asciughino_at_gmail.com ha scritto:
> Si considera un'onda elettromagnetica (nel modo classico, quindi non
> come fotone) ed una carica a riposo libera di muoversi. Come si
> comporta la carica a riposo quando su di essa incide l'onda
> elettromagnetica (per esempio piana)?
> Inizialmente dovrebbe seguire il campo elettrico dell'onda, quindi si
> sposter� ad una velocit� non costante v. Una volta che la carica � in
> movimento, questa sente la forza di Lorentz
> ...
> Ci� che ho scritto � giusto?
Si', pero' nella stragrande maggioranza dei casi pratici avrai v<<c e
di conseguenza potrai trscurare la forza di Lorentz.
Non puoi trascurarla se vuo dimostrare che l'onda cede q. di moto alla
carica; invece puoi trascurala (di regola) se sei solo interessato
all'energia.
> Successivamente questa carica, essendo in movimento non costante,
> generer� una radiazione elettromagnetica a pari frequenza di quella
> incidente, ma con intensit� minore....giusto?
> Capisco il perch� la radiazione elettromagnetica emessa dalla carica �
> a pari frequenza di quella incidente, ma non capisco perch� debba
> essere per forza di intensit� minore.....
Fai bene a non capirlo, perche' non e' soltanto sbagliato: non ha senso.
L'intensita' dell'onda incidente si misura come potenza che attraversa
l'unita' di area (W/m^2).
Invece la radiazione emessa si misurera' con la sua potenza (W).
Quindi sono dimensionalmente diverse e non confrontabili.
Puoi chiederti casomai quale sezione trasversale riceve una potenza
uguale a quella dell'onda irraggiata. Questa si chiama "sezione
d'urto", e se ricordo bene per una carica libera vale
(8pi/3)*(q^2/mc^2)^2 in unita' di Gauss.
Ovviamente q e m sono carica e massa della tua particella.
Si chiama "sezione d'urto Thomson".
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Elio Fabri
Received on Sat Sep 29 2007 - 21:08:37 CEST