella di un cerchio che ritorna su se stesso, l'eterno ritorno.
Dovremmo quindi essere capaci di *relativizzare*: ci� che ci sembra
evidente, "logico", � solo un prodotto culturale di una certa civilt�:
non ha niente di necessario.

Quanto a ci� che c'insegna l'esperienza, ci vuole poco a capire che
questa ha una portata estremamente limitata, nello spazio e nel tempo.
Come individui, il nostro tempo arriva al pi� a qualche decina di anni
all'indietro.
Come cultura, possiamo allargare a qualche migliaio (con una certa
generosit�).
La scienza ci porta ben pi� indietro, ma in modo sempre pi� indiretto
e complesso quanto pi� ci si allontana dal presente.
Provate a pensare, per esempio, che cosa vuol dire per voi la
proposizione "200 milioni di anni fa la Terra era popolata da
dinosauri". Vi accorgerete che a meno che non abbiate solide basi
scientifiche in materia di paleontologia, questa � solo una frase
fatta, una "id�e recue", come dicono i francesi (idea *ricevuta*).
E cos� siamo tornati al punto di partenza: per parlare del "big bang"
bisogna sapere di fisica, in particolare di RG e cosmologia.
Altrimenti sono solo chiacchiere da bar.

Se evitiamo di sconfinare in una cattiva filosofia, e stiamo ai dati e
ai programmi della scienza, il big bang � solo (come ho gi� detto) una
parte di un modello teorico complesso.
Possiamo (dobbiamo) criticarlo, nel senso in cui nella scienza si
critica ogni cosa: la si tiene sotto osservazione, la si sottomette al
vaglio dei fatti sperimentali, si esplorano soluzioni alternative, per
vedere se non forniscano un migliore accordo coi fatti...

In questo senso, *solo in questo senso*, il big bang � un problema
aperto.
Da un lato, i modelli cosmologici spiegano parecchie osservazioni, e
sono quindi soddisfacenti
Ma c'� un altro lato...
Molti (io compreso) vedono con sospetto questa "singolarit�" (ma
purtroppo voi non sapete che cosa significa questa parola, e io non
posso spiegarlo; certamente non qui...).
Esiste il problema di mettere d'accordo la RG con la mecc. quantistica
(ma per favore, non fate finta di aver capito che cos'� questo problema:
non � possibile).

Alcuni (io tra questi) pensano che cominci a essere maturo il tempo
per un nuovo Einstein, per un nuovo Heisenberg.
(Detto di passaggio, � mia opinione personale, che forse rendo
pubblica qui per la prima volta, che nessuno dei Nobel degli ultimi
60-70 anni possa essere confrontato con questi e con pochissimi
altri.)
Arriveranno, almeno spero.
Anche se quasi certamente io non far� in tempo a vederli.
                            

-- 
Elio Fabri
Received on Tue Oct 30 2007 - 09:18:07 CET

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