socrate55 wrote:
> Non riesco ad interpretare quanto riportato sul testo a proposito della
> natura del calore.
>
> "Il primo colpo di piccone verso la teoria del calorico lo sferra Benjamin
> Thomson conte Rumford (1753-1814) nell'ambito del suo studio sull'alesatura
> dei cannoni. Egli nota che il calore che si sprigiona nel forare i cannoni
> non deriva solo dal taglio del metallo, come richiedeva la teoria del
> calorico. Utilizzando attrezzi smussati quindi non in grado di spezzare il
> metallo il calore si produceva lo stesso ed era proporzionale al lavoro
> compiuto"
Su questi argomenti avevo preparato una tesina di storia della fisica,
quindi ho ritrovato in fretta un passo del libro di Bellone "Caos e
armonia - storia della fisica" (pag. 108) che spero ti risulter� pi� chiaro.
Si parte dall'assunto che il calorico � un fluido _materiale_, che
quindi in un volume finito esiste in quantit� finita.
"Secondo le tesi fluidistiche, l calore prodotto per attrito era fornito
a spese del calore latente, o calorico combinato, presente nel corpo
soggetto ad attrito. Se l'attrito era esercitato in modo tale da ridurre
il corpo in frammenti, allora, 'secondo le moderne teorie del calore
latente e del calorico, la /capacit� per il calore/ delle parti
metalliche cos� ridotte in minuti frammenti dovrebbe non solo variare,
ma subire una variazione sufficientemente grande da render ragione di
/tutto/ ila calore prodotto'. Eppure, se si misurava il calore specifico
del frammenti metallici, non era osservabile alcuna variazione rispetto
al calore specifico del metallo non frammentato.
I famosi esperimenti eseguiti da Thompson sul calore prodotto
dall'attrito durante i lagori di alesagtgio delle bocche da fuoco
diventavano in tal modo fonti di critica radicale alle teorie del
calorico, anche perch� quel calore sembrava provenire da una sorgente
inesauribile. Thompson cos� concludeva 'Non sarebbe neppur necessario
aggiungere che ogni cosa che possa continuare ad essere fornita /senza
limitazione/ da un corpo /isolato/... non pu� certo essere una sostanza
/materiale/: e mi sembra difficilissomo, se non del tutto impossibile,
formare un'idea chiara di una cosa che possa venire eccitata e
comunicata nel modo in cui il calore fu eccitato e comunicato in queste
esperienza, se non dicendo che essa � MOTO'."
Mi stupisce che il testo che citi parli di proporzionalit� tra calore e
lavoro. Al tempo non c'era ancora stato modo di eseguire delle misure
quantitative (le prime sono dovute a Joule, che doveva ancora nascere);
inoltre lo stesso concetto di lavoro era ancora lungi dall'essere ben
definito. Accertati di stare studiando da una buona fonte...
Ciao,
p.
Received on Sat Aug 18 2007 - 15:10:23 CEST
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