Il 05 Ago 2007, 21:27, Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it> ha scritto:
> Prima di tutto una cosa che nessuno ha detto: nessuno scienziato puo'
> fare a meno della filosofia, nel senso che ogni scienziato *ha* una
> sua filosofia, anche se nn se ne accorge.
> Paradossalmente, se uno dicesse "io non seguo nessuna corrente
> filosofica" questa sarebbe gia' un'affermazione filosofica :-)
> Voglio dire che noi non possiamo non fare filosofia come non possiamo
> non respirare...
Certo, chiedevo per� se un certo grado di istruzione/scolarizzazione
filosofica potesse risultare utile nel lavoro di uno scienziato.
Dato che, come dici, ogni scienziato possiede comunque una propria filosofia
inconscia, mi chiedo se a questo punto un minimo di formazione filosofica
non possa utile nella definizione di questa personale filosofia di vita
dello scienziato.. Magari potrebbe renderlo intellettualmente indipendente
se non del tutto immune da eventuali condizionamenti e pregiudizi come, che
so, particolari metodologie 'imposte' dai colleghi del gruppo di ricerca
(esister� anche la 'filosofia del gruppo'), o da correnti di pensiero
dominanti. O no?
> E' vero invece che nel lavoro "spicciolo" della ricerca la flosofia
> nonentra direttamente, specie nelle parti piu' di routine. Pero' le
> decisioni su che cosa cercare, di che cosa occuparsi, come impostare
> il lavoro, sono influenzate da idee filosofiche, anche se (mi ripeto)
> e' possibile che il ricercatore non se ne renda conto.
> Il che a mio parere non e' una condizione positiva: meglio sapere come
> e perche si pensa e si agisce, no?
S�!
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Received on Mon Aug 06 2007 - 15:55:04 CEST